Ebbene si, credo nelle favole, nel principe azzurro, nell’amore eterno, nella vera amicizia e credo anche che ci siano dei Valpolicella, non Ripasso nè tantomeno Amarone, che possano invecchiare onorevolmente, che possano dare emozioni anche da maturi.
E ho ragione!! Questa bottiglia aperta in anticipo per rispetto all’anzianità ne è un fulgido esempio.
Purtroppo quello che non ha tenuto é stata la parte inferiore del tappo che si è spappolata. Ma l’abilità dell’esperta sommelier é riuscita a risolvere il problema. Ovviamente ci vuole una brocca e un passino a maglie fine e tutto torna a posto. In tavola non una bottiglia ma una caraffa come si faceva un tempo. Addirittura di caraffe nel servizio di bicchieri che ha ricevuto in regalo per il matrimonio, nel 1954, mia mamma, di caraffe ce ne sono 2. Una per l’acqua e una per il vino.
Ma come é questo vecchierello svegliato dal suo sonno?
Intanto di vecchierello non ha niente.
Il colore ha delle sfumature mattonate come è giusto, anzi il minimo, che sia. Un tripudio di frutta di bosco fresca con lamponi, mirtilli, fragole e poi le tostature e poi il cacao e poi la borsa di cuoio e poi la china e la menta. Ti basta?
Ma freschezza al palato dove la mettiamo? E i tannini croccanti che ci fanno qui dentro?
E la freschezza scoppiettante ? E la giusta persistenza senza diventare invadenza?
Niente muscoli, solo tensione, solo piacere, solo disarmonia armonica come quella quarta corda del violoncello volutamente scordata per interpretare al meglio la Suite n. 5 BWV 1011.
Provate ad ascoltarla bevendo, sì bevendo, questo vino.