In più di quattro famiglie su 10 (43%) si preparano quest’anno in casa i dolci regionali tipici della Pasqua, con un deciso ritorno delle tradizioni delle ricette contadine tramandate di generazione in generazione. È quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ sulla Pasqua degli italiani in occasione della prima mostra delle specialità territoriali pasquali al Mercato di Campagna Amica al Circo Massimo a Roma, con i cuochi contadini al lavoro per insegnare a cittadini e turisti le specialità più golose provenienti dalle antiche ricette delle campagne italiane.
Se la colomba resta il dolce preferito dagli italiani, con il 69% delle preferenze rispetto al 63% delle uova di cioccolato – sottolinea la Coldiretti – si consolida il fenomeno del ritorno della cucina casalinga fai da te con la riscoperta dei dolci della tradizione.
I dolci tipici delle regioni.
In Val d’Aosta – evidenzia Coldiretti – si preparano i flantze, pani di segale appiattiti, di solito a forma rotonda, a cui si aggiungono un zucchero, burro, uvetta, mandorle e canditi, mentre in Piemonte c’è lo squisito salame del Papa, un salame di cioccolato, oltre ai tirà piccole pagnottelle da inzuppare nel latte o nel vino liquoroso.
In Liguria troviamo i dolci Quaresimali, canestrelli profumati con acqua distillata di fiori d’arancio, ai mostaccioli a forma di losanga con marmellata di fichi e limoni, fino ai marzapani formati sull’ostia e ripieni di sciroppo di zucchero fondente ai vari gusti.
La classica colomba di Pasqua a base di farina, burro, uova, zucchero e buccia d’arancia candita, con una glassatura alle mandorle è invece il dolce più presente sulle tavole lombarde – evidenzia Coldiretti – così come la fugassa in Veneto, una focaccia ideata da un fornaio trevigiano con l’aggiunta all’impasto del pane di uova, burro e zucchero.
Il Friuli Venezia Giulia vanta il Presniz, una sorta di strudel della tradizione triestina, con pasta sfoglia ripiena di frutta secca ma anche la Putizza, una variante sempre ripiena di frutta secca e cioccolato ma arrotolata. In Trentino Alto Adige troviamo la Corona pasquale, una treccia dolce lievitata e anche il Fochaz-osterbrot, un pane dolce piatto di farina di grano, generalmente a forma di coniglietto
Dall’Emilia arriva il Bensòne che è tra i più antichi dolci prodotti nel territorio di Modena – sottolinea Coldiretti – dalla forma ovalizzata, con la farcitura di marmellata di prugne e amarene. In Toscana invece abbiamo la Schiacciata Pisana un pane dolce dall’aroma di anice che viene accompagnato dal vin santo, così come la Panina di Pasqua, un impasto lievitato con uvette e aroma di anice.
In Umbria tutti pazzi per la Ciaramicola, un dolce con alchermes, meringa e zuccherini colorati, mentre nelle Marche si preparano le ciambelle pasquali, che una volta erano impastati dalle “vergare”, le donne di casa, il Venerdì Santo per farle riposare e poi cuocerle il giorno di Pasqua.
La pizza dolce è tipica del Lazio, così come la Pigna di Pasqua ricca di uvetta, canditi, vaniglia, cannella, anice. Tipici della Pasqua abruzzese sono i Cavalli e pupe – spiega Coldiretti – biscotti a base di pasta frolla arricchita con un uovo sodo, mentre in Basilicata troviamo il Tarallo aviglianese glassato noto anche come “Il biscotto della sposa”, ricoperto da una glassa all’anice. In Molise si prepara la Pigna, che è una sorta di ciambella a base di farina e uova, e in Campania la tradizionale pastiera e i quaresimali ricchi di mandorle.
In Calabria – spiega Coldiretti – ci sono i Cuculi, tipici dolci pasquali fatti con una pasta di pane piuttosto zuccherata, aggiungendo qualche goccia di anice e di scorza di limone per dargli una caratteristica nota di sapore. In Puglia immancabile è la Pupa con l’uovo.
I siciliani portano in tavola la cuddura cu l’ova, che è un impasto dolce, simile a una pasta frolla, che contiene uova sode intere, impasto che viene poi decorato con zuccherini colorati, cotto in forno e, a volte, completato successivamente con glassa bianca. In Sardegna troviamo le Pardulas – conclude Coldiretti – a base di formaggio o ricotta e l’Aranzada nugoresa finissimi fili di buccia d’arancia cotti lentamente nel miele e arricchiti da filetti di mandorle tostate.
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