Travel Wine Magazine

Cerca

LA KIUVA, AD ARNAD TUTTO IL CARISMA DEL NEBBIOLO VALDOSTANO

Ad Arnad, in Valle d’Aosta, presso La Kiuva, storica cooperativa vitivinicola di circa 50 soci produttori, per scoprire il fascino del paesaggio valdostano a confine con il Piemonte.

L’Azienda

Esiste un territorio vitivinicolo antico ed affascinante, a confine tra Valle d’Aosta e Piemonte, dove il nebbiolo assume toni del tutto particolari. Sto parlando del comune di Arnad (AO), dove ha sede La Kiuva una storica cooperativa che oggigiorno raggruppa 50 soci produttori. Spinti da un grande spirito di appartenenza allevano vitigni autoctoni, e non solo, oltre a svariati prodotti tipici valdostani. Tutti insieme conferiscono l’uva per trasformarla in vini fortemente identitari che hanno l’onere di raccontare le tradizioni e le peculiarità del luogo.

La Kiuva,credit2023@A.Li Calzi-TWM

L’attività dell’azienda è composta principalmente da una cantina, un ristorante dove ho avuto la possibilità di gustare piatti tipici preparati in casa con materie prime rigorosamente a km zero – quali ad esempio il celebre Vallée d’Aoste Lard d’Arnad DOP – e un piccolo macello per la selvaggina; chiude il cerchio un punto vendita per l’acquisto dei prodotti del territorio. La struttura principale della Cooperativa è stata edificata nel 1975, i primi conferimenti di uve tuttavia sono avvenuti nel 1979.

Il Territorio

L’influenza di alcune tra le cime più importanti d’Italia: Monte Rosa, Monte Bianco, Cervino e Gran Paradiso è in grado di plasmare non poco il carattere del nebbiolo, vitigno tra i più importanti al mondo, che tra le colline moreniche di Arnad – per la precisione sottozona Arnad-Montjovet – assume toni slanciati, ariosi, dove il frutto è marcato e suadente e l’equilibrio del vino, già a pochi anni dall’affinamento, risulta notevole. Percorrendo su e giù i sentieri che partono dalla Strada Statale che da Torino conduce ad Aosta, è impossibile non restare rapiti dalla bellezza del paesaggio. Un luogo dove la roccia domina ingentilita da una vegetazione florida che ad ogni stagione cambia colore, dipingendo un quadro di rara bellezza.

La biodiversità da queste parti è un tema assai sentito, gli spazi sono angusti e le pendenze notevoli ergo le genti del posto, storicamente, hanno dovuto fare di necessità virtù allevando animali al pascolo, la vite e posizionando accanto orti, frutteti e tutto ciò che poteva servire per il sostentamento. Così facendo, nel territorio che va da Settimo Vittone (TO) ad Arnad (AO), ha realizzato inoltre il sistema a pergola, una forma di allevamento particolarmente rispettosa della natura, adatta alle caratteristiche ambientali, anche detta “topia” in dialetto piemontese, la cui intelaiatura di travi è spesso sorretta dai caratteristici tutori in pietra tronco-conici, chiamati “pilun”. Da segnalare che l’UNESCO ha iscritto nel 2109 “L’Arte dei muretti a secco” nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell’umanità; è possibile trovarne un po’ in tutt’Europa tuttavia quelli presenti in questo territorio a mio avviso sono tra i più belli in assoluto.

La degustazione

Durante il pranzo dell’Epifania consumato presso il ristorante dell’azienda, oltre ad aver avuto la possibilità di assaggiare un menù tipico valdostano (a prezzi davvero interessanti!) a base di affettati misti, gnocchetti di farina di castagne con Bleu d’Aoste e polenta con spezzatino di cinghiale e carbonade di manzo, ho degustato due tra le etichette più interessanti della gamma di vini di La Kiuva.

credit2023@A.Li Calzi-TWM

Il primo è il Valle d’Aosta Arnad-Montjovet 2019, nebbiolo in prevalenza (localmente chiamato picotendro) dal timbro olfattivo ricco e variegato con toni di viola appassita, terriccio umido, amarena matura, mirtillo nero e una spezia dolce che sa di cannella e noce moscata; in bocca prevale la morbidezza del sorso e un’acidità che rende l’insieme equilibrato e godibile; un vino che rimane in bocca a lungo e che migliora ancor più con l’abbinamento gastronomico.

credit2023@A.Li Calzi-TWM

La seconda etichetta invece è prodotta mediante l’utilizzo di nebbiolo in purezza, il Valle d’Aosta Picotendro 2018, questa volta i toni sono nettamente austeri, raffinati, da ricercare a lungo nel bicchiere caratteristiche appannaggio dei grandi vini. Dopo lenta ossigenazione squaderna frutti rossi maturi tra cui ribes e mirtillo, viola, timo, pepe nero in contrapposizione ad un netto ricordo di roccia calda, pietra polverizzata; chiude una fresca vena balsamica di eucalipto. In bocca è soprattutto un vino succoso, slanciato, non privo di equilibrio nonostante la giovane età; il tannino risulta incisivo tuttavia dolce e contrasta alla perfezione la grassezza delle carni.

www.kiuva.it

Andrea Li Calzi

 

Andrea Li Calzi

Sommelier Ais dal 2011, in tandem con Danila Atzeni, fotografa professionista e sua compagna, autrice, tra l’altro, degli scatti dei suoi articoli, è un grande appassionato per la materia tanto cara a Dio Bacco ed ama la purezza delle materie prime in cucina: proprio l’attività tra i fornelli l’ha fatto avvicinare al mondo del vino attorno al 2000. Dopo svariati master di approfondimento sui più importanti territori vitivinicoli al mondo, nel 2021  ha ricevuto il 33° Premio Giornalistico del Roero. Scorre il nebbiolo nelle sue vene, vitigno che ha approfondito in maniera maniacale, ma ciò che ama di più in assoluto è scardinare i luoghi comuni che gravitano attorno al mondo del vino. Collabora, altresì, anche con altre note riviste di settore.

News

Attualità

I nostri sponsor

I nostri partner