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A TU PER TU: LAURENT BERNARD DE LA GATINAIS, PRESIDENTE ASSOVINI SICILIA

Sicilia del vino, identità ed internazionalizzazione. L'evoluzione di un settore, forte e determinato, che non teme confronti. De La Gatinais: "La forza della Sicilia è che ha sempre conquistato i suoi conquistatori, e alla fine ha sempre preservato la sua identità".

Incontro l’Ing.Laurent Bernard de la Gatinais in occasione della mia ultima visita in Sicilia, a Camporeale, in provincia di Palermo, nella sua Tenuta Rapitalà, storica azienda familiare, tra quelle che hanno segnato il volto della moderna enologia isolana, introducendo fin dal 1976 l’agroenologia di grande qualità.

Dal 2020 l’Ing. de la Gatinais è il Presidente di Assovini Sicilia, associazione di vitivinicoltori siciliani, fondata nel 1998 dai pilastri dell’enologia storica siciliana, Diego Planeta, Giacomo Rallo e Lucio Tasca d’Almerita, con oltre 91 aziende vitivinicole impegnate a promuovere il vino siciliano di qualità nel mondo.

Un segno distintivo particolarmente sentito, che permea la storia delle origini di Tenuta Rapitalà, incentrata sul carattere squisitamente identitario dei vini, affinchè siano “espressione fedele dei sapori e dei profumi della terra di Sicilia”.

Tenuta Rapitalà, credit@TWM

D.: Assovini ultimamente appare proiettata verso l’apertura all’internazionalizzazione. Questioni di scelte strategiche?

Abbiamo tantissime aziende che sono nate nei mercati internazionali, come ad esempio Planeta negli anni 90 nasce prima in Inghilterra con lo Chardonnay. I vitigni internazionali in Sicilia vengono particolarmente bene e sono stati un po’ il biglietto da visita per farci conoscere sui mercati internazionali. Oggi un po’ tutti i produttori hanno 1 o 2 prodotti da vitigni internazionali o blend, ma accanto a questi hanno tutta una serie di autoctoni che sono immancabili, come Grillo, Catarratto, Nero D’Avola, nelle varie declinazioni. Per quanto riguarda il mercato interno, se facessi una foto dell’azienda tipo, il 50% -60 % delle produzioni viene esportato o ci sono piccole aziende che fanno solo export, perché non hanno la forza di dotarsi di strutture commerciali in Italia e, dunque, si affidano all’importatore e/o distributore. Poi, invece, ci sono aziende più strutturate che hanno la loro rete in Italia molto forte, come nel mio caso e di altri produttori come Donnafugata che, invece, hanno una buona fetta di mercato in Italia.

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D.: Un panorama variegato, visto tutto il vino prodotto.

Autoctoni, alloctoni, abbiamo 3000 tipi di suoli, terroir, interpretazioni anche dello stesse uve da parte dei produttori: oggi  il panorama dei vini siciliani è estremamente vario e di qualità, inoltre, a dei prezzi, secondo me, veramente competitivi.

D.: Vini ed identità. Quanto è importante?

L’associazione nasce nel 1998 proprio con l’idea di dire difendiamo la nostra Sicilia, il nostro lavoro. Non a caso i fondatori sono stati Tasca, Planeta e Rallo di Donnafugata. Creare attrattività per i vini siciliani e la Sicilia. Dal 2012 la palla dell’internazionalizzazione è passata al Consorzio, difesa Sicilia come denominazione, investimento sulla Sicilia come brand, come nome . Assovini fa comunicazione di nicchia di vari brand in giro per il mondo. I primi mercati esteri sono Stati Uniti, Canada, Germania.

Laurent Bernard de la Gatinais, credit@TWM

D.: Quanto è cambiata la Sicilia negli ultimi anni?

Direi che è cambiata enormemente, abbiamo quelli che io chiamo tre case history, casi storici: Assovini è stato il primo, la creazione del Consorzio il secondo. Oggi il Consorzio doc Sicilia ha una rappresentatività della filiera di oltre il 94%, insieme abbiamo creato la fondazione SoStain, sulla sostenibilità siciliana. Siamo riusciti a creare una coesione che nel mondo del vino difficilmente si era visto, anche in tempi non sospetti, parliamo a più di vent’anni fa, soprattutto in Sicilia. E se consideriamo che noi siamo seconda-terza generazione, questa sfida l’abbiamo vinta. La Sicilia del vino è un case exist, l’abbiamo dimostrato con Assovini, il Consorzio, la Fondazione SOStain Sicilia e lo dimostraimo ogni giorno con il lavoro di tutti. La Sicilia del vino è compatta.Il mondo del vino è estremamente dinamico, complesso,  e anche difficile , credo che, nel corso degli anni ci sia stata una selezione naturale dei vari imprenditori, sia piccoli che grandi, che hanno dovuto tirar fuori le skills ed il carattere. Oggi proprio in questo settore, così saturo e difficile, siamo diventati bravi.

D.: Quanto in questo ha influito lo slancio, preparazione e know how delle nuove generazioni?

Questo si vede nel ricambio generazionale. Quante sono le aziende che hanno con successo superato il ricambio generazione. Credo che questo sia il miglior indicatore. Purtroppo, poi, nei fatti, ci scontriamo con burocrazia ed infrastrutture. Molte cose che negli altri Paesi sono scontate, nel diritto di ciascuno, minime per creare impresa, qui, invece, sembrano un’optional.

D.: I progetti futuri di Assovini?

Ho raccolto questa sfida nel 2020, premetto che sono incarichi volontari, che faccio con molto piacere perché vedo dei riscontri, più incoming, linea Rosana, ufficio stampa in Assovini, i servizi ai soci, come misure psr ocm, presentiamo progetti comuni importanti, Vinitaly. Da ultimo, mi piacerebbe farla diventare Ente di formazione per poter fare della formazione ai miei soci, perché per affrontare meglio le sfide del futuro occorre acquisire più know-how e specializzazione.

(Intervista rilasciata a Dic.2022)

www.rapitala.it

Carmen Guerriero

 

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