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FORA BINA WINE CLUB: L’ARTE DEL VINO RACCONTATA DA DUE ENOLOGI

Un’idea che esce decisamente dagli schemi convenzionali a partire dal nome, il significato è infatti “fuori dai binari”. Il nuovo progetto di Christian Gastaldelli e Matteo Castagna dedicato a tutti i wine lovers.

di Andrea Li Calzi

Fora Bina Wine Club

«Abbiamo investito anni negli studi e sul campo a produrre vini, ora è arrivato il momento di spiegarlo e farlo col nostro pubblico, con metodo, concretezza e trasparenza ».

Le parole di Christian Gastaldelli e Matteo Castagna, i due enologici coinvolti in Fora Bina Wine Club, appaiono chiare ed inequivocabili. Ho avuto la possibilità di conoscerli mediante una webinar e ho apprezzato la loro schiettezza e trasparenza d’intenti. Si potrà comunicare online con i nostri protagonisti per scoprire tutto sul mondo del vino, accedendo a corsi educational, contenuti social e seguendo passo dopo passo la produzione di nuovi vini – a tiratura limitata – facenti parte del progetto sopracitato. I contenuti, curati direttamente da Matteo e Christian – ivi compresi video, pagine social, news letter, eventi dal vivo ed eno-tour – puntano dritti al cuore del mondo del vino entrando dalla porta principale. Un approccio più che mai attuale, senza fronzoli, e che ha l’obbiettivo di formare, o semplicemente informare, tutte le persone appassionate ma anche i semplici curiosi e simpatizzanti della materia cara a Bacco. Il Club conta oggi su circa 1.100 iscritti che ogni giorno guardano e scaricano i contenuti creati dai due enologi. Al momento gli enonauti di Fora Bina possono accedere ai contenuti gratuiti, una parte dei quali col tempo diventeranno riservati sottoscrivendo un abbonamento mensile.

Christian Gastaldelli e Matteo Castagna

Christian Gastaldelli e Matteo Castagna sono stati compagni di studi alla facoltà di Enologia e Viticoltura di Verona. Oltre ad essere soci del progetto Fora Bina sono fondamentalmente due grandi amici. Dopo la laurea, il primo, trova lavoro in un’azienda leader di prodotti e servizi enologici. Un ruolo che gli sta stretto perché la sua volontà è quella di essere protagonista della vinificazione. Cambia dunque lavoro entrando a far parte di una grande cantina privata della provincia di Verona.

Anche in questo caso la filosofia, e dunque enologia “di massa” – per così dire – non rispecchiano minimamente quel che ha studiato con tanta passione. Alludo a tutto ciò che oggi identifica il progetto sopracitato. “Così ho deciso di abbandonare quel mondo – spiega Christiane insieme con Matteo, e grazie anche ad un pizzico di follia, abbiamo fondato “Fora Bina Wine Club”.  Lo scopo è quello di riuscire finalmente a prendere quelle “perle enologiche”, ovvero determinati vitigni e vini e farli arrivare al nostro pubblico senza compromessi, con la possibilità di vivere la cantina ogni giorno e assaggiare con noi prodotti rari e unici –.

Christian Gastaldelli e Matteo Castagna@Fora Bina Wine Club

Matteo Castagna, marito e padre di due figli, grande appassionato di auto sportive e trattori storici, è nato e cresciuto in un piccolo paese in mezzo alla natura in provincia di Verona. A 24 anni ha la prima esperienza di lavoro all’estero come Lab Techinician. L’anno seguente, grazie ad un contatto universitario, approda presso un importante produttore vitivinicolo dell’est Europa, più precisamente in Romania. Da cinque anni è Responsabile Tecnico di Qualità, Ricerca e Sviluppo di un’altra azienda internazionale operante sempre nel settore prodotti e servizi enologici. – La sfida con Christian – racconta Matteo – è di ritornare alla tradizionalità della lavorazione delle uve, supportati dalle nostre diverse conoscenze nel campo con un occhio sempre puntato al futuro. Non ci definiamo né maestri né guru, ma la nostra idea è di essere, con l’aiuto del nostro pubblico, divulgatori dei saperi enologici tradizionali e futuri –.

La produzione

«Fora Bina è fondamentalmente un processo nato soprattutto guardando le uve, e sperando fossero queste a dettarci le tecniche enologiche per interpretarle al meglio»

Questa frase mi ha colpito enormemente. Racchiude in sé tutta l’umiltà dei due enologi e l’essenza della viticoltura, ovvero partire dalla materia prima, seguire i ritmi imposti dalla natura e accompagnare il suo corso senza in alcun modo prevaricarne l’essenza. Attualmente la produzione di Fora Bina si attesta attorno alle 6.000 bottiglie. I nostri protagonisti sperano al massimo di arrivare a 10.000. Scelte con vetro 100% riciclato, questo perché tengono molto alla sostenibilità ambientale. La chiusura del collo è in gomma lacca al 50% sintetica, ma presto sarà 100% biodegradabile. Anche il livello di solforosa contenuto nei vini è basso e si aggira attorno ai 60 mg per litro.

Vini fuori dagli schemi

Christian e Matteo hanno girato per i migliori vigneti della provincia di Verona, individuato le vigne più vocate, compresi i vitigni “eletti”. Un lavoro instancabile, durato per anni, che già poneva le basi per quello che oggi è diventato il progetto Fora Bina. Alludo ad una sorta di “laboratorio sperimentale” che pone al centro della scena due attori principali: il vitigno ed il territorio.

Grappolo di corvinone@Fora Bina Wine

Nascono così vini in edizione limitata, decisamente fuori dagli schemi, che vanno oltre le principali e più note denominazioni della provincia di Verona. Questi prodotti non rappresentano soltanto le peculiarità dell’annata, ma anche la scelta produttiva e la valorizzazione del varietale. Elementi che anno dopo anno potranno variare, rappresentando dunque una sorpresa per gli amanti del vino. Un’idea dinamica di far vino che punta ad arricchire le competenze di tutti coloro che con passione vorranno seguire il progetto. Nel 2024 vengono presentate quattro etichette: un frizzante, un bianco, un rosato e un rosso, mentre nel 2026 l’offerta si arricchisce di un altro rosso da evoluzione, per un totale di circa 6.400 bottiglie.

Sostenibilità aziendale e naturalità dei vini

La sostenibilità ambientale e viticola è per Fora Bina una priorità applicata con coerenza su vari ambiti. Un valore fondamentale che indentifica l’azienda. In primis la materia prima. Le uve vengono acquistate da viticoltori esperti, le stesse vengono allevate all’interno di rilievi collinari vocati, vicino ad altre coltivazioni come ciliegi e olivi, o boschi; in zone con ecosistemi integri e ricchi di biodiversità, lontano dalle monocolture delle pianure. Vigneti dove viene preferito il lavoro manuale e vengono ridotti i passaggi di trattori e mezzi meccanici. La sostenibilità è anche rivolta alla produzione del vino. Le uve selezionate vengono sottoposte ad accurate analisi che garantiscono sicurezza di salubrità. I prodotti utilizzati nelle vinificazioni sono di origine naturale e privi di allergeni. Non vengono utilizzati prodotti di sintesi o chimici al di fuori del metabisolfito in dosaggi molto bassi.

I primi tre vini @Danila Atzeni

Tutti i vini prodotti sono non chiarificati e non filtrati.  La produzione, lo stoccaggio, il packaging sono effettuati con tecniche e materiali sostenibili volti a ridurre l’impatto ambientale. Infine, la sostenibilità nella gestione aziendale. La cantina è dotata di un impianto fotovoltaico che consente di diminuire l’impatto ambientale, ed abbattere i costi e i consumi energetici necessari per le operazioni di vendemmia. È stato predisposto un sistema di recupero della CO2 di fermentazione, affinché venga riutilizzata per inertizzare le vasche durante i travasi (operativo dal 2025).

Il punto di vista sui vini

Vino Bianco Frizzante Bina F1 Verona IGT 2023@Danila Atzeni

Vino Bianco Frizzante Bina: F1 Verona IGT 2023

Uve garganega (80%), a saldo trebbiano. Vinificazione separata dei lotti d’uva, pressatura soffice e fermentazione a temperature differenziate.

Affinamento sulle fecce fini per due mesi con bâtonnage. Rifermentato in bottiglia con il suo fondo e lasciato affinare sui lieviti senza sboccatura. Non chiarificato e non filtrato. Paglierino intenso, tonalità chiara e riflessi verdi, media consistenza e perlage fine.

Al naso suggestioni floreali ed un ricordo vegetale fresco e stimolante. Anche il frutto è vivo, cangiante: mela Granny Smith, scorza di cedro e ribes bianco; in chiusura pietra polverizzata e smalto. In bocca convince per pienezza gustativa, acidità incalzante e un finale fresco e ammandorlato.

Vino Bianco Bina: B1 Verona IGT 2023

Vino Bianco Bina B1 Verona IGT 2023@Danila Atzeni

Uve garganega (80%), a saldo trebbiano. Vinificazione separata dei lotti d’uva, pressatura soffice e fermentazione a temperature differenziate.

Affinamento sulle fecce fini per quattro mesi con bâtonnage. Non chiarificato e non filtrato. Paglierino vivace, solare, media consistenza.

Il frutto al naso appare stimolante, fresco, pare quasi di “morderlo” considerando la vitalità. Nell’ordine: pera Kaiser, mela renetta e cenni agrumati; gli stessi crescono d’intensità con l’aumento della temperatura del vino.

Allorché una vena vegetale prende il sopravvento, accompagnata da effluvi minerali che implementano la complessità del quadro olfattivo. In bocca a mio avviso il vino necessità ancora di qualche mese, o anno, per rivelare le sue doti d’equilibrio ancora piuttosto sbilanciate a favore delle durezze.

Il finale è pur tuttavia agrumato, stimolante e invoglia il sorso successivo.

Vino Rosato Bina PK1 Verona IGT 2023@Danila Atzeni

Vino Rosato Bina: PK1 Verona IGT 2023

Uve corvinone in prevalenza da un unico vigneto posizionato ai piedi del monte Baldo in provincia di Verona. Vinificazione separata dei lotti d’uva, in questo caso pressata intera.

Finita la fermentazione i vini affinano sulle fecce fini per quattro mesi con bâtonnage; la macerazione non viene effettuata in pressa. Non chiarificato e non filtrato.

Rosa cerasuolo con riflessi buccia di cipolla, media consistenza. Il timbro olfattivo è piuttosto esuberante con rimandi ai piccoli frutti rossi, pesca tabacchiera e arancia rossa sanguinella.

Con lenta ossigenazione una nota lievemente metallica e di pepe rosa. Sorso stimolante, attraversato qua e là da guizzi acidi e da una sapidità incisiva che rende il sorso tutt’altro che banale. Al contrario impegna senza strafare, imprime soprattutto una sensazione di piacevolezza.

 

@Riproduzione riservata

Andrea LI CALZI

Sommelier Ais dal 2011, in tandem con Danila Atzeni, fotografa professionista e sua compagna, autrice, tra l’altro, degli scatti dei suoi articoli, è un grande appassionato per la materia tanto cara a Dio Bacco ed ama la purezza delle materie prime in cucina: proprio l’attività tra i fornelli l’ha fatto avvicinare al mondo del vino attorno al 2000.
Dopo svariati master di approfondimento sui più importanti territori vitivinicoli al mondo, nel 2021  ha ricevuto il 33° Premio Giornalistico del Roero. Scorre il nebbiolo nelle sue vene, vitigno che ha approfondito in maniera maniacale, ma ciò che ama di più in assoluto è scardinare i luoghi comuni che gravitano attorno al mondo del vino. Collabora, altresì, anche con altre note riviste di settore.

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