a cura di Redazione
Con il grande caldo di queste settimane è importante consumare frutta e verdura fresche per reintegrare i sali minerali e fare scorta di carotenoidi e vitamine, perfetti nutrienti in estate. È quanto spiega Coldiretti Cuneo, che evidenzia come grande attenzione vada posta all’origine dell’ortofrutta perché quella importata dall’estero, spesso venduta a prezzi molto bassi, nasconde molte incognite sulla salubrità.
“Frutta e verdura sì, ma del nostro territorio e giustamente remunerata. Basta agli ingressi indiscriminati di prodotti a basso costo dall’estero, un’invasione che provoca squilibri economici a danno degli agricoltori cuneesi” dichiara il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada, che aggiunge: “Vogliamo il rispetto del principio di reciprocità, ossia le regole imposte ai produttori europei devono valere anche per chi vuole vendere nel mercato UE, perché dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali deve esserci un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute”.
Frutta e verdura – rileva Coldiretti – sono al primo posto per numero di allarmi alimentari scoppiati in Italia nell’ultimo anno, pari al 30% del totale. Si va dalle carote dall’Egitto con residui di Linuron, un pesticida vietato in Europa, ai fagioli all’occhio del Madagascar con Chlorpirifos, altra sostanza bandita in UE, presente anche sui fagioli dal Bangladesh. Ci sono i frutti di bosco congelati tedeschi e serbi con Norovirus e neppure il succo d’arancia congelato è sicuro – continua Coldiretti – poiché su quello iraniano ci sono residui di Propiconazole, altra sostanza vietata.
“È assurdo che noi continuiamo a importare ortofrutta e altri cibi prodotti con sostanze che in Europa sono vietate da decenni. Basti pensare all’uso dei pesticidi: un quarto di quelli usati negli Stati Uniti risulta vietato nell’UE e le percentuali salgono se si tengono in considerazione i Paesi del Sudamerica” rimarca il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu.
A rischio è il comparto ortofrutticolo che, con un valore di oltre 400 milioni di euro, è uno dei più rappresentativi dell’agroalimentare Made in Cuneo. Soltanto la frutticoltura – sottolinea Coldiretti Cuneo – impegna nella Granda 4.500 aziende agricole e una superficie di 12.000 ettari, coltivati principalmente a mele, pesche, kiwi, pere e susine; una produzione cuneese che, con le dovute differenze tra specie e specie, rappresenta tra il 70 e l’85% della produzione frutticola di tutto il Piemonte.
Per garantirsi prodotti freschi e di qualità il consiglio della Coldiretti, oltre che di verificare la provenienza, è di fare acquisti ripetuti, in base alle esigenze giornaliere della famiglia, in modo da tagliare gli sprechi senza accumulare prodotto che poi non si consuma, di acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti e di comprare direttamente dagli agricoltori o nei mercati di Campagna Amica, al fine di avere garanzie sulla freschezza e tracciabilità.