Il più alto museo a cielo aperto del mondo
Il Monte Nemrut è molto più che un sito archeologico. Situato sulla vetta più alta dell’Anatolia sudorientale, nel distretto di Kahta di Adıyaman, Turchia, a 2150 metri di altezza, all’interno del Nemrut Dağı Milli Parkı (Parco Nazionale del Monte Nemrut), è il monumeto funerario di età ellenistica fatto erigere dal re Commagene Antiochos I, in segno di gratitudine agli dei. Le statue gigantesche, in blocchi di calcare alte 8-10 metri. ciascuna del peso di 7-8 tonnellate, parzialmente danneggiate da violenti terremoti, da secoli, sorvegliano la valle dell’Eufrate con le teste – alte circa 2 mt- davanti ai propri piedi.
Iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1987, Monte Nemrut è conosciuto anche come il più alto museo a cielo aperto del mondo e tra i luoghi di culto più maestosi dell’antica Anatolia, come, ancora oggi, raccontano le lunghissime iscrizioni cultuali di 237 righe in lingua greca incise nella roccia calcarea. La Genesi richiama il mitico Giardino dell’Eden, irrigato dall’acqua di un fiume che, ad un certo punto, si separava in quattro corsi differenti, due dei quali erano il Tigri e l’Eufrate, che nascono dalle montagne ad est della Turchia.
I capricci di un re megalòmane
La preziosa eredità storico-culturale del Monte Nemrut si deve alla megalomania del re Antiochos I che, ritenendosi al pari degli dei, pretese un monumento funerario memorabile per sè e per almeno tre donne della famiglia reale. Le loro tombe non sono ancora state rinvenute, ma, con tutta probabilità, giacciono sotto l’enorme tumulo conico di 50 mt. di altezza, ricoperto di ghiaia, che domina tutta la scena monumentale. Il sito, secondo le iscrizioni, è articolato su tre terrazze lungo i tre lati del tumulo. Nelle Terrazze Est e Ovest, meglio conservate, si trovano la Galleria degli Dei e la Galleria degli Antenati, con cinque statue giganti degli dei sedute su troni e le rispettive teste sparse sulla terrazza. Al centro, quella del re Antioco I, seguita da una statua di un leone e di un’aquila, rispettivamente simboli del potere terreno e del potere celeste.
Nella Terrazza Est, a strapiombo sulle montagne della catena dell’Antitauro, sferzate dal vento, c’è l’Altare, con la statua gigante di un leone, ancora vigile.
Alba o tramonto?
Per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte… (Kahlil Gibran). Certo, la visita del sito è diversa a seconda dell’orario e delle proprie inclinazioni. Al tramonto, il sole rovente inizia la sua lenta discesa dietro l’orizzonte, irradiando di luce calda tutta la piana dell’Eufrate, indugiando morbida, sui volti di pietra delle statue secolari. Lungo i pendii della montagna, lo sguardo rincorre, divertito, il via vai di persone locali che, a dorso di mulo, salgono in cima per assistere al rituale ancestrale del sole, prima di scomparire dietro le vette appuntite. L’aria è tiepida e, l’atmosfera decisamente romantica: può capitare, infatti, di assistere ad una dichiarazione d’amore al tremore degli ultimi raggi di sole…. indimenticabili emozioni, non solo per gli innamorati!
L’alba, invece, è gelida e tagliente, anche in Agosto e reclama un vestiario assolutamente adeguato: ricordatelo se optate per quest’orario di visita. La sveglia è alle tre del mattino, la colazione (per chi ha voglia) è a base di formaggi locali, pomodori, olive nere e çay, il tradizionale the forte e bollente turco. Il vento, a quella altitudine, è sferzante e, di certo, non aiuta l’attesa fino a quando, dal buio notturno, emerge una palla di fuoco, che abbaglia e confonde: alba o tramonto? L’inganno stempera i dubbi a mano a mano che il rosso degrada nella luce abbagliante dell’aurora.
Come raggiundere Nemrut Dağı
Il Nemrut Dağı si trova tra le città di Malatya a nord e Kahta a sud, raggiungibili dall’aeroporto di Istanbul, in meno di un’ora, come anche Adiyaman e Şanlıurfa. Nemrut Güneş Motel è una piccola e spartana struttura ricettiva, la più vicina possibile- solo 18 km.!- dal monte Nemrut Dağı. Dista da Malatya circa 90 km ed offre un tour comprensivo di andata e ritorno, soggiorno completo e visita al sito archeologico con la guida esperta di Huseyin Aydin. Di fianco scorre una cascata d’acqua da una sorgente di montagna, che fornisce acqua potabile freddissima ed alimenta una vasca per l’allenamento delle trote, l’unico pesce possibile tra queste montagne, proposto in un menu’ basico, in alternativa alla carne. Cucinano tutto in modo essenziale e senza alcun condimento nel forno a legna, ma l’esperienza è davvero speciale.
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di Carmen Guerriero
Carmen Guerriero