«Per le imprese italiane del vino la sostenibilità rappresenta un’opportunità competitiva, un vincolo di legge e soprattuto morale». – Così Salvatore Avallone, titolare insieme alla sorella Maria Ida, dell’azienda familiare vinicola Villa Matilde.
Un’opportunità competitiva perchè: le imprese vinicole italiane si differenziano nel mercato mondiale per un alto numero di aziende sostenibili e biologiche. Un vincolo di legge perchè: l’Italia è membro dell’Organizzazione Internazionale della Vigne e del Vino (OIV), attenta alla produzione sostenibile in vitivinicoltura, mirata all’equilibrio tra fattibilità economica, equità sociale e buono stato ambientale, in tutta la catena di produzione e di trasformazione.
Un impegno “soprattuto morale” perchè «Qualità, eco-sostenibilità, cultura del territorio, rispetto della tradizione, crescita, sviluppo tecnologico e sostegno alla ricerca scientifica, sono i principi etici ed i valori scritti nella storia e nel futuro dell’azienda. Per questo useremo anche l’occasione della presenza a Vinitaly, per comunicare il focus della nostra produzione: la sostenibilità e il non impatto ambientale, come declinazioni dell’amore per questa terra” – il commento di Maria Ida Avallone .
“Infatti noi come azienda nasciamo nel 1965 con un obiettivo ben preciso: riportare in vita il Falerno, il vino dei Cesari, che nostro padre riscoprì individuando i pochi ceppi sopravvissuti alla devastazione della fillossera. Questo non sarebbe stato possibile se il paesaggio non si fosse preservato».
Nel percorso virtuoso di Villa Matilde Avallone la crescita economica è sempre andata intrecciandosi a quella ambientale.
Nel 2009, Anno Internazionale del Pianeta Terra, Villa Matilde Avallone ha avviato Emissioni Zero un ampio progetto di sostenibilità ambientale con l’obiettivo di azzerare progressivamente le emissioni di gas serra e produrre vino in maniera eco-compatibile. Il progetto ha investito in toto la produzione e la conduzione aziendale attraverso una serie di azioni integrate: dai lavori in vigna alla distribuzione finale. I primi interventi sono stati condotti nella direzione del recupero delle acque e del risparmio energetico attraverso una revisione globale degli impianti e il ricorso ad energie alternative.
Nel 2011 è stato istallato un sistema composito di fotovoltaico, a parziale supporto della rete elettrica tradizionale. Il ricorso alle energie alternative è uno dei punti cardine dell’intero programma: su 6 edifici aziendali sono stati installati – senza alterare l’armonia del paesaggio- 339 pannelli fotovoltaici in grado di produrre energia elettrica pulita per 100.000 kWh/anno evitando l’emissione di 73 tonnellate di CO2 ogni anno.
Importante è anche l’utilizzo delle biomasse prodotte in azienda ed il recupero delle acque di irrigazione e lavaggio delle uve. In tutti gli edifici aziendali, tinteggiati con speciale vernice bianca per compensare il riscaldamento globale e il conseguente “effetto serra”, si è scelto di lavorare con materiali da costruzione altamente coibenti, privilegiando sistemi di ventilazione naturale per ridurre ulteriormente l’utilizzo energetico.
Nei terreni è stata implementata la piantumazione di nuovi alberi per favorire l’emissione di ossigeno e si pratica il sovescio, eliminando perciò qualsiasi ricorso a concimi inorganici per la coltivazione del vigneto.
Tutte le macchine agricole sono a basso consumo e predisposte per l’utilizzo di biodiesel, mentre le macchine operatrici aziendali sono elettriche.
Per ultimo, ma non per importanza, i prodotti di Villa Matilde sono certificati dal Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata (SQNPI), perchè ottenuti adottando tecniche di produzione integrata. Questo da una forte indicazione al consumatore per quanto riguarda: sicurezza, qualità e processi di coltivazione rispettosi dell’ambiente e della salute dell’uomo,
ovvero Qualità Sostenibile.
(In copertina, i vigneti a Pietradefusi (AV), credit@PR)
a cura di Sara Iannaccone