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NUITS SAINT GEORGES, BORGOGNA: CAMPANILI, VINI ROSSI E RIBES NERO

Nella Côte-d'Or, Nuits-Saint-Georges è un piccolo villaggio della Borgogna dalla storia antichissima, ma soprattutto per i suoi pregiati vini rossi e la tradizione del Ribes nero, che ne fanno una tappa obbligata lungo la celebre Route des grands Crus.

Nel cuore dei famosi vigneti Cote de Nuits, Nuits-Saint-Georges, a metà strada tra Beaune e Digione, è una tappa obbligata sulla Route des grands Crus. Un’area ampia, fertile e particolarmente vocata che abbraccia venticinque altri villaggi tipici.

Nuits-Saint-Georges, centro storico, credit@TWM

Nuits, nome dalle colture locali di noccioleti, nel 1892 l’odierno villaggio divenne Nuits-Saint-Georges, omaggio del suo vino più antico risalente all’anno 1000. Il centro storico è costellato di ottime enoteche, negozi tipici, fontane dai moderni giochi d’acqua, ma soprattutto, chiese dagli stili ed epoche diverse, con i caratteristici campanili, vero e proprio simbolo della città.

Il ribes nero è, poi, l’altra grande specialità tradizionale della regione sublimata nel Cassissium, un museo dedicato al pregiato frutto, che attraverso colture, video ed istallazioni introduce i visitatori al mondo di produzione e lavorazione della famosa creme de Cassis.

Noir de Bourgogne, cultivar, Vendrenne, credit@TWM

Un viaggio nelle varie tipologie di ribes, con le diverse cultivar pregiate, tra cui il ribes nero Noir de Bourgogne, la più aromatica al mondo, raccolta in Francia, ai locali di produzione, dove le bacche vengono messe a macerare insieme all’alcool in grandi fusti di acciaio inox, che ruotano su se stessi per miscelare l’adduzione successiva di zucchero secco. Il liquido così ottenuto affina anni in botti e tonneaux di legno, prima di essere, poi, imbottigliato e destinato alla commercializzazione.

Vendrenne, bottaia, credit@TWM

Una sala, con angolo bar, è adibita alle degustazioni, con una carrellata di stili e di gusti diversi, dalla classica ed intramontabile Kir Royal, cocktail tutto francese, a base di champagne e creme de Cassis, fino alle versioni più contemporanee ed originali della mixology.

Vendrenne, bar degustazione, credit@TWM

Vedrenne è una storica azienda familiare di distillati e liquori francesi, etichettata col famoso marchio Entreprise du Patrimoine Vivant. Tra le varie produzioni a base di frutti, fiori e piante, Supercassis è sicuramente quello più iconico, per la cui produzione viene utilizzata la pregiata varietà di ribes nero Noir de Bourgogne proveniente da tre società cooperative locali.

Il nome Cassis de Dijon è frutto di una vexata quaestio durata anni avente ad oggetto l’interpretazione degli artt. 30 e 37 del trattato cee, alla luce dell’art. 100, n. 3, del brtwmong (legge tedesca sul monopolio degli alcolici), ovvero sulla legittimità del veto posto dal Governo tedesco all’importazione di liquori con gradazione alcoolica inferiore a 32°, come il liquore Cassis de Dijon, sul presupposto del dovere preminente di tutela della salute pubblica, atteso che, a dire del governo tedesco, l’assuefazione potesse, poi, favorire l’assuefazione a bevande di più alto tenore alcoolico.

La prima pronuncia della Corte di Giustizia del 20 febbraio 1979, meglio conosciuta con il nome Cassis de Dijon stabilì che la condizione unilaterale, imposta dalla normativa di uno stato membro, della gradazione minima per la messa in commercio di bevande alcoliche costituisce un ostacolo per gli scambi incompatibile con l’ art. 30 del trattato”. Pertanto, “Non sussiste alcun valido motivo per impedire che bevande alcoliche, a condizione che esse siano legalmente prodotte e poste in vendita in uno degli stati membri, vengano introdotte in qualsiasi altro stato membro senza che possa esser opposto, allo smercio di tali prodotti, un divieto legale di porre in vendita bevande con gradazione alcolica inferiore al limite determinato dalla normativa nazionale”.

Nel corso degli anni sono seguite altre sentenze che hanno riaffermato i principi della prima pronuncia sulla questione, ribadendo che: “La nozione di ‘misura d’ effetto equivalente a restrizioni quantitative all’ importazione”, di cui all’ art. 30 del trattato cee, va intesa nel senso che ricade del pari nel divieto contemplato da detta disposizione la fissazione di una gradazione minima per le bevande alcoliche, fissazione contenuta nella legislazione di uno stato membro, qualora si tratti dell’importazione di bevande alcoliche legalmente prodotte e messe in commercio in un altro stato membro”.

A. Cascone

 

 

 

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