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PATMOS, 72 ORE PER INNAMORARSI

Da antico luogo di esilio per i condannati, a sede spirituale della Chiesa greco-ortodossa, Patmos è l’isola dell’Apocalisse, dove mito e divino si intrecciano in storie millenarie, silenzi di pietra, sentieri poco battuti, baie meravigliose all’ombra di tamerici e lentisco. Un patrimonio di biodiversità caro alla condotta slow food Patmos tutto da scoprire. Su tutto, la magìa di una pace insperata.

Patmos, isola mistica

Patmos, austera ed elegante, è l’isola del Dodecanneso che, più di ogni altra incarna il mito dell’eterno azzurro. Raggiungibile solo via mare da Kos (meno di 2 ore di traghetto), Patmos serba il fascino di pace senza tempo, custodita dal clero ortodosso e dai fedeli del luogo.

Interno monastero, credit @TWM

Dall’alto della rocca, fin dal XI secolo, la Hora è il fulcro dell’isola, con l’imponente Monastero di San Giovanni il Teologo, mitico visionario del Libro dell’Apocalisse, la Grotta dell’Apocalisse, Patrimonio UNESCO World Heritage Site, il Convento di Zoodochos Pigi, dai silenzi meditativi, interrotti solo dal suono delle cinque campane e tre antichi mulini a vento abbarbicati sulla cresta della collina che, come una cascata, degrada fino a Skala, capoluogo dell’isola.

panorama su Skala dalla Hora, credit @TWM

La vista è mozzafiato, l’energia del luogo intensa, il misticismo dell’antica Bisanzio ancora presente.

La Hora di Patmos

Mistico ed effimero si alternano di giorno e di notte, in un mix ben strutturato, per offrire un panorama variegato al turismo elitario che frequenta l’isola ed affolla calette ed insenature con yacht e barche di lusso. Nel labirinto di vicoli silenziosi, il profumo del pane appena sfornato si mescola a quello dell’incenso dei negozi di artigianato religioso ed ex voto, tra scalinate di pietra, piccole case imbiancate, antiche residenze nobiliari, molte trasformate in musei o hotel di charme, gallerie d’arte, gioiellerie di arte bizantina, boutique di lusso e negozi esclusivi e deliziose piazzette sotto archi a volta, come Agia Levias, dove indugiare per un caffè.

la piazzetta centrale Agia Levias,@credit@TWM

Ovunque è riconoscibile il tratto di una finezza tutta italiana, che qui, in secoli di storia, ha lasciato un segno importante. La sera la Hora si raccoglie in rispettoso silenzio e cede il passo al vivace capoluogo di Skala,

Spiagge e silenzi magnifici

Immerse in una vegetazione di tamerici e lentisco, le spiagge di Patmos sono una magnifica scoperta. A nord dell’isola, da Patmos Paradise parte una lunga lingua di sabbia e di ciottoli orlata dalle spiagge più famose e lidi attrezzati.  con taverne, bar sulla spiaggia e possibilità di sport acquatici, come  Kambos, apprezzata per i fondali bassi, Vagia, una piccola baia punteggiata di alberi di tamerici.

Poco oltre, Livadi Geranou è una delle più belle dell’isola, un’incantevole e silenziosa baia di ciottoli dall’acqua cristallina ed un po’ fredda, di fronte il piccolo isolotto di Agios Georgios con l’omonima chiesetta dalla cupola blu raggiungibile a nuoto. Sulla baia si affaccia un’ottima taverna greca di cucina tradizionale e pesce fresco.

taverna a Livadi Geranou@credit@TWM

Livadi Geranou prende il nome dall’importante chiesa Panaghia Geranou, eretta sulle rovine di un precedente antico tempio pagano, a pochi chilometri più avanti, in cima ad una collina, dedicata alla Vergine di Geranos, Capitana di Patmos. Da qui si gode un panorama mozzafiato sulle baie circostanti e su quella sottostante, raggiungibile attraverso un sentiero immerso in una vegetazione di lentisco ed, in primavera, di orchidee selvatiche. Il refrigerio dell’acqua fredda allevierà la fatica del percorso (circa 1 ora) .

panorama da Panagia Geranou@credit@TWM

Nella parte nord-est Lambi ha spiaggia di ciottoli rossastri ed una taverna tradizionale, mentre a sud, Psili Ammos è una spiaggia dalla sabbia finissima raggiungibile in barca da Skala o attraverso 30 minuti di sentieri panoramici.

Oklacà, passione italiana.

Patmos offre un’ampia scelta tra taverne tipiche e ristoranti raffinati, ma  quando si hanno pochi giorni a disposizione la scelta giusta è determinante. Se c’è un luogo che racconta meglio quanto il cibo riesca a coniugare cultura locale, raffinatezza ed emozione, questo e’ Oklacà, il bar-ristorante italiano di Monica ed Enrico, lei di Napoli, lui di Monaco, a pochi minuti a piedi dal centro di Skala. Location mozzafiato, tre graziose camere vista mare, Oklacà è un’oasi di pace e di bellezza, ideale per sorseggiare un calice di vino selezionato o un cocktail in riva al mare con l’emozione del tramonto più bello di tutta l’isola.

il tramonto in riva al mare ad Oklacà, Skala@credit@TWM

Stile mediterraneo, prodotti locali di stagione e filiera corta, il ristorante e’ un punto di riferimento per gli amanti del bon vivre. Proposte originali di piatti della cultura locale ma con un tocco di verve creativa della migliore tradizione napoletana, elaborate da Monica, giornalista enogastronomica e Sommelier, insieme allo chef Alessandro Bernardo. In pairing, un’interessante carta dei vini, isolani e nazionali. www.oklacapatmos.com

Patoinos -Terre de l’Apocalypse, da sogno a realtà

Prima che si sviluppasse il turismo, Patmos era un’isola vocàta alla coltivazione della vite. Si deve a Josef Zisyadis, ex politico svizzero innamoratosi di Patmos, il rilancio della viticoltura isolana attraverso la realizzazione di un ambizioso progetto agroecologico per preservare l’antico patrimonio vinicolo attraverso la creazione di una banca del seme di tutte le piante dell’isola, certo che il rispetto e la conservazione dei vitigni leggendari saranno le sue principali risorse in futuro.

Patoinos -Terre de l’Apocalypse, credit @Patoinos -Terre de l’Apocalypse

Nel 2011 la Tenuta agroecologica Patoinos -Terre de l’Apocalypse impianta i primi vitigni da varietà autoctone: Assyrtiko (bianco) e Mavrothiriko (rosso) e festeggia la prima annata nel 2016. Un altro ettaro è, invece, impiantato ad uliveto, varietà koroneiki. Grazie alla ricchezza del suolo vulcanico e l’esposizione dei 2 ettari di vigna terrazzati sul mare, l’azienda ottiene vini equilibrati naturalmente, freschi e precisi, dal profilo netto e verticale.

Caratteristiche che Federico Garzelli, enologo italiano, ha rimarcato già nella sua prima annata 2021 e nella vendemmi di quest’anno, iniziata il 3 Agosto u.s., raccogliendo in anticipo le uve e perseverando nell’acciaio. Oro nel calice, energia nel sorso complesso, vivace, minerale, iodato, agrumi e frutta bianca, note di timo e rosmarino. Pieno e con acidità marcata. Finale lungo, persistente, salato.

Lo specchio di un’isola baciata dal sole.  www.patoinos.ch

@riproduzione riservata.

di Carmen Guerriero

 

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