Per il pranzo di Pasqua gli italiani spendono quest’anno una media di 75 euro a famiglia, sostanzialmente in linea con lo scorso anno, con la stragrande maggioranza che lo trascorrerà in casa propria o di parenti e amici. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixè “La Pasqua 2024 degli italiani a tavola” che fotografa le abitudini dei consumatori in occasione della prima mostra del dolci regionali della festività al mercato di Campagna Amica al Circo Massimo.
Il 60% dei cittadini trascorrerà il pranzo tra le mura domestiche, mentre un altro 26% lo passerà da parenti e amici. Ma c’è anche un 9% che ha deciso di andare in un ristorante o in un agriturismo mentre un 3% farà un picnic all’aria aperta e un rimanente 2% sarà altrove, secondo Coldiretti/Ixe’. In media saranno sei le persone su ogni tavola – spiega Coldiretti – con una situazione abbastanza simile a quella dello scorso anno.
Per preparare il pranzo di Pasqua si impiegheranno mediamente 2,1 ore, con una netta tendenza a privilegiare i menu della tradizione. Tra coloro – secondo Coldiretti – che cucineranno, una maggioranza del 55% conterrà le operazioni in cucina tra i 30 minuti e le 2 ore, un 26% si spingerà a 3 ore, un 11% arriverà a 5 ore e un 5% oltre. Solo un 3% si limiterà ad appena mezz’ora.
Agnello in tavola.
L’alimento più rappresentativo della tradizione pasquale per la maggioranza degli italiani resta la carne d’agnello che viene servita in una tavola su 3 (33%) nelle case, nei ristoranti e negli agriturismi, ma non mancano le uova. Ne vengono consumate circa trecentomila durante la settimana santa.
A vincere sono soprattutto le ricette della tradizione che da nord a sud caratterizzano l’intero Paese come per esempio gli gnocchi filanti in Piemonte, la minestra di brodo di gallina e uovo sodo e le pappardelle al ragù di coniglio in Toscana ma anche la corallina, salame tipico accompagnata dalla pizza al formaggio mangiata a colazione in tutto il Lazio. Se in Romagna sono di rigore i passatelli in Molise è l’insalata buona Pasqua con fagiolini, uova sode e pomodori. In Puglia – continua la Coldiretti – il principe della tavola pasquale è il Cutturiddu, agnello cotto nel brodo con le erbe tipiche delle Murge, in Veneto onnipresenti su tutte le tavole della festa pasquale sono le tipiche vovi e sparasi, uova sode, decorate con erbe di campo e in Trentino le polpettine pasquali con macinato di agnello.
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Alla preziosa ricerca della Coldiretti, ci preme aggiungere anche la menzione dei “Nugliatielli”, chiamati anche mugliatielli, torcinelli, stentinielli gnummareddi, involtini di interiora di agnellino, avvolti intorno ad un rametto di menta fresca e conditi con sale e pepe, rosolati in padella e poi cotti al forno con patate. Un’antica tradizione campana, tipica delle zone dell’entroterra, Irpinia, a forte vocazione agricola, condivisa anche con le regioni limitrofe, come Puglia e Basilicata.
Ogni anno, mio padre amava fare sempre questa ricetta. Più che una tradizione, un pezzo di storia di territorio ed un tributo ad una cultura gastronomica identitaria capace di ottimizzare ogni scarto di lavorazione, anticipando di centinaia di anni l’odierna moda del “riuso in cucina”.
(In copertina, “nuglitielli”@wikipedia)
a cura di Redazione