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CALAFIA’, TUTTO IL BUONO DELL’IRPINIA

A Lapio, cuore dell’areale irpino del Fiano di Avellino DOCG, Calafià non è solo un buen retiro per i cultori del buon gusto, ma un progetto di vita che esprime la forza delle nuove generazioni a valorizzare l'immenso patrimonio culturale della loro terra.

Irpinia, terra di vini di qualità

Calafià è il nome che Pietrantonio e Federica Lepore hanno scelto per il loro locale a Lapio, ridente cittadina nel cuore dell’areale irpino del Fiano di Avellino DOCG. Un nome singolare, ma emblematico che, nel gergo popolare, evoca l’azione di immergere le vinacce galleggianti nel mosto in fermentazione. Già, perchè i fratelli Lepore sono la terza generazione dell’azienda agricola Filadoro Winery che, come la maggior parte, già nei primi anni ’90 conferiva le uve Fiano, serbandone solo in minima parte per una produzione familiare.

degustazione, credit @TWM- M. Cascone

Dai nonni Giuseppa Filadoro e Pietrantonio Lepore e, poi, i figli Walter e Vittorio,  la passione per l’agricoltura e la vigna è arrivata fino a Pietrantonio e Federica che continuano il progetto di valorizzazione del Fiano, interpretando in chiave moderna, la tradizione irpina con, in più, il sogno di Calafià, per abbinare ai loro vini di qualità una ristorazione tipica, specchio dell’identità territoriale ma in forma ricercata.

Il locale

Aperto nell’agosto del 2021, Calafià è un locale intimo e molto curato nei dettagli. Partire non è stato facile, racconta Pietrantonio, enologo e contitolare di Filadoro Winery, mentre versa nei calici Filadoro Frizzy- Campania 100% Fiano IGT Frizzante.Il ristorante è nato l’anno scorso, fino a fine settembre era Federica a occuparsi della cucina. Pochi tavoli, poche proposte e tanta passione non sono stati sufficienti per coronare “il sogno comune” di un menù ricercato”. Dopo un anno di winebar, votato principalmente agli aperitivi e a taglieri di prodotti tipici locali, Calafià fa il salto di qualità con una cucina d’autore ed un nuovo chef, Vincenzo Cascone, solo 27 anni, ma una lunga esperienza lavorativa in Italia e all’estero, specie  in Spagna, dove ha potuto affinare le tecniche di preparazione e cottura di vari alimenti.

La filosofia

La domanda è d’obbligo: Pietrantonio, come nasce Calafià? Calafià è frutto della lunga tradizione della cantina Filadoro e della necessità di avere una sala degustazione. Aprire un’attività in questo periodo storico non è facile, ma con il tempo nonostante le incertezze e i timori il sogno si è realizzato. Con questa nuova attività si è fatto un altro passo in avanti nella costruzione di una precisa identità che caratterizza il lavoro della famiglia Lepore, sempre volta alla promozione delle ricchezze del territorio.

da sn. Vincenzo Cascone e Pietrantonio Lepore, credit @TWM-M. Cascone

Se sono l’unico a sponsorizzare il Filadoro, il Fiano, il Greco, l’Aglianico o il Taurasi non ottengo grande risonanza”- aggiunge Pietrantonio. “E’ necessario che ci sia una consapevolezza diffusa del patrimonio che la nostra terra ci dona. Fino a poco tempo fa mi occupavo solo di degustazioni accompagnando il vino con diversi taglieri, ma è chiaro che la ristorazione può offrire molto di più“.

Il nuovo menu autunnale

Le proposte sono sempre stagionali e con i prodotti locali, sia di mare che di terra. In pairing, i pregiati vini della cantina Filadoro, a sottolineare la versatilità di abbinamento nelle diverse declinazioni di gusto tese a riproporre i cult della tradizione irpina in chiave moderna, con trame fusion, teso ad attrarre anche la clientela locale. Come il carpaccio di manzo, delicatamente marinato al cacao, accompagnato dal pregiato tartufo di Bagnoli ed il baccalà racchiuso in un fragrante pacchero soffiato, su crema di peperone rosso, intrigante rivisitazione del baccalà alla pertecaregna, ricetta tipica irpina. In abbinamento, Fiano di Avellino DOCG 2021 avvolgente nei profumi floreali, fresco e sapido.

gamberoni in guanciale irpino, credit @TWM-M. Cascone

Il raviolo mantecato con burro e salvia, ripieno di goloso ragù alla genovese segue agli scenografici tortelloni al nero di seppia, ripieni di gambero rosso marinato al lime, su crema di zucchine e pomodori confit. Giusto spessore della pasta e marinatura del gambero nel lime sono sicuramente i punti forti di questo piatto, che regala picchi di sapidità nonostante la delicatezza. In abbinamento Fiano di Avellino DOCG 2016, dalle note floreali e fruttate gialle più marcate e ampiezza di gusto. Succoso il filetto di maialino su purea di porcini, come i gamberoni grigliati avvolti nel guanciale irpino dal grasso opulente. In abbinamento, Filadoro Santari Campania Fiano IGT 2013, complesso ed ampio, a conferma della capacità di invecchiamento del Fiano. Chiusura in dolcezza con la delizia al limone di una pasticceria locale, servita con un Franciacorta Contadi Castaldi Brut DOCG.

Calafià si propone non solo come punto di riferimento gastronomico per gli appassionati cultori del buon gusto, ma anche un progetto concreto ed esemplare che segna la volontà dei giovani del luogo, come Pietrantonio e Federica e Vincenzo, a voler “restare a casa” per costruire il futuro della loro terra.

Un progetto che, di fatto, è un poderoso ambasciatore della cultura enogastronomica del territorio ed invita l’amministrazione comunale a sostenerlo per diffondere sempre più la conoscenza delle eccellenze produttive di Lapio.

Sara Iannaccone e Massimo Cascone

 

Sara Iannaccone 

Studi in Scienze Politiche. è appassionata di viaggi, temi sociali, green economy e tematiche di storia e di attualità geopolitica, che ama affrontare con senso critico e stile asciutto.

 

 

Massimo Cascone

Giornalista, Dottore in Giurisprudenza, è esperto in di geopolitica e cultore dell’agroalimentare ecosostenibile, con pregresse e diverse collaborazioni di settore e web TV.

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