Il via libera dell’Unione europea alle etichette allarmistiche sul vino è un attacco diretto all’Italia, principale produttore ed esportatore mondiale con oltre 14 miliardi di fatturato di cui più della metà all’estero, e alla Granda dove sono a rischio 100 milioni di bottiglie.
È quanto afferma Coldiretti Cuneo in riferimento all’autorizzazione UE concessa all’Irlanda che potrà adottare un’etichetta per vino, birra e liquori con avvertenze terroristiche, che non tengono conto delle quantità, come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati” nonostante i pareri contrari di Italia, Francia e Spagna e altri sei Stati UE, che considerano la misura una barriera al mercato interno, e l’annuncio della stessa Commissione di possibili iniziative comuni sull’etichettatura degli alcolici.
Si tratta di un pericoloso precedente che – afferma la Coldiretti – rischia di aprire le porte a una normativa comunitaria che metterebbe a rischio una filiera che in Italia dal campo alla tavola garantisce 1,3 milioni di posti di lavoro ed è la principale voce dell’export agroalimentare.
“È del tutto improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità e a più bassa gradazione come la birra e il vino che in Italia è diventato l’emblema di uno stile di vita lento, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’alcolismo, legato ad altri tipi di alcolici che non portano con sé alcuna storia o tradizione” afferma il Presidente di Coldiretti Cuneo Enrico Nada nel sottolineare che “il giusto impegno dell’Unione per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di alimentare paure ingiustificate nei consumatori criminalizzando ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate”.
Il consumo pro capite in Italia – spiega Coldiretti – si attesta sui 33 litri all’anno con una sempre maggiore attenzione alla qualità, alla storia del vino, ai legami con i territori che spingono italiani e stranieri alla scoperta di cantine e aziende. Tuttavia, come emerso dal sondaggio online sul sito www.coldiretti.it, quasi un italiano su quattro (23%) smetterebbe di bere vino o ne consumerebbe di meno se in etichetta trovasse scritte allarmistiche come quelle apposte sui pacchetti di sigarette.
“L’autorizzazione della Commissione UE fa seguito a ripetuti blitz a livello comunitario di penalizzare il settore come il tentativo di escluderlo dai finanziamenti europei della promozione nel 2023, sventato anche grazie all’intervento della Coldiretti. Minacce che mettono in pericolo un comparto di tradizione millenaria con un impatto devastante sull’economia, sull’occupazione e sul turismo delle nostre colline” dichiara il Direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu.
Il patrimonio vitivinicolo della Granda – ricorda Coldiretti Cuneo – si fonda sul lavoro di 6.500 imprese e coinvolge 16.800 ettari di superficie vitata per una produzione di 100 milioni di bottiglie all’anno, perlopiù a marchio DOC o DOCG.
Sito web: cuneo.coldiretti.it
Redazione