Il Territorio
Nelle pieghe delle dolci colline toscane del Montalbano, Carmignano, in provincia di Prato, vanta una storia plurimillenaria che affonda le radici nel Paleolitico (circa 20.000 a.C.). E’ dal VII al I secolo a.C. che assunse una posizione strategica sul territorio, grazie agli Etruschi ed all’importante città di Artimino, sui cui resti dell’Acropoli oggi sorge l’incantevole Villa Medicea “La Ferdinanda”.
Qui, la coltura della vite e la cultura del vino era ben nota già in epoca preromana, circa 3000 anni fa, come rivelano i resti di vasi da vino e le coppe da degustazione trovati nelle tombe etrusche, da ultimo, confermato in un’antica pergamena dell’archivio di Stato di Firenze dell’804 d.C. “Si tratta di un contratto di affitto che documenta come già 1200 anni fa a Capezzana venissero coltivati olivi e viti per la produzione dell’olio e del vino”- sottolinea Pierpaolo Contini Bonacossi, IV generazione della nobile famiglia Contini Bonacossi.
La Famiglia
E’ il 1920 quando il Conte Alessandro Contini Bonacossi e la moglie Vittoria, grandi appassionati d’arte e d’antiquariato, acquistano la proprietà di Capezzana, ampliandola successivamente con due fattorie confinanti. “Il mio bisnonno Alessandro era dedito ad un’attività di antiquariato di altissimo livello” – precisa Filippo Contini Bonacossi– “grazie alla quale è stato possibile realizzare una delle più grandi collezioni private italiane tra ceramiche, dipinti, mobili e sculture, alla sua morte, donate alla Galleria degli Uffizi di Firenze”.
Oggi Tenuta di Capezzana, all’interno del Barco Reale, antica riserva di caccia, vanta 3 fattorie e oltre 120 poderi, per circa 650 ettari, tra boschi, uliveti e vigneti (78%). La quarta e la quinta generazione interagiscono nella gestione dinamica dell’azienda familiare, con Beatrice responsabile commerciale, Benedetta, winemaker e Filippo CEO ed i nipoti Serena, responsabile dell’ospitalità e Gaddo, responsabile delle campagne.
La filosofia
Tradizione, passione e attaccamento al territorio insieme a pratiche agricole rispettose sono il verbo dell’azienda. Certificata BIO dal 2009, l’azienda utilizza ancora l’antica pratica del sovescio con la semina di leguminose e graminacee a filari alterni, in uso non molte decine di anni fa.“La nostra attenzione massima è nel rispetto della terra, con lavorazioni sane e semplici, come quelle di una volta”– sottolinea Benedetta, enologa dell’azienda.
Prima DOC Toscana, sin dal tempo dei Medici, grazie all’editto del 1716, Carmignano era una delle 4 zone a vocazione viticola del Granducato di Toscana. Si deve a Ugo Contini Bonacossi, di Tenuta di Capezzana il recupero di un’identità storico-territoriale del vino di Carmignano, che nel 1990 ottiene la D.O.C.G. Il Conte attua una rivoluzione utilizzando solo Cabernet, l’antica “uva Francesca” e Merlot per la prima produzione di Ghiaie della Furba. Un successo insperato che, dal ’79 è replicato ogni anno.
“Nel ‘79 grazie all’intuizione di mio padre, nasce un vino innovativo, piacevole per il gusto internazionale, da uve della vigna S. Alessandro, prima vigna del Ghiaie della Furba, su un terreno alluvionale e ghiaioso a ridosso del torrente Furba, blend in parti uguali di Cabernet sauvignon, cabernet franc e merlot”- ricorda Filippo Contini Bonacossi. Uvaggio che fino al ’94 è rimasto con le percentuali uguali di 33- 33 e 33, poi modificato come si dirà.
La degustazione
La speciale Verticale di 40 anni di Ghiaie della Furba, 10 annate dal 1979 al 2019 è stata l’occasione per la famiglia, a rotazione, per ricordare frame di vita legati a qualche annata speciale col contributo tecnico degustativo di Franco Bernabei, enologo dell’azienda.
L’annata ‘79 segna il debutto del Ghiaie della Furba. Croccantezza di frutti rossi, sottili fragranze di erbe officinali, rabarbaro, timo, note di incenso, liquirizia, sentori selvatici e iodati, tipici delle annate vecchie, sembra stare vicino al mare, tannino sottile, acidità elevata, alcol contenuto, carattere selvatico, unico. Unica annata in botte grande.
L’annata 85 è considerata eccezionale, Quasi vino marino, selvatico quasi terroso, note di amaro, rabarbaro, china, avvolgente cremosità, sul finale ritorna il ricordo di selvatico. Tannino ed acidità in armonia e finale salino che fa salivare. “Carmignano è un posto unico, in mezzo agli Appennini, con importanti escursioni termiche, Montalbano protegge dal vento del mare, ma arrivano influssi benefici. Origine marina anche nei ritrovamenti dei suoli, argillosi, medio arenaria. La terra è parcellare, cambia filare per filare”- precisa Gaddo, ultima generazione della famiglia.
L’Annata 1994 segna il cambio della percentuale: 60cabernet sauvignon, 20 cabernet franc e 20merlot. Colore bello, rubino, vivace, frutta, terroso, erbe officinali, note di mirto, carrubo, liquirizia, molto minerale, un po’ di incenso, bacche fresche di ginepro, tannino asciutto, media persistenza.
L’Annata 1998 segna l’ingresso in cantina di Benedetta, con ulteriore modifica della percentuale dell’uvaggio: esce cabernet ed entra sirah. “Amo molto il sirah, divertente, bello da vedere in fermentazione, schiumoso, prugna, sotto il vigneto ideato da mio padre di cabernet, abbiamo piccola quantità di sirah”- il commento di Benedetta. C’è maggiore utilizzo di barrique francese, profumi di incenso e ginepro, frutta, pellicina castagno, sentori balsamici di pino, avvolgenza, tannino e acidità bilanciate, finale salino preponderante, lunga persistenza.
L’Annata 2000 ha una carica tartarica importante, frutto integro, dolce, note officinali di mirto, rabarbaro, prugna, cannella, croccante in bocca, acidulo, compostezza al palato, tannini appena graffianti.
L’Annata 2006 è rubino vivace, frutta matura, tabacco fresco, note cannella e pepe nero, retrogusto floreale fresco, genziana, corpo, acidità e tannini sottili ma definiti, chiusura equilibrata da salinità con liquirizia dolce, lunga persistenza.
L’Annata 2010 è quasi porpora, note di erbe officinali, iodio, liquirizia, acidità e tannini marcati, ma si stemperano nella mineralita’.
L’Annata 2015 segna il passaggio dell’uso di lieviti selezionati a quelli indigeni della cantina.
Rosso rubino, ottima tenuta, liquirizia selvatica, tono ferroso, muschio sottobosco, pino, humus, erbe mediterranee leggere, rosmarino marino, acidità e tannino intrigante, graffiante, persistenza lunghissima, promette grande longevità. Retrogusto netto di liquirizia selvatica.
L’Annata 2017 Corrisponde ad una vendemmia complicata, con l’estate secca ed una piovosità bassissima, bassa resa ma qualità notevole. Colore quasi porpora, erbe salmastri, lampone, ribes, note mentolate, ginepro, sentori ferrosi “ematici”, tannini graffianti, chiusura rotonda, bilanciata da salinità che arriva sulla lunghezza della persistenza. Molto particolare.
L’Annata 2019 Colore porpora, ribes nero, bastoncino di liquirizia, tannini definiti ma più morbidi rispetto al precedente, note carciofate, grande salinità ed acidità. Tra qualche anno si esprimerà con più enfasi.
La Vinsantaia
Non solo cantina, ma anche oleificio, scuola di cucina e agriturismo, con accoglienza e ristorazione in perfetto stile toscano per rilanciare le risorse del territorio, come salumi e formaggi, primizie dell’orto biologico, pani e a schiacciate fatte in casa.
Al piano superiore, ampi locali di pietra e di legno, quotidianamente areati da Benedetta, ospitano lunghi graticci di giunco ove riposano gli acini cangianti di trebbiano, in attesa di invecchiare cinque anni nei caratelli per diventare il rinomato Vinsanto di Capezzana,
L’occasione è anche degustazione della “cucina aperta”, concetto chiamato Chef Week, aperta a Chefs dalle culture più disparate, per fusion tra materia prima locale, note nuove e sapori tradizionali. In abbinamento, i vini della tenuta (Vino Spumante Vittoria Rosè, Trebbiano 2021, Carmignano Villa Di Capezzana 2019, Ugo Contini Bonacossi 2018, Carmignano Trefiano Riserva 2018, Vin Santo di Carmignano Riserva 2015, Carmignano Vila di Capezzana 2013, il vino del decennale, Carmignano Trefiano Riserva 2008).
Acidità, sapidità importante, uso discreto e non invasivo del legno, definiscono produzioni eleganti dallo stilema pulito e fortemente identitario, con profili fini, eleganti ed armonici anche nelle ultime annate dense di promesse di complessità ed espressività identitaria.
Carmen Guerriero