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BORGOGNA, TERRA DI INCONTRI, DI SCAMBI E DI CULTURA

I grandi climat della Borgogna si snodano in millenni di Storia evolutiva di cultura enologica. Una sapienza che gode dell'appellativo di Valore Universale Eccezionale, iniziata con il grande Impero romano, custodita e tramandata dai monaci fino a noi

ALLE ORIGINI DEL MITO

Il primo documento scritto che riporta l’esistenza del terroir di Borgogna è del 312 d.C., ad opera di tale Eumenius, rettore dell’Università gallo-romana di Autun, in un panegirico dell’imperatore Costantino Augusto. Frutto di diversi secoli di viticoltura, la Borgogna già nel IV secolo era famosa per la qualità dei suoi vini

La storia del vino di Borgogna è legata al ricordo di due grandi unomini che hanno fatto epoca: il duca Philippe le Hardi (1342-1404) che impose di bandire il gamay dai migliori terroir della Côte a favore del Pinot Noir e, dopo di lui, Philippe le Bon (1396-1467) che proibì l’estensione di piccoli vini di facile produzione che ne alteravano la qualità.

Non può parlarsi di Borgogna senza omaggiare il ricordo della battaglia romana più gloriosa, quella di Caio Giulio Cesare del 52 a.C. ad Alesia, non lontano dall’odierna Digione, contro le tribù galliche di Vercingetorige, capo degli Arverni. Gli antichi popoli dei Galli erano definiti “barbari” perchè, a differenza dei Romani bevevano il vino “puro”, ovvero non diluito con acqua.

Nel tempo, l’influenza di stili e di cultura romana determinò, progressivamente il cambio di abitudini, facendo aumentare il consumo del vino in luogo di quello tradizionale della birra. Infatti, a partire dal I d.C. furono piantate molte viti che, nel corso dei secoli, rimodellarono il paesaggio della Borgogna. Da parte gallica, la botte sostituì le anfore romane nel processo di affinamento del vino.

La COTE d’OR

Un patrimonio culturale di 2000 anni che costituisce ancora oggi un modello mondiale di viticoltura, in un territorio straordinario, unicum di suoli e di microclimi differenti con un mosaico di 1247 Climats de Bourgogne, appezzamenti coltivati a vite, dal 2015 inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità da parte dell’UNESCO.

Da Djion a Santenay,  corre la celebre Côte d’Or , divisa in Côtes de Beaune e Côtes de Nuits: un nastro di territorio particolarmente vocato lungo circa 60 km su un’importante faglia geologica risalente al periodo giurassico, con sedimenti rocciosi calcarei misti a  conchiglie, che costituiscono la straordinaria stratificazione del terroir dei Climat e motivo della qualità unica dei suoi vini. Una peculiarità che, insieme alla storia del territorio ed alla cultura vitivinicola ha acquistato alla Borgogna l’appellativo di Valore Universale Eccezionale (VUE), parametro di valutazione adottato dall’Unesco per la classificazione dei siti.

Vigneti nella Cote d’Or, credit@TWM

Alla metà del I sec.d.C, l’aumento di abbazie e monasteri corrisponde a quello di viti e vigneti da parte di monaci. Grazie all’opera di conservazione e di valorizzazione della pratiche agricole e vitivinicole dei monaci cistercensi e cluniacensi, si sviluppò una maggiore conoscenza del vino ed aumentò il desiderio di trovare terroir sempre più vocati anche da parte dei nobili che iniziarono a piantare le viti sulla costa, intorno a Beaune. Cluny, fondata nel 909 e Cîteaux nel 1098, sono i monasteri più famosi dell’epoca che, grazie a conoscenze e lavoro, contribuirono largamente all’influenza del vigneto borgognone .

CHATEAU DE VOUGEOT 

A metà strada tra Digione e Beaune, nel cuore dei vigneti della Borgogna, Chateau de Vougeot è un’antico chateau del XII secolo costruito dai monaci cistercensi della vicina Abbazia di Cîteaux per la produzione vinicola.

Chateau de Vougeot, credit@TWM

Nel XVIII secolo furono proprio i monaci a istituire una classificazione dei vigneti Grands Crus, Premiers Crus e Village, in base al potenziale qualitativo di espressione del proprio territorio. Un territorio variegato e complesso, con terroir e microclimi diversi che costituiscono il patrimonio della viticolt ura della Regione. Chambertin e Chambertin-Clos de Bèze, Clos de Tart, Musigny, Clos de Vougeot, Richebourg, Romanée Conti, Montrachet, le Tête de Cuvées, ancora oggi sono denominazioni che identificano produzioni di vini eccezionali. Successivamente, nel XVI secolo, l’impianto originale del Castello fu ulteriormente ampliato secondo lo stile rinascimentale.

Chateau de Vougeot, corte interna, credit@TWM

Oggi Chateau de Vougeot non produce più vino, ma è un museo affascinante che serba intatta l’impronta agricola originale, con i suoi enormi depositi per le attrezzature, i torchi medievali, la cantina e le cucine originali. Nel 1945 la Confrérie des Chevaliers du Tastevin ha acquistato il castello destinandolo a sede dell’Ordine dei climats de bourgogne.

MARSANNAY ED IL SUO CHATEAU

Alle porte di Digione, nel cuore della denominazione Marsannay e dei vigneti più famosi della Côte de Beaune e Côte de Nuits, rinomata per i suoi grandi vini rossi, straordinario binomio di potenza e concentrazione con finezza ed eleganza, si trova il castello di Marsannay. Approccio agroecologico a garanzia della biodiversità, il Castello ha 40 ettari di vigneti, climat, coltivati ​​biologicamente, le cui uve sono vinificate e invecchiate separatamente, a tutela di uno stile preciso che rispetta l’identità del terroir.

Chateau Marsannay, ingresso,credit@TWM

Tra questi climat, 28 si trovano sui migliori terroir della denominazione Marsannay, Chambertin, Ruchottes-Chambertin, Clos de Vougeot, Echezeaux, Gevrey-Chambertin Premier Cru Bel-Air e Champeaux, Vosne-Romanée en Orveaux. Da questi vigneti nascono i vini di punta dell’azienda: quattro Grands Crus, Chambertin, Ruchottes-Chambertin, Clos de Vougeot ed Echezeaux , oltre Premiers Crus di Gevrey-Chambertin e Vosne-Romanée. Il climat degli Hospices de Dijon, in Côte de Nuits , costituito da appezzamenti lasciati in eredità da generosi donatori, è utilizzato solo per la parte dei 5 ettari più belli,

Chateau Marsannay, climat, credit@TWM

Fermentazione malolattica e affinamento sono controllati in una cantina completamente termoregolata, ad una temperatura ottimale di quindici gradi. La cantina ha anche un percorso didattico con una grande mappa della Cote de Nuits ed un grande quadro in cui sono inserite tavole contententi le differenti tipologie di suoli che compongono il mosaico dei climat.

Chateau Marsannay, tavole con diversi suoli, credit@TWM
Chateau Marsannay,bottaia, credit@TWM

Nel piano sottostante a 10 metri sotto terra, un grande ambiente con volte ospita barrique e botti di rovere dove riposano i vini la cui evoluzione è testata ciclicamente attraverso degustazioni periodiche. Tra i migliori assaggi: Marsannay, Es Chezot 2019, Pinot noir 100% fa 13 mesi in botte poi 3 mesi in bottiglia. Lampone rosso, naso carnoso di geranio, bella freschezza , ha tannini setosi ed una struttura ancora in ispessimento, come dimostra il potenziale d’invecchiamento segnato a oltre dieci anni.

Marsannay, Les Longeroi, 2018,  Pinot noir 100% fa 13 mesi in botte poi 3 mesi in bottiglia. Colore rosso “Nebbiolo”, il naso è ricco di piccoli frutti di bosco, ribes nero in primis, note speziate dalla dolcezza di vaniglia alla lieve pungenza aromatica della cannella. Complesso e strutturato, colpisce per freschezza e avvolgenza di tannini levigati.

Gevrey-Chambertin Premier Cru, Champeaux 2018, è uno dei 9 dei 24 Grands Cru rossi di Borgogna, Pinot noir 100% fa 12 mesi in botte poi 5 mesi in bottiglia prima di essere commercializzato Invecchiamento minimo 5 anni fino a 15 o anche più. Frutta rossa croccante, ribes nero, acidità e tannini marcati, al sorso si rivela ancora giovane, ma dal grande potenziale evolutivo. Clos de Vougeot Grand Cru, 2018, Pinot noir 100% fa 12 mesi in botte poi 5 mesi in bottiglia, Frutta rossa cotta, note di arancia rossa, spezie, tabacco fresco, avvolgenza setosa di tannini e grande persistenza aromatica.

BEAUNE, PIETRA MILIARE DELL’ARTE EUROPEA

Non si può parlare di vini in Borgogna senza richiamare lo straordinario capolavoro artistico-culturale degli Hospices Civils de Beaune , un complesso ospedaliero costruito nel 1443 per volontà di Nicolas Rolin e Guigone de Salins

Hospices de Beaune, credit@TWM

Conosciuto anche come Hôtel Dieu, l’ospedale serviva al riparo ed all’accoglienza di malati e poveri che qui trovavano cure ed assistenza, grazie all’opera di carità e di mecenatismo che nei secoli, è divenuta una consuetudine ed ha consentito agli Hospices de Beaune di attraversare la storia in condizioni eccezionali. Dall’inizio degli anni ’80 l’Hotel Die ha dismesso la sua funzione di ospizio per gli anziani e comprende il centro ospedaliero di Beaune e gli ospedali di Arnay le Duc, Seurre e Nuits St Georges e sono la struttura di appoggio del Groupement Hospitalier de Territoire du Sud Côte d’Or.

Giudizio Universale, Roger van Der Weyden,Beaune, credit@TWM

Il pregio di questa istituzione ospedaliera è insito nella sua natura : non solo uno straordinario gioiello dell’architetutta medievale borgognona dai caratteristici tetti di ceramica colorata, simbolo di tutta la regione, ma custode prezioso anche del capolavoro fiammingo di Roger van der Weyden, il Polittico del Giudizio universale , una delle opere d’arte più complesse e importanti del Quattrocento europeo.

A tanto si aggiunge una prestigiosa produzione di vini dalla tenuta vinicola a Beaune di 60 ettari delle migliori denominazioni della Borgogna, provengono da lasciti e donazioni private che, ogni anno, viene messa all’asta la terza domenica di novembre. L’asta, che può comprendere più di 500 lotti, è la vendita di beneficenza vinicola più famosa e più antica del mondo

selezione vini Hospices de Beaune, credit@TWM

Dal 1945 , il carattere benefico della vendita dei vini degli Hospices de Beaune è rimasto in primo piano. Quest’anno l’evento mondiale della 163 ° vendita di vini Hospices de Beaune si svolgerà domenica 19 novembre 2023 nelle Halles de Beaune . Tema portante è “un buon invecchiamento”, a tutela della salute pubblica e a sostegno di una o più associazioni impegnate nella prevenzione e nella salvaguardia dell’autonomia delle persone anziane.

farmaciadegli Hospices de Beaune, credit@TWM

Piece of Charity”  è la moneta di beneficenza messo all’asta, molto spesso un grand cru della vendemmia dell’anno da uno dei terroir eccezionali della tenuta Hospices de Beaune. Il ricavato delle vendite è destinato alla manutenzione del patrimonio e all’ammodernamento delle attrezzature e degli edifici dell’ospedale. Ma, sopratutto, svolge un ruolo di primo piano nelle due principali attività di Beaune e della sua regione: il turismo e il vino.

Un pezzo di storia millenaria della migliore viticoltura della Borgogna, Da scoprire, lentamente anche in un calice di vino.
(In copertina, etichette Chateau Marsannay, credit@2022C.Guerriero-TWM)

@Riproduzione riservata

degustazione con Manon Rouhier, credit@TWM

Carmen Guerriero

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