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DIVERSITY ARK, ECCO LA CERTIFICAZIONE A TUTELA DELLA BIODIVERSITA’ VINICOLA

E' detta anche l’ARCA DELLA DIVERSITA’, la certificazione diversa da tutte le altre che rinforza il concetto di bio prendendo in considerazione altri parametri e definisce la vera naturalità del vigneto e, di conseguenza, anche l’eccellenza organolettica delle uve.

di Liliana Savioli

Quanti lombrichi hanno casa in un metro quadrato del tuo vigneto? E quante e quali varietà di piante ci soggiornano?

E ancora, quanti insetti e di che specie gironzolano sempre in quel metro quadro? Ma anche quante microplastiche di residui di lavorazione si trovano sempre li?

Domande assurde? No, domande più che sensate che ogni viticoltore dovrebbe farsi per poter sapere, dopo aver avuto le risposte, la salute del proprio terreno

E si, facile a dirsi ma chi potrebbe fare queste ricerche? Un’unica risposta, la Società DIVERSITY ARK  ossia l’ARCA DELLA DIVERSITA’. Un gruppo di professionisti seri e per bene che hanno iniziato nel 2022 un percorso per creare una certificazione snella diversa da tutte le altre. Non una certificazione contro il bio ma di rinforzo al bio prendendo in considerazione altri parametri.

“Durante gli anni di collaborazioni con aziende agricole, cantine, e realtà legate al mondo agricolo, sia a livello nazionale sia internazionale, abbiamo notato delle lacune o delle incongruenze nelle certificazioni già esistenti o, semplicemente, degli aspetti che potevano essere approfonditi o migliorati. Così abbiamo pensato di proporre qualcosa che davvero facesse la differenza, prendendo le parti della natura e cercando di allontanarci da una visione antropocentrica dell’agricoltura. Le proposte sono ambiziose, ma arrivano in un periodo storico in cui avere una visione lungimirante sugli effetti che l’uomo ha sulla natura non è più un’opzione, è una necessità per noi e per le generazioni future” Spiega Stefano Zaninotti, fondatore di Diversity Ark.

Sono tre i tipi di analisi che vengono condotte per poi ottenere la certificazione:

  • Campionamento del suolo e analisi biologica e chimico-fisica del suolo
  • Analisi insetti ed artropodi
  • Analisi delle biodiversità floristiche dell’appezzamento

Il tutto per compilare una scheda di valutazione del terreno. Lavoro interessantissimo che ho fatto anche io durante un incontro di conoscenza di questa nuova realtà.

Sono stata ospite del Borgo di Gradisciutta sul Collio in provincia di Gorizia di proprietà di Robert Princic. Un sogno di pace e rustica eleganza dove ho soggiornato e degustato e cenato e discusso ma anche riso e condiviso esperienze.

Ho capito che questa certificazione è stata  registrata presso EUIPO e certificata a livello europeo dall’Ente CSQA, leader in Italia per le certificazioni emesse nel settore agricolo sia in ambito regolamentato che volontario.

Pertanto è una certificazione che pesa e che peserà sempre di più in futuro. Ma ho anche capito che questa certificazione non si ferma al mero lavoro in campo per capire la salubrità del suolo e de suoi inquilini ma punta molto anche sulla formazione.

È per questo che tra i requisiti che le aziende devono garantire per accedere alla certificazione vi è anche la partecipazione ad almeno due eventi formativi, realizzati da esperti dedicati e pensati per approfondire argomenti agro-ecologici e suggerire una comunicazione efficace al consumatore dei risultati del progetto.

C’è poi un disciplinare abbastanza rigido da seguire ma che ho visto, nelle aziende certificate che ho visitato, è accettato e seguito con piacere. Sia in Tenuta Stella che Tenuta Luisa che Gradisciutta che Meroi non ho sentito nessuna difficoltà nel seguirlo anzi, ho percepito un orgoglio nell’essere certificati Diversity Ark.

Molto ci sarebbe da scrivere su questa certificazione ma vi lascio con le parole scritte da uno dei primi certificati Diversity Ark : “Siamo stati tra le prime aziende ad aver ottenuto la certificazione Diversity Ark perchè crediamo fortemente nel suo valore. Per la prima volta ci troviamo di fronte ad una certificazione che determina dati certi in grado di definire la vera naturalità del vigneto e, di conseguenza, anche l’eccellenza organolettica delle uve. Un percorso che abbiamo iniziato nel 2020 e che rappresenta oggi una vera e propria rivoluzione in ambito agricolo, il primo vero metodo per avere una visione olistica che mira a tutelare a 360° le biodiversità in ambito vinicolo”.

Alessio e Luca Inama, titolari dell’azienda.

@Riproduzione riservata

 

 


Liliana SAVIOLI

Giornalista, Padovana DOC, Sommelier, esperto degustatore internazionale e docente, fa parte dell’Associazione ACAUD  in qualità di sensorialista.
Cavaliere della Vitovska e Ambasciatrice del Festival Internazionale delle Malvasia di Portorose.
Partecipa regolarmente alle commissioni per la determinazione delle DOC E DOCG del FVG. Collaborazione con Riviste di settore anche come delegata regionale del FVG.

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