Una storia di passione
Calafè è un progetto preciso, voluto dal fondatore, Benito Petrillo che, dopo un devastante dramma familiare, decide di lasciare il campo editoriale e di dedicarsi alla custodia delle tradizioni della sua terra, l’Irpinia. Nel 1999, in località Vigna, nel Comune di Prata Principato Ultra, in provincia di Avellino, Benito acquista 2ha di terreni a circa 350 mt. sul livello del mare, incuneati tra antiche vallate da sedimentazioni vulcaniche millenarie e rigogliose colline degradanti fino all’antico Sabato, il fiume sacro dell’Irpinia. Un territorio straordinariamente ricco di zolfo, rocce e argille, un’esposizione ideale che assicura buone escursioni termiche ed un microclima con rese di altissima qualità.
La filosofia aziendale
Cura dei dettagli, ricerca costante della migliore qualità e custodia degli antichi saperi della tradizione. Questo è il leit motiv che Benito Petrillo vuole trasmettere alle nuove generazioni, le sue tre nipoti, Camilla, Laura e Federica, cui ha dedicato il nome dell’azienda. Un augurio ma anche un monito del dovuto rispetto del territorio e della sua cultura plurisecolare. “L’Aura” è il rosato da Aglianico doc, dedicato alla nipote Laura, che nel 2014 ha compiuto 18 anni e “Kami” è lo spumante Brut metodo classico, da uve di Greco di Tufo docg, dalla grande acidità, intensità e finezza, dedicato all’altra nipote, Camilla.
Una produzione di nicchia
Il primo imbottigliamento è nel 2006, con il re dei bianchi irpini, il Greco di Tufo docg, a fare da apripista a tutta la gamma produttiva odierna, dove freschezza e longevità sono i tratti distintivi Raccolta manuale vinificazione classica in bianco a basse temperature ed affinamento su fecce fini per almeno 12/14 mesi, garantiscono una maggiore ampiezza e complessità del corredo organolettico.
Il Taurasi è lo specchio della sua terra: potente, fiero, indomito, complesso, longevo e persistente. Ad “Ariavecchia”, Greco di Tufo DOCG e Taurasi Riserva DOCG.
Una speciale produzione riguarda anche la salsa balsamica da mosto cotto di concentrato da Aglianico che subisce una lenta evoluzione di otto anni, con passaggio, di anno in anno, in otto differenti botti.
Archeologia all’ombra dei filari
L’azienda gode di una posizione privilegiata anche per la vicinanza con due siti di importanza storica: la Basilica dell’Annunziata, antico luogo di sacralità, denso di storie e ricco di suggestioni e le annesse catacombe paleocristiane, segnate dal passaggio delle tante persone che, nei secoli, hanno transitato in questi luoghi, tracciando sulle mura una rete fitta di graffiti indecifrabili.
Gli stessi graffiti che, oggi, sono state riprese nelle etichette di Calafè, per suggellare, ancor di più, l’appartenenza del vino alla sua terra d’origine. L’Irpinia.
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di Federica Anna Guerriero