Domina il palcoscenico delle colline, a 450 metri sopra il livello del mare, la grande distesa di vigneti in filari ordinati di Tenuta Rapitalà. Camporeale è un piccolo comune votato all’agricoltura che deriva il suo nome dal latino Campus regalis, ovvero campo adatto ad un re. Fondato nel 1779 dal nobile Giuseppe Beccadelli, deve la sua fama al grande umanista Antonio Beccadelli, della stessa famiglia, che nel quattrocento fondò a Napoli la prima Accademia letteraria italiana.
Ben altra storia per il territorio di Camporeale che vanta secoli di storia, a partire dal nome, di origine araba, Rabat-Allah, ovvero il fiume di Allah, dal torrente che scorre tra i vigneti. Campi assolati a perdita d’occhio, un mosaico naturale di suoli fertili, appezzamenti agricoli e vigneti, nel cuore della Doc Alcamo che godono una posizione privilegiata, tra ottime esposizioni, ventilazione e clima mediterraneo, con le diverse altimetrie e diversità di suoli che creano sfaccettature uniche e sensibilmente differenti a parità di varietà.
LA STORIA
Inevitabile innamorarsi a prima vista di un territorio così singolare! Fu così che nel 1968 Hugues Bernard conte de la Gatinais, ufficiale della marina francese di St. Malo, fondò Tenuta Rapitalà , condividendo la passione del territorio ed il progetto di riconversione varietale e colturale dei vigneti con sua moglie, Gigi Guarrasi, discendente di una grande famiglia palermitana forte di una dote di 185 ettari di terreni, di cui 145 vigneto, quasi tutto Catarratto, in contrada Rapitalà, a Camporeale (Pa).
La cantina, distrutta dal terremoto della Valle del Belice, venne ricostruita con criteri moderni ed ai vitigni autoctoni vennero affiancati i grandi vitigni francesi, facendo dell’azienda l’apripista isolano dell’adozione di varietà internazionali come Chardonnay e Pinot nero. Scelte coraggiose e progressiste che innestarono sull’isola venti di cambiamento per un vero rinnovamento enologico in un periodo in cui, invece, il vino siciliano era concepito per fortificare quelli continentali. Oggi Laurent de la Gatinais, titolare dell’azienda familiare, non è solo l’erede dei suoi genitori, ma di quello spirito innovativo ed all’avanguardia votato a produzioni di grande qualità, di straordinaria finezza e saldo legame con la terra siciliana.
LA FILOSOFIA
La filosofia di Rapitalà è incentrata al carattere identitario dei vini, affinchè siano espressione fedele dei sapori e dei profumi della terra di Sicilia. Dal 1976 l’azienda fu tra le prime in Sicilia ad introdurre l’agroenologia di grande qualità. Laurent de la Gatinais, ingegnere e presidente di Assovini Sicilia, associazione di vitivinicoltori siciliani, fondata nel 1998 dai pilastri dell’enologia storica siciliana, Diego Planeta, Giacomo Rallo e Lucio Tasca d’Almerita,con oltre 91 aziende vitivinicole impegnate a promuovere il vino siciliano di qualità nel mondo, ha dato un carattere fortemente tecnologico all’azienda, con importanti investimenti per elevati standard qualitativi, massima efficienza produttiva e distributiva, innovative tecniche di pigiatura, refrigerazione, vinificazione ed imbottigliamento.
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Nelle vigne c’è l’agronomo Ignazio Arena , in cantina l’enologo Silvio Centonze, entrambi del posto. La barriccaia custodisce oltre 600 barrique di quercia francese, elegantemente accomodate su appositi sostegni, oltre a botti in rovere e grandi tulip di cemento.
Dal 2020 tutte le uve dell’azienda sono bio certificate, forti di un’agricoltura rigorosa, attenta ed altamente tecnologica che utilizzaa anche le fotografie satellitari per verificare lo stato dei suoli e dei vigneti, compresi tra i 300 e i 600 mt.s.l.m. Dal 1999 il marchio commerciale Tenute Rapitalà è entrato a far parte del Gruppo Italiano Vini, società del vino italiano che vanta circa 20 marchi di grande prestigio.
LA DEGUSTAZIONE
Tra i vini di punta, CONTE HUGUES, 2019, Chardonnay Terre Siciliane IGT, luminoso e dorato, avvolgente di frutta gialla, note di erbe mediterranee e delicata speziatura vanigliata. struttura ampia e finale lungo e persistente. HUGONIS, Sicilia Doc, 2019, blend di Cabernet Sauvignon e Nero d’Avola, una sorta di Bordeaux siciliano, che integra l’austerità francese del Cabernet con la tempra dell’autoctono Nero d’Avola. Rubino scuro, ricco bouquet di frutta rossa e note speziate, struttura ampia, tannino definito e ben bilanciato in eleganza. Finale persistente.
Due etichette rappresentative dello stile aziendale, eleganza francese coniugata all’espressività siciliana: un omaggio al padre Hugues ed al suo straodinario talento visionario e lungimirante che ha segnato un’epoca in Sicilia.
VIGNA CASALJ Alcamo Classico DOC BIO, 2021, sottolinea la particolare vocazione di queste terre per la produzione di vini bianchi sfaccettati di luce e di profumi. Le uve Catarratto sono prodotte da vigneti a 600 mt.s.l.m., sul crinale di una collina, già nel 1340 molto ambita con il nome di “Casalj Rabitallavi”, antico toponimo della Tenuta Rapitalà, come attestato in un documento dell’epoca. Dorato, promumi di erbe mediterranee, timo limonato e fiore di cappero. Acidità ben definita, è fresco, sapido, avvolgente di mineralita, lungo.
CIELO D’ALCAMO Vendemmia Tardiva, 2018, Alcamo DOC, da uve Catarratto e Sauvignon e passaggio in barriques francesi, esprime tutto il calore, la sensualità e l’avvolgenza di queste terre baciate dal sole. Originale l’etichetta che riporta i noti versi iniziali di un’opera del poeta Cielo D’Alcamo, vissuto nel 13° sec. alla corte di Federico II : “Rosa fresca aulentissima ch’appari inver’ la state, le donne ti disiano, pulzell’ e maritate…”, a sottolineare l’intensa dolcezza di questo vino speciale, al pari del corteggiamento fra due innamorati.
www.rapitala.it
Federica Anna Guerriero
Federica Anna Guerriero
Giornalista, Imprenditrice, Studi in Marketing e Comunicazione Università La Bicocca di Milano, ha grande passione e curiosità per viaggi, wellness e lifestyle, nonchè padronanza di diverse lingue, in primis inglese e francese. Pregresse collaborazioni in Riviste di settore