di Liliana Savioli
“Forza dai, siamo a buon punto. La strada è ancora lunga ma almeno un passo importante è stato fatto” .
Questo è il commento di Franco Sosol (Azienda il Carpino) in relazione alla notizia che l’assemblea dei soci del Consorzio Collio ha votato, con 2966 voti favorevoli, contrari 733 voti, astenuti 413 voti pertanto con il 72% dei voti favorevoli, la mozione in cui il Consiglio di Amministrazione, alla luce di quanto emerso dal tavolo di lavoro cui hanno potuto partecipare tutti i produttori della denominazione, ha proposto l’introduzione della specificazione “Vino da Uve Macerate” nel disciplinare DOC Collio per identificare i vini ottenuti attraverso la macerazione fermentativa di almeno 7 giorni.
Questa categoria, accompagnata da criteri come la classificazione cromatica tramite scala Pantone e un profilo di acidità volatile adeguato, mira a ridurre l’ambiguità nelle valutazioni e garantire una standardizzazione tra le commissioni, oltre a consentire maggior chiarezza e trasparenza nei confronti del consumatore finale.
Ora inizia l’iter ministeriale ma ci sono buone prospettiva che il tutto venga accettato e pertanto che la DOC Collio abbia, per prima in Italia, nel suo disciplinare, una regolamentazione per i vini bianchi macerati e pertanto anche le commissioni di degustazione di Valoritalia, l’ente certificatore della DOC Collio, abbiano gli strumenti per poter giudicare questa categoria di vini.
Io ne sono particolarmente felice per tanti motivi, forse il più importante è che sono vini che mi piacciono veramente, che capisco, che amo, che ho seguito nella loro evoluzione, che mi fanno sognare, che raccontano storie, che sono prodotti da persone vere che conosco uno per uno, che esprimono sia il territorio che il vitigno che la tecnica di produzione. Ognuno diverso dall’altro ma con una filosofia comune.
Ovviamente questa specificazione non regolamenterà solamente i soci della APRO (Associazione Ribolla Oslavia) ma tutti vini bianchi prodotti con lunga macerazione sulle bucce prodotti nell’areale della DOC Collio.
Sembra fatto a posta, ma probabilmente lo è, la presentazione a tutto il mondo dell’innovativo calice adatto alla degustazione di che cosa? Ma ovvio… dei vini bianchi macerati. Prodotto da Italesse di Trieste assieme ai produttori di Oslavia.
Un progetto di sinergie e complementarità regionale che farà volare alto i nome Collio e Oslavia.
Il nome? T-Made 95 Oslavia. “Il progetto di tutela territoriale che abbiamo messo in campo con l’Associazione Produttori Ribolla di Oslavia — ha dichiarato Saša Radikon, Presidente dell’Associazione Produttori Ribolla di Oslavia — grazie anche alla partnership con Italesse, rappresenta un passo fondamentale per esaltare e promuovere il nostro territorio. Oggi, grazie a questa collaborazione, in qualsiasi luogo del mondo si decida di degustare un buon vino bianco macerato, sarà possibile farlo con un bicchiere che porta il nome di Oslavia, simbolo del diventerà anche il simbolo dei nostri futuri RibolliAMO, che continueranno ad arricchire la nostra tradizione e ad attrarre appassionati da tutto il mondo.”
Ma ora veniamo ai dati tecnici : nel T-made 95 Oslavia numerosi sono gli elementi studiati per valorizzare l’insieme delle sensazioni organolettiche dei vini macerati, al naso come al palato. Le pareti avvolgenti della coppa e il proporzionato bevante sono stati studiati per far risaltare l’eleganza del vino; Il fondo, ampio e piatto, è stato pensato per stemperare l’impatto alcolico e valorizzare morbidezza e complessità del vino grazie all’ampio rapporto tra superficie e ossigeno; Il diametro del bevante è stato calcolato in modo da valorizzare la freschezza e l’equilibrio al palato. L’attenzione progettuale, oltre che alle forme è stata rivolta anche alla qualità dei materiali e all’architettura del calice.
I T-made 95 Oslavia sono infatti realizzati con il miglior vetro cristallino per garantire la massima trasparenza possibile, elemento fondamentale per la valutazione visiva del vino, e realizzati in modo da assicurare, con il perfetto bilanciamento dei pensi e i giusti spessori, la resistenza e la perfetta maneggevolezza. Questo calice inserendosi nella collezione ultra-professionale T-made in versione “Leggerissimi”, grazie al perfezionamento della tecnica del soffiaggio a bocca e della lavorazione a mano, raggiunge una leggerezza e un’elasticità da record, in grado di aggiungere alla percezione visiva, olfattiva e gustativa, anche l’emozione di quella tattile.
Una coppa generosa, un volume ampio, un calice sensoriale. Pronto per raccontare un sogno.
Hanno impiegato 12 mesi con 320 degustazioni e 5 prototipi prima di arrivare a questo, che son certa, diverrà un oggetto di culto per chi ama questo mondo in evoluzione.
Ne sono stati prodotti sono 2000, purtroppo non in Italia ma in uno stato dell’Est Europa, ma credo dovranno mettersi al lavoro velocemente perché, quando si spargerà la voce, saranno in molti che lo vorranno avere in tavola. Purtroppo è tardi per regalarcelo per Natale, ma non per il compleanno. Ricordatevelo. A proposito volete sapere il costo? Nello shoping aziendale Italesse, una scatola da 6 costa 180 euro, 30 euro al bicchiere. Solo l’esperienza di tenerlo in mano, vi garantisco, li vale tutti!!
Liliana SAVIOLI
Giornalista, Padovana DOC, Sommelier, esperto degustatore internazionale e docente, fa parte dell’Associazione ACAUD in qualità di sensorialista.
Cavaliere della Vitovska e Ambasciatrice del Festival Internazionale delle Malvasia di Portorose.
Partecipa regolarmente alle commissioni per la determinazione delle DOC E DOCG del FVG. Collaborazione con Riviste di settore anche come delegata regionale del FVG.