Testo di Andrea Li Calzi
Foto di Danila Atzeni
La storia della famiglia Nuti
Il pioniere dell’odierna cantina La Regola, avviata ufficialmente nel 1990 da Flavio e Luca Nuti, fu il bisnonno Corrado. Quest’ultimo inizia l’attività vitivinicola mediante una piccola produzione destinata perlopiù al consumo familiare, attorno ai primi anni del ‘900 in località La Regola. Il suddetto toponimo lo ritroviamo nelle carte catastali fiorentine del 1700.
Appassionato ed instancabile fabbro-ferraio del paese, amava “dissetarsi” con il proprio vino. Arriviamo agli anni ’30, epoca in cui Nilo – seconda generazione – continua la strada intrapresa dal padre aggiungendo anche una piccola attività agricola di servizi, oltre all’acquisto dei primi trattori e le trebbie per il grano.
L’attività cresce sempre più grazie anche al contributo di Rolando, padre di Luca e Flavio, che espande e modernizza la propria impresa raggiungendo tutta la provincia di Pisa e Livorno. Vengono impiantati anche nuovi vigneti nelle vicine e rinomate colline di Bolgheri. Arriviamo dunque alla quarta generazione, attorno al 1990, mediante l’impegno di Luca – diventato agronomo dell’azienda e responsabile della produzione – e Flavio, avvocato, che ha appoggiato con entusiasmo il fratello occupandosi della parte amministrativa, commerciale e del marketing.
Viene avviata dunque la cantina La Regola così come la conosciamo ai giorni nostri. Valentino Nuti, il figlio di Flavio – dal 2018 enologo in azienda – assieme a Nicolò e Vittoria rappresentano la quinta generazione; tutto, dunque, fa ben sperare riguardo un futuro sempre più florido dell’attività vitivinicola familiare.
Il territorio e la filosofia
Dopo aver percorso la strada provinciale che dall’alta collina giunge praticamente al mare, è impossibile non rimanere ammaliati dalla bellezza del panorama che abbraccia la sede aziendale. La cantina, progettata dall’architetto Sergio Scienza è totalmente ecosostenibile, alimentata da energia solare. Ci troviamo per l’esattezza in Località La Regola nel Comune di Riparbella, Pisa, nella valle del fiume Cecina, a 4 Km dalle note spiagge della zona.
Questo fazzoletto di terra è da sempre vocato alla coltivazione della vite, lo testimoniano le vestigia di un antico insediamento etrusco, perfettamente conservate, nel quale sono state trovate delle anfore dove veniva stoccato il vino. Il suddetto luogo rappresenta ancor oggi uno dei più importanti siti etruschi costieri, avamposto della vicina Volterra.
L’area vitivinicola in questione è immersa in una natura che si distingue per la sua biodiversità e i morbidi profili punteggiati dai fitti boschi di querce da sughero. Nonostante l’altitudine vada va dai 50 ai 100-200 mt s.l.m., a seconda che trattasi di rilievi pianeggianti o collinari, i vigneti dell’azienda La Regola godono di un microclima particolarmente favorevole influenzato dalle correnti fredde che arrivano dalla parte alta della provincia di Pisa, e dalle calde brezze che soffiano dalla Costa Toscana.
Il terreno è sciolto e drenante, prevalentemente costituito da sabbie plioceniche ricche di fossili di conchiglie, con una percentuale di argilla e una stratificazione di rocce e minerali ricchi di ferro. L’esposizione dei filari è a sud-sud est. La tenuta è attraversata dal fiume Cecina e protetta ai lati da una fascia collinare boschiva con una forte presenza di querce da sughero, tutto ciò crea un microclima temperato con notevoli escursioni termiche. Le viti sono allevate a cordone speronato, con una densità che va da 4000 a 7500 ceppi per ettaro, da cui si ottengono basse rese.
La famiglia Nuti tiene particolarmente alla salvaguardia della natura circostante, il vero tesoro da difendere ad ogni costo; dunque, l’azienda è interamente convertita all’agricoltura Biologica. Le operazioni in vigna vengono svolte sempre manualmente: sia nel momento della raccolta, che durante la selezione dei grappoli; operazione quest’ultima eseguita in maniera maniacale a detta dei nostri interlocutori Flavio e Valentino Nuti. Quest’ultimo, enologo aziendale, aggiunge che la vinificazione si svolge a temperatura controllata utilizzando solo lieviti indigeni, e che ogni operazione segue costantemente l’equilibrio della natura, i suoi tempi e la sua armonia.
I vini
La gamma dei vini prodotti è piuttosto diversificata e conta svariate etichette. La produzione si attesta attorno alle 100.000 bottiglie annue. Iniziamo dallo Strido, ovvero un merlot 100%, il Cru La Regola – punta di diamante aziendale prodotto per la prima volta nel 1998 – cabernet franc in purezza, il Vallino, assemblaggio di cabernet sauvignon, sangiovese e cabernet franc; continuiamo con il Ligustro, blend di Sangiovese , merlot e syrah , infine il Rosegola, ovvero un vino rosato prodotto mediante cultivar quali sangiovese, merlot e syrah.
La gamma dei bianchi è caratterizzata da una freschezza che in parte deriva del microclima presente lungo il fiume Cecina e dalle costanti escursioni termiche notturne, le stesse donano spiccata acidità e mineralità. L’etichetta di punta è senza dubbio La Regola Bianco, assemblaggio di uve chardonnay e sauvignon Blanc, seguito da Lauro, blend di viognier e chardonnay, lo Steccaia, vermentino in purezza; infine, il Sondrete, un vino passito. A questi si aggiunge anche la linea bollicine da uve manseng: un metodo classico 36 mesi sui lieviti e il 60 mesi. Dal 2023 si produce anche il metodo classico rosato, 100% pinot nero, che affina tre anni sui lieviti. Una grappa affinata in barrique e un olio di grande aromaticità e finezza chiudono il cerchio, dunque l’offerta aziendale.
La degustazione
Vino Spumante di Qualità Metodo Classico Brut L’eccezione Rosè
Rosa tenue, tonalità chiara, perlage minuto e continuo. Timbro olfattivo di media intensità caratterizzato da un profilo arioso che sa di frutti rossi di bosco croccanti, suggestioni balsamiche e cipria. Notevole le verticalità al palato, sapidità media, s’avverte una bollicina cremosa e al contempo stuzzicante. Buono.
Vino Spumante di Qualità Metodo Classico Brut L’eccezione
Paglierino chiaro, anche in questo caso il perlage è da manuale. Avverto un bouquet di profumi che spazia con disinvoltura dalla dolcezza dei lieviti e della frolla, al frutto tropicale intenso con incursioni salmastre e iodate. In bocca vi è sinergia tra sapidità e freschezza, i toni sono ampliati da un centro bocca non indifferente. Lunghissimo. Mi ha davvero sorpreso.
Vino Spumante di Qualità Metodo Classico Brut Nature 2015 L’eccezione 60
Paglierino caldo con riflessi oro, bollicine simili a piccoli spilli durano a lungo all’interno del calice. Al naso il timbro è suadente: burro fuso, miele d’acacia, nocciola tostata e un ricordo di smalto e scogli bagnati dalle onde del mare. La sensazione tattile del perlage stuzzica il palato con garbo, eleganza, e la buona vena acida – inserita in un contesto di media struttura e notevole lunghezza – deterge l’insieme. Un vino appagante.
Costa Toscana Bianco La Regola 2021
Paglierino chiaro, tonalità algida e al contempo sobria. Al naso il dolce ricordo del fiore di acacia anticipa il frutto tropicale “croccante”, acido e spigliato, impreziosito da suggestioni salmastre e di pepe bianco. La complessità è tale anche in bocca, dove non risparmia colpi, ma ciò che più sorprende è la totale assenza di peso nonostante una profondità ragguardevole. Un vino ricco, godurioso, sapido e ancora giovane. Ha una lunga strada da percorrere davanti a sé.
Costa Toscana Rosso Vallino 2021
Rubino squillante con unghia violacea. Naso oserei dire quasi “piccante” caratterizzato da un ricordo di peperoncino verde e friggitello abbrustolito alla brace, ma anche susina nera, zagara e tabacco. Un vino succoso, al contempo potente, pur tuttavia misurato nel suo incedere in termini di lunghezza e totale assenza d’alcol percepito. Una bella scoperta.
Costa Toscana Rosso Strido 2019
Rubino caldo, profondo, riflessi porpora; grande consistenza. Timbro intenso e “ammiccante”, sembra quasi voglia provocare ma senza eccedere in sovrastrutture. Nell’ordine: amarena, tabacco vanigliato, pepe nero e liquirizia, geranio selvatico e in chiusura una fresca nota vegetale e lievemente terrosa. Ne assaggio un sorso e la rotondità del vino prende il sopravvento, senza tralasciare l’acidità del frutto – che ritorna prepotentemente – e una lunga scia sapida, la stessa che impegna senza strafare.
Costa Toscana Rosso La Regola 2019
Rubino intenso, tonalità vivace e una leggerissima ombra color porpora. Questo Cabernet Franc gioca un campionato a parte, e non alludo meramente ad un fattore di qualità perché fino ad ora il livello riscontrato è indubbiamente alto. Semmai desidero porre l’accento sul suo profilo in levare, misurato, mostra sobrietà e classe; risulta appassionante ricercarne le sfaccettature.
Carpire dunque la vera essenza del vino. Dopo lenta ossigenazione, affiorano le spezie orientali, il cardamomo e una piacevole freschezza balsamica unita a suggestioni salmastre; in chiusura squaderna financo erbe officinali e un ricordo di frutti di bosco spremuti. Il sorso è teso, verticale, ricco di estratto pur tuttavia arioso e privo d’alcol percepito. La lunghezza è notevole unita ad una scia sapida che mostra tutto il potenziale del cru più importante dell’azienda La Regola.
Bianco di Toscana Sondrete 2008
Vino Passito da uve trebbiano, malvasia e colombana, si presenta in veste ambra e mediante una tonalità calda; estratto considerevole. Naso intenso che sa di dattero essiccato, smalto, macchia mediterranea e frutti tropicali disidratati; in chiusura financo canfora. La dolcezza del sorso è attraversata qua e là da guizzi sapidi e acidi che invogliano la beva. Un fuoriclasse dotato di grande equilibrio.
(In copertina, Valentino Nuti nel suo Podere, La Regola@Danila Atzeni)
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Andrea LI CALZI