Il proposito della cantina menfitana di realizzare un grande vino dall’espressione in purezza di uno dei più nobili varietali della Sicilia nasce nel 2004. Da allora Cartagho è stato il grande classico della produzione Mandrarossa, prodotto dalla migliore selezione di uve di Nero d’Avola. Il vino sin dalla prima annata si rivelò di gran carattere, 100% siciliano, deciso, intenso ed avvolgente. Da sempre ha rappresentato un capitolo importante della storia della cantina e della comunità agricola menfitana, primo tre Bicchieri della storia del brand, ottenuto nel 2009 con l’annata 2006.
Come sovente accade nelle storie del vino, il c’era una volta trova concretezza in un’idea che si radica nella terra. In questo caso ci troviamo tra i 200-350 m slm a partire dalla costa sud occidentale della Sicilia. Qui, su tre vigneti eletti, che coprono una superficie di circa 6 ettari, si trova la culla che custodisce le uve Nero d’Avola del Cartagho, vino che già dal nome vuole essere un tributo alla storia e alle tradizioni dell’isola, ma che si proietta verso il tempo futuro grazie al suo potenziale di invecchiamento. Come ogni racconto che si rispetti anche qui non manca una storia d’amore: quella dei vigneron di Menfi verso la loro terra e i suoi fortunati frutti.
Per la realizzazione di Cartagho è stata creata una comunità nella comunità: 4 viticoltori che condividono la visione di Mandrarossa e seguono un protocollo agronomico particolare volto alla salvaguardia di un altrettanto particolare ecosistema che garantisce la produzione di uve straordinarie.
I vigneti che danno origine a questo vino icona si distinguono per i loro terreni argilloso calcarei in cui si ritrova un substrato sabbioso. Queste componenti forniscono ai vini da un lato struttura dall’altro eleganza e complessità. Altra particolarità risiede nell’ubicazione. Con un’esposizione a sud-sud ovest, le vigne di Cartagho godono sia dei venti caldi di Scirocco, che giungono dal mare nel mese di maggio, favorendo il germogliamento e creando un ambiente avverso allo sviluppo fungino, sia delle correnti fresche che arrivano dal bosco Magaggiaro, che con la sua estensione crea un vero e proprio polmone verde andando a favorire l’escursione termica.
Un’oasi viticola unica a cui vengono dedicate cure speciali volte a mantenere intatte queste caratteristiche pedoclimatiche e a favorire il buono stato di salute delle viti che oggi contano un’età media di 20 anni.
La cura del vigneto
I lavori in vigneto iniziano già al termine della vendemmia con il sovescio a cui segue l’inerbimento temporaneo con favino e varietà leguminose che arricchiscono il suolo di azoto e richiamano varietà di insetti che contribuiscono positivamente all’ecosistema del vigneto. Ogni anno si esegue anche la pratica della rippatura per arieggiare il terreno e supportare lo sviluppo dell’apparato radicale e degli organismi ipogei. In inverno si applicano i principi della potatura conservativa, che riducendo i tagli e il loro diametro evitano un importante stress alla pianta favorendone la longevità. Questa cura continua del vigneto permette al team Mandrarossa di evitare l’uso di prodotti impattanti quali i diserbanti o i trattamenti fungini, se non per casistiche eccezionali. Per aiutare la messa a frutto di una limitata quantità di uve ma dalle qualità eccezionali sono stati impiantati cloni di Nero d’Avola a bassa resa con un’accurata gestione del verde e una selezione delle gemme in primavera.
La vendemmia 2019
Le piogge autunnali e invernali hanno portato alle piante una buona dotazione di riserve idriche. In primavera, le temperature registrate al di sotto della media stagionale e le piogge cadute durante la fioritura delle piante hanno comportato una diminuzione degli acini all’interno dei grappoli e un ritardo della raccolta di 10 giorni.
L’estate fresca con forti escursioni termiche ha aiutato le piante a crescere rigogliose, verdi e in ottima salute, senza aver subito stress idrici. In vendemmia si è riscontrata una quantità inferiore di uve ma con una qualità eccellente. I vigneti hanno avuto un ottimo accrescimento, la lunga fase di maturazione ha permesso un buon equilibrio zuccheri/acidità come pure l’aspetto aromatico. Col 2019 Cartagho si distingue per morbidezza e ricchi profumi spiccatamente varietali. In cantina le uve hanno macerato e fermentato per 8/10 giorni ad una temperatura di 22-25°C. È seguito poi l’affinamento di 12 mesi in barrique di rovere francese ed ulteriori 4 mesi in bottiglia. Il risultato è un Nero d’Avola morbido e profondo, dal profumo intenso di more selvatiche e marasca, sorso di dattero e note mediterranee di pino marittimo, spezie e cuoio.
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Redazione