di Giovanna Moldenhauer
Inizia nel 1979 in Alsazia la storia di Les Grands Chais de France, il gruppo fondato e gestito da Famille Helfrich. Partendo da questa striscia di terra, fra le regioni vinicole più settentrionali della Francia, Joseph Helfrich ha via via ampliato il suo raggio d’azione, arrivando due anni più tardi, nel 1981, a iniziare l’ascesa che lo ha portato ad avere Domaine di proprietà nei territori più vocati per la produzione di vini fermi.
Nell’approfondimento di oggi vi proponiamo quattro vini della Borgogna e uno da Margaux nella zona di Bordeaux.
Per quanto riguarda la Borgogna lì le origini della coltivazione della vite risalgono al periodo gallo-romano, ma la storia della Borgogna enologica deve molto ai monaci Cistercensi che seppero valorizzare il potenziale della regione. La complessa varietà di questa area geografica regala un caleidoscopio di produzioni che vanno dal bianco Chablis secco, dal carattere minerale, ai bianchi e rossi della Côte d’Or.
A Bordeaux i rossi che rappresentano circa l’80% della produzione totale. Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot sono le tre uve principali con cui si producono le etichette note in tutto il mondo per la loro eleganza ed intensità dei sapori.
Il primo vino di Chartron et Trébuchet – Chablis Grand Cru ‘Bougros’ 2021, è ottenuto da Chardonnay vinificato in acciaio, affinato in barrique di cui il 30% nuove. Dopo un giallo paglierino, dalle nuances verdoline, ha un naso tra lime e agrumi, frutta matura, poi ha una nota ammandorlata, con un tocco di miele a chiudere. Al palato è sapido, fresco, glicerico, di ottima lunghezza e retrogusto agrumato. Qui il primo antipasto è stato ‘Granadilla, leche de tigre e anacardi’.
Seguiva un altro vino di Chartron et Trébuchet – Meursault 1er Cru ‘Les Charmes’ 2022. Anche qui lo Chardonnay è stato vinificato in barrique, per poi rimanere sui lieviti fini per 12 mesi con batonnage. Dopo un colore giallo paglierino di buona intensità, con riflessi verdolini, ha un naso di nocciola, di frutta bianca tra cui la pera, poi è floreale di mughetto, con a chiudere sentori di brioche e di miele. All’assaggio è intenso, sapido, fresco, glicerico, è persistente, con un retrogusto di nocciola. Qui la cucina di Mitu ci ha deliziato con un altro antipasto ‘Ceviche di capesante, uva, rambutan e chips di platano’.
Marguerite Carillon – Savigny Les Beaune 1er Cru ‘Les Lavieres’ 2020. – Qui passiamo al Pinot Nero dalla fermentazione e macerazione in acciaio, una successiva maturazione in legno per 15 mesi con un 40% nuovo, il resto da uno a tre passaggi.
Dopo un clore rosso rubino profondo, ha un naso che spazia dalla frutta rossa e scura dei frutti di bosco alle spezie, per poi avere note di arancia rossa e un inizio di balsamicità. In bocca è elegante, con tannini presenti, setosi, con freschezza a equilibrare, è persistente, con retrogusto di frutta rossa e spezie. Il terzo antipasto è stato ‘Tamal di zucca, lardo e tomato de arbol’.
Il seguente vino Château du Tertre Margaux 2016, è ottenuto da 75 % Cabernet Sauvignon – 10 % Merlot – 10 % Cabernet Franc – 5 % Petit Verdot.
In cantina è stata fatta la scelta di farlo maturare in barrique di cui il 50% nuove. Esordisce con un colore rosso rubino intenso, poi ha un naso ha profumi di frutti di bosco, tra cui mirtilli e more, floreale di viola, seguito da delicate sfumature speziate, con accenni di vaniglia e caffè, poi tostate e di liquirizia.
In bocca è elegante e raffinato, con tannini setosi e una freschezza vibrante, è elegante, con un finale lungo e avvolgente, dal retrogusto di frutti di bosco, spezie. Il primo dei secondi è ‘Asado, salsa borojo e passion fruit’.
Chartron et Trébuchet – Chambolle Musigny 1er Cru ‘Les Noirots’ 2022 – Anche questo da Pinot Nero, Polpo, patata dolce, chutney di rocoto e suero di costeno Chartron et Trébuchet – Corton Charlemagne Grand Cru 2020.
(In copertina, Chambolle Musigny@Giovanna Molòdenhauer)
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