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VINO, LE POLEMICHE SULL’ETICHETTA SPAVENTANO 1 ITALIANO SU 2

La Commissione UE ha annunciato la revisione dell’etichettatura degli alcolici, duro colpo all’export di bottiglie Made in Italy. Enrico Nada, Presidente di Coldiretti Cuneo: “Minacce che mettono in pericolo un comparto dalla tradizione millenaria con un impatto devastante sull’economia, sull’occupazione e sul turismo delle nostre colline”.

Le polemiche relative all’allarme in etichetta sulle bottiglie di vino spaventano più di un italiano su due (54%) che beve vino, che in Italia è diventato l’emblema di uno stile di vita lento, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’alcolismo, legato ad altri tipi di alcolici che non portano con sé alcuna storia o tradizione. È quanto afferma Coldiretti Cuneo sulla base dei dati ISTAT in riferimento all’annuncio della revisione delle norme sull’etichettatura delle bevande alcoliche da parte del portavoce della Commissione europea Stefan De Keersmaecker.

La dichiarazione della Commissione fa seguito a ripetuti blitz a livello comunitario di penalizzare il settore, come il via libera concesso all’Irlanda ad adottare un’etichetta per vino, birra e liquori con avvertenze terroristiche – come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati” – ma anche il tentativo di escludere il vino dai finanziamenti europei della promozione nel 2023, sventato anche grazie all’intervento della Coldiretti.

“Minacce che mettono in pericolo un comparto dalla tradizione millenaria con un impatto devastante sull’economia, sull’occupazione e sul turismo delle nostre colline” dichiara il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada, secondo il quale “il giusto impegno dell’Unione per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche che equiparano tutti i prodotti alcolici giudicandoli dannosi a prescindere, senza distinguere l’origine dell’alcol, se da distillazione o fermentazione, e senza considerare la percentuale alcolica dei prodotti o le quantità consumate”.

È sbagliato – spiega Coldiretti Cuneo – assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità e a più bassa gradazione come la birra e il vino.

“Le ultime derive della normativa comunitaria mettono a rischio una filiera cruciale per la produzione e l’export dell’agroalimentare Made in Italy, un settore che ha scelto da tempo la strada della qualità. Soltanto la Granda conta 18 DOC e DOCG che ricomprendono quasi 100 tipologie di vini prodotti con un approccio sempre più green, ben 16.800 ettari di superficie vitata e 6.500 imprese coinvolte” evidenzia il Direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu.

cuneo.coldiretti.it

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