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TENUTA SANT’ANTONIO, DA SOGNO A PROGETTO DI SUCCESSO

Armando, Tiziano, Paolo e Massimo Castagnedi, quattro fratelli, studi ed esperienze diverse, 30 ettari di vigne paterne a San Zeno di Colognola ai Colli (VR), un territorio vocàto, un unico sogno: una nuova interpretazione dei terroir storici del Valpolicella DOC e Soave DOC.

“Se non fai del Valpolicella un vino importante del territorio, quel territorio non sarà mai valorizzato”. Questo il mantra dei fratelli Castagnedi, titolari di Tenuta Sant’Antonio, dal 1985 azienda vitivinicola sui Monti Garbi, dorsale collinare che divide le vallate d’Illasi e quelle di Mezzane, nel cuore della Valpolicella, una delle aree vitivinicole più prestigiose d’Italia, tra Verona ed il Lago di Garda.

Tenuta Sant’Antonio, credit@TWM

Il territorio è un mosaico morfologico di suoli alluvionali, calcari marnosi e a matrice di roccia vulcanica, con declivi e vallate pettinati da lunghi filari ordinati di vigneti ed uliveti, il successo della denominazione è nella storia produttiva della Valpolicella e dei suoi vitigni autoctoni, Corvina, Corvinone e Rondinella in primis, capaci di dare un’impronta speciale alle varietà del territorio: Valpolicella, Valpolicella Ripasso, Amarone della Valpolicella e Recioto della Valpolicella.

Una produzione di eccellenza per un giro d’affari di oltre 600 milioni di euro. L’Amarone, specie negli ultimi anni, è molto apprezzato in tutto il mondo per struttura, complessità aromatica, elevata gradazione alcolica, dati dal particolare metodo di appassimento delle uve (in appositi “fruttai” per 100 giorni), per una maggiore concentrazione di zuccheri e polifenoli.

Tiziano Castagnedi, Tenuta Sant’Antonio, credit@TWM

Esposizioni a sud, brezze e maggiore vicinanza al lago determinano diversi microclimi, specie a ridosso delle colline, dove l’azienda ha i vigneti, che contribuiscono a conferire equilibrio, freschezza e longevità. Caratteristiche di stile che hanno ridefinito il volto della Valpolicella attraverso un processo evolutivo di innovazione e tecnologie all’avanguardia. 

“Sull’Amarone abbiamo applicato la regola del “tutto menoper cercare di fare qualcosa di diverso dal classico amarone “da formaggio o meditazione”” -precisa Armando.“Meno alcool, meno sentore di appassimento, meno residuo zuccherino, più leggerezza, più equilibrio, più finezza, più eleganza, perfetto anche per avvicinare i giovani alla degustazione di un amarone classico”.

degustazione, Tenuta Sant’Antonio, credit@TWM

Cura della vigna, rispetto dell’equilibrio naturale, ricerca, tecnologia e digitalizzazione in tutti i settori produttivi e tecniche di agricoltura sostenibile nei vigneti sono alla base di specifiche strategie di sviluppo e di investimenti che coinvolge anche le risorse umane, conferendo un valore speciale al di là di quello economico. Con questa filosofia l’azienda ha puntato sui giovani del territorio ed incrementato il suo team fino a 50 dipendenti.

Oggi la tenuta vanta 140 ettari vitati, quattro centri di produzione, stoccaggio, affinamento e logistica all’avanguardia ed una produzione di 1,6M di bottiglie l’anno apprezzata in tutto il mondo per l’eccellenza dei grandi classici, tra cui Valpolicella Superiore La Bandina, Valpolicella Ripasso Monti Garbi, il prestigioso Amarone Tenuta Sant’Antonio Castagnedi.

Carmen Guerriero

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