“Si tratta di un’aspettativa certamente complessa da soddisfare per una molteplicità di ragioni”, afferma Roberta Garibaldi, autrice del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano. “Questo interesse va però tenuto in considerazione. Sappiamo che già nel mondo del vino ci sono sempre più cantine attrezzate con tasting room che offrono degustazioni in abbinamento a prodotti del luogo, fino ad arrivare alla nascita di veri e propri ristoranti o agriturismi. Di esempi di successo non mancano neppure all’interno del comparto brassicolo, e certamente possono essere da stimolo per innovare l’offerta in questa direzione”.
Un altro aspetto fondamentale, pari a quello del pairing, è la shopping experience all’interno del birrificio. Il 66% del campione maschile e il 63% di quello femminile vorrebbe acquistare le birre dell’azienda a prezzi interessanti, potendo disporre in quel luogo di ampia scelta tra tutte le produzioni del birrificio. Ragione in più perché il birrificio sia in grado di gestire la vendita diretta o, in alternativa, quella online con consegna a domicilio, creando così una relazione più stabile con il turista che diventerà consumatore anche a distanza.
Ci sono poi le esperienze attive, trend in costante crescita nel mondo del turismo enogastronomico, e la birra non fa eccezione. Il 56% degli intervistati vorrebbe avere la possibilità di vivere una giornata come mastro birraio per provare a produrre la birra; stessa percentuale per un’altra experience come quella vissuta all’aria aperta tra luppoleti e campi d’orzo. Ma la produzione di birra artigianale, per il turista enogastronomico, è sempre più legata ai frutti del territorio dove opera il birrificio. Di conseguenza, la metà del campione vorrebbe partecipare a un corso di foraging per imparare a raccogliere piante e frutti selvatici che vengono poi utilizzati come ingredienti aggiuntivi per la produzione delle birre 100% local.
Si profilano, infine, interessanti opportunità per i tour operator che si vogliono legare al promettente mondo della birra. Il 56% degli intervistati vorrebbe infatti partecipare a un viaggio organizzato alla scoperta dei birrifici e la percentuale sale al 60% nella fascia di età compresa tra i 45 e i 64 anni.
Da non trascurare il filone legato al pernottamento e alle spa della birra, anche in questo caso già sperimentato nel mondo del vino con i centri di vinoterapia: il 46% vorrebbe pernottare in un hotel a tema birra dove sia presente, ad esempio, una macchina spillatrice in camera da letto (ma la percentuale sale al 58% nella fascia d’età 25-34 anni) e il 44% vorrebbe effettuare un trattamento legato alla birra (50% tra i 25-34 anni e i 35-44 anni).
Roberta Garibaldi è vicepresidente della Commissione Turismo dell’OCSE-Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e professore di Tourism Management all’Università degli Studi di Bergamo. Ricopre numerose cariche a livello internazionale e nazionale, tra cui Ambassador della World Food Travel Association, membro del Board of Advisor presso World Gastronomy Institute e del Consiglio di Presidenza della SISTUR-Società Italiana di Scienze del Turismo. È autrice di molteplici saggi in riviste italiane e straniere e di libri. È keynote speaker ai principali eventi internazionali sul tema del turismo, fra cui i forum mondiali dell’UNWTO-Organizzazione Mondiale del Turismo ed il World Economic Forum di Davos.
*Nota metodologica: i dati provengono da un’indagine svolta su un campione rappresentativo della popolazione turistica italiana (n.=1.500) per genere, età e regione di residenza condotta nel mese di Gennaio 2023.
a cura di Sara Iannaccone