Nizza, perla di luce della Côte d’Azur ha tanto da raccontare. Storie di bellezza e di contrasti come i ciottoli delle sue spiagge sulla famosa Promenade des Anglais lambita dal Mar Mediterraneo. Il nome tradisce le origini greche, quando verso il 350 a.C. alcuni coloni greci di Marsiglia approdarono qui, fondando Nikaia (Νίκαια), dea della vittoria, a ricordo della vittoria sui Liguri. Trasformatasi velocemente in un importante porto commerciale, Nizza sviluppò anche un entroterra agricolo, che l’ingegno dei Romani ridisegnò con vigneti eroici e planches, “giardini a schiera” dai tipici muretti a secco, per strappare lembi di terra coltivabile lungo difficili pendii terrazzati.
Qui, ad una pendenza variabile tra i 200 ed i 400 metri slm i vigneti di Bellet sono tra i più antichi di Francia, vigne metropolitane di circa 650 ettari, condotte da 15 piccoli produttori, con un’esposizione solare per la maggior parte dell’anno, buone escursioni termiche, terreno misto marnoso ed un microclima ideale, grazie alle brezze marine costanti. Tra le grandi città francesi, Nizza è l’unica ad aver ottenuto, nel 1941, l’Appellation d’Origine Contrôlée” (AOC) per i suoi vini.
A pochi passi dall’Opera di Nizza e dal Cours Saleya, famoso mercato dei Fiori nel cuore della città vecchia, Cave Bianchi è l’enoteca che racchiude magìa di secoli di storia. A partire dal XIII secolo, quando gli ambienti a volta, oggi sale degustazione, erano un convento, custode prezioso di saperi del territorio.“Nel 1855, in occasione dell’Esposizione universale dei prodotti dell’agricoltura, dell’industria e delle belle arti di Parigi, l’aristocrazia europea scopre Nizza e la French Riviera fino a Saint-Rémy-de-Provence”. Franck Obadia, attuale proprietario di Cave Bianchi è l’erede di viticoltori da cinque generazioni che hanno trasformato questo luogo in un contesto unico, vero e proprio museo del vino, tra foto d’epoca, oggetti d’antiquariato e collezioni di bottiglie rare.
Dalla metà dell’Ottocento Nizza diviene mèta dell’élite europea grazie alla concomitanza di tre fattori: il treno, lungo le cui rotaie viaggeranno i famosi Grand Tour, lunghi soggiorni culturali in voga nelle aristocrazie europee; l’annessione di Nizza alla Francia nel 1860 ed il processo di trasformazione della città, luogo di ritrovo di artisti di fama, come Henri Matisse e Marc Chagall. “Così i nobili scoprono questo luogo, strategico perché al centro della città, tra l’Opera ed il mare” – spiega Monsier Obadia. “Tutto il quartiere era un mercato, ma la mattina il locale era frequentato dai nobili, il pomeriggio, invece, dalla gente del posto. Il locale si chiamava La via della Terrazza, perché c’erano delle scale che portavano alle terrazze su Cours Saleya, zone di camminamento delle nobildonne affinchè potessero scegliere prodotti del mercato senza doversi mescolare al tourbillon della gente comune”.
I gradini che scendono negli ambienti dei sotterranei “hanno visto la rivoluzione!”- esclama fiero Monsier Obadia.”Qui, grazie al fiume Paillon che scorre sotto e lungo le pareti della struttura,, la temperatura si mantiene costante sui 7-8 gradi. Un’altra sorpresa è la nuova sala che ho recentemente scoperto dietro una parete, ora il mio studio”.
Nel 17° secolo i Visconti, una delle più antiche famiglie nobili italiane acquistano la proprietà di questo luogo, che, a seguito di matrimonio di un membro della famiglia Bianchi con la figlia di Visconti, diventerà Cave Bianchi – Visconti. Nel 19° secolo, prima della guerra d’Algeria, i Visconti fanno affari con il bisnonno di Frank Obadia. “La mia famiglia era produttrice di vino in Algeria, 12 mila ettari, produceva un vino dalla forte gradazione alcolica, richiesto dai Visconti per aumentare quella dei vini della Borgogna. Così la famiglia, sette figli, si trasferisce in Francia, il bisnonno a Bandol ed in Napa Valley, in California”.
Nel 1986 Pier Bianchi ha 85 anni quando, per pochi soldi, vende al bisnonno di Frank l’azienda, perché “all’epoca non c’era il concetto di degustazione, ma il vino si beveva e basta. C’erano tanti ubriaconi” – sottolinea, sorridendo Frank Obadia. “Nel 1856, Cave era tra le quattro case vinicole in Francia che potevano acquistare il vino direttamente dagli Chateaux. Il mio bisnonno capì che per far avvicinare anche le donne alle boutique del vino, bisognava creare ambienti carini ed attraenti”. Grande lungimiranza per l’epoca! Deliziose le degustazioni di prodotti vegan a cura di Marica Concilio, chef vegana con un laboratorio di Cucina e Nutrizione vegetale https://www.lillietlevegabon.com
Tra i principali vitigni a bacca bianca, Rolle, che equivale al nostro Vermentino ligure “unica aoc autorizzata ad usare il 5% di Chardonnay per arrotondarne il gusto”– precisa Monsier Obadia. Tra i vitigni a bacca rossa, Folle Noire, dai rendimenti molto capricciosi, Braquet, vitigno raro, Grenache e Cinsault. Parte fondamentale della “Cuisine Nissarde” marchio di tipicità, dal 1995 a tutela delle tradizioni culinarie nizzarde, “i vini di Bellet sono emblema dello spirito di accoglienza di Nice Côte d’Azur in pairing anche ad altre cucine del mondo”. www.cave-bianchi.fr
Si ringrazia per la preziosa collaborazione Atout France e l’Office de Tourisme Métropolitain Nice Côte d’Azur
(In copertina, l’Enoteca Cave Bianchi, credit@C.Guerriero-TWM)
Carmen Guerriero