di Liliana Savioli
EHHHH che bella bottiglia da “spumanteeee”!
EHHHH che bel giallo paglierino intenso!
EHHHHH che belle piccolissime bolle che continuano a rincorrersi!
EHHHHHH che sentori di mela e pera leggeri ed eleganti!
EHHHHH che sensazione di morbidezza e freschezza e sapidità al cavo orale!
MAAAAA … manca qualcosa? Eh si, manca l’alcool e non serve che io lo sputi dopo averlo degustato.
Ecco cosa è successo nei giorni scorsi durante la degustazione di questo ALCOOL FREE SPARKLING. Cioè delle bollicine senza alcool.
Voi mi direte ma anche l’acqua minerale ha le bolle e non ha l’alcool, anche la gazzosa ha le bolle e non ha l’alcool, anche la Coca Cola ha le bolle e non ha l’alcool e altri mille e mille prodotti hanno le bolle e sono privi di alcool. Vero, verissimo ma nessuno di loro (almeno ne son sicura al 99,99%) ha gli ingredienti di Mazzalùa e cioè mosto da uve bianche e aceto di vino.
E’ una bevanda antica, anche i romani ne bevevano una simile chiamata Poska composta da aceto acqua e spezie e lasciata nelle anfore. Mazzalùa non conosce le anfore ma l’autoclave. La miscela fa un viaggio in quel di Vadobbiadene (Tv), la patria del Prosecco, e li avviene la magia. In maniera anaerobica (senza ossigeno) la miscela di acqua, mosto e una percentuale dal 4 al 5% di aceto di Chardonnay invecchiato oltre 20 anni vien insuflata di anidride carbonica e rimane oltre un mese a zero gradi per poter amalgamarsi e stabilizzarsi. Poi, con l’aiuto dei solfiti, sempre senza ossigeno, viene imbottigliato nelle classiche bottiglie.
Ha tutta la ritualità di uno spumante senza esserlo pertanto va bene per molte occasioni e persone. Sicuramente ai bambini per festeggiare, alle donne in dolce attesa per brindare, agli astemi, ai seguaci di religioni che vietano gli alcolici, a chi ha la salute cagionevole. Ha una alta percentuale di fruttosio, derivante dal mosto rettificato, ben bilanciata dall’acidità dell’aceto e dal sale aggiunto. Sicuramente non é un prodotto per diabetici.
Può essere abbinato a molti cibi, anche orientali, speziati ma l’ideale io lo vedo con i dolci come panettone, colombe e dolci con creme. É un ragazzo decisamente versatile.
Bella la confezione e la storia. Il nome deriva dal vecchio toponimo di Cegla ( nel Collio/Brda Sloveno), luogo di residenza e sede aziendale dei due fratelli Movia soci, con Rossana Bettini e Francesco Razzetti, di questo ardito progetto.
Il costo è di 22 Euro. Lo acquisterei? Per berlo io no, perché preferisco, potendolo bere, un buon metodo classico. Per regalarlo a chi non può bere alcool si, lo farei e penso sarebbe molto gradito.
(In copertina, degustazione@Bettini)
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