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ANTEPRIMA COLLINE TERAMANE 2023, NUOVE ANNATE, PAESAGGI E BORGO ANTICO

La “Nostra” anteprima: il Consorzio di Tutela Vini Colline Teramane DOCG intitola così la rassegna dedicata a giornalisti ed esperti di settore, tenutasi dall’1 al 3 marzo a Teramo. Nell'occasione, due passi per le vie del centro storico per apprezzare le bellezze della nota cittadina abruzzese.

La Nostra anteprima – The cool on the hills

Amo partecipare a diversi press tour dedicati al mondo dell’enogastronomia e nonostante impieghi il medesimo impegno, s’intende, adoro letteralmente uscire dalla mia cosiddetta zona di confort. Visitare dunque luoghi diametralmente opposti alla regione dove vivo: il Piemonte per intenderci. Per questo ed altri cento motivi ho accettato l’invito a presenziare alla terza edizione dell’Anteprima Colline Teramane DOCG tenutasi dall’1 al 3 marzo. La rassegna, dedicata alla stampa e organizzata dal Consorzio di Tutela Vini Colline Teramane DOCG – che proprio quest’anno compie vent’anni d’attività – è stata realizzata grazie ai fondi del Ministero dell’Agricoltura. L’evento si è tenuto presso la Sala Ipogea e la Pinacoteca Civica di Teramo, nota cittadina abruzzese situata a nord della regione – a confine con le Marche – e a soli 36 km da Ascoli Piceno.

bancod’assaggio, credit@Danila Atzeni

Rispetto alle classiche anteprime del bel Paese, quella teramana pone l’accento sulla parola “nostra”; è quanto spiega Enrico Cerulli Irelli presidente del Consorzio Colline Teramane. In sintesi, sono state presentate più annate (dalla 2021 alla 2016) di Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane DOCG, comprese 12 Riserve, per un totale di 39 campioni previsti. Un’ottima occasione per fare un viaggio nel tempo e carpire le peculiarità di questo importante vino rosso italiano, perla della viticoltura abruzzese.

Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane DOCG

Esattamente vent’anni fa, nel 2003, un gruppo di cantine fondatrici, con l’ottenimento della DOCG per il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane – la prima della regione – decide di valorizzare una determinata area geografica di 33 comuni interamente compresi nella provincia di Teramo.

Vigneti teramani, credit@Danila Atzeni

Questo fazzoletto di terra è da sempre vocato alla viticoltura. Diversi i motivi: l’influenza del Mare Adriatico, le catene montuose del Gran Sasso e dei Monti della Laga, l’esposizione e l’altitudine dei vigneti in misura pari a 250-300 metri sul livello del mare. Avendo visitato, personalmente, le vigne di comuni quali Torano Nuovo (TE), soltanto a titolo d’esempio, ho potuto constatare che i versanti spesso sono ripidi e i sentieri impervi.

Passeggiando tra i filari la ventilazione, derivata in parte dalle brezze marine e in parte da quelle montane, è più o meno costante; inoltre è possibile calpestare terreni argillo-limosi costituiti da depositi plio-pleistocenici. Anche le precipitazioni non mancano, salvo annate particolarmente siccitose s’intende. Il clima è temperato e l’importanza delle escursioni termiche tra giorno e notte, favorite dalla vicinanza dell’appennino, contribuiscono all’eleganza ed espressività di uve quali montepulciano, passerina, pecorino e trebbiano: i cavalli di razza autoctoni della regione.

Vigneti,credit@Danila Atzeni

Oggi con oltre 600.000 bottiglie prodotte, + 50 % negli ultimi due anni, e 172 ettari vitati, il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane DOCG è un vino che rispecchia fedelmente le caratteristiche del territorio in cui viene prodotto. Tanto lo si deve all’impegno dei produttori che antepongono al mero guadagno la salvaguardia del territorio, basti pensare che oltre il 70% delle aziende opera in regimi di qualità certificata quali ad esempio il biologico, la lotta integrata e la biodinamica.

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Il disciplinare di produzione è più restrittivo rispetto a quello del Montepulciano d’Abruzzo: rese non superiori ai 95 ql. per ettaro (contro i 140 del Montepulciano d’Abruzzo DOC), divieto dell’allevamento a tendone per i nuovi impianti, densità per ettaro non inferiore a 3.300 ceppo, obbligo di vinificazione e imbottigliamento all’interno della zona di produzione e infine immissione sul mercato non prima di 1 anno per la versione giovane e 3 anni per la riserva.

Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta, credit@Danila Atzeni

A spasso per Teramo: Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta, Pinacoteca Civica e Castello Della Monica

Durante il press tour ho avuto la possibilità di percorre in lungo e in largo le graziose vie del centro storico di Teramo, cittadina abruzzese che conta circa 51.607 abitanti. Le sue origini, molto antiche, risalgono ai Piceni e ai Pretuzi, gli stessi che fino al III secolo a.C. dominavano interamente l’area di Aprutium, successivamente chiamata Abruzzo, ancor prima del dominio romano. Passeggiando qua e là, senza una destinazione ben precisa come solitamente amo fare, mi sono imbattuto in importanti resti del periodo medioevale e romano. Tra i monumenti di spicco, nel cuore di Teramo adiacente a piazza Martiri della Libertà, si erige la Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta in pieno stile romanico: stupenda, austera. Il cielo nuvoloso, attraverso la sua scala di grigi adagiati su un manto bianco, la rende ancor più affascinante a mio avviso. Fortemente voluta del vescovo Guido II, la cattedrale fu terminata nel 1174, ci vollero ben 16 anni per costruirla; due anni dopo venne consacrata.

Pinacoteca,credit@Danila Atzeni

Durante la seconda giornata del press tour, presso la Pinacoteca Civica di Teramo, sono stati allestiti dei banchi d’assaggio gestiti direttamente dai produttori del Consorzio di Tutela Vini Colline Teramane DOCG. La collezione di opere nacque nel 1869 e ad oggi ospita capolavori provenienti dagli edifici di culto ormai chiusi. Opere d’arte senza tempo che risalgono ad un periodo storico compreso tra il XV e XVIII secolo. Successivamente, nel 1895, venne inaugurato il Museo Civico in corso San Giorgio anche con pezzi archeologici dell’antica Interamna. Oggi, la Pinacoteca, si trova in un’elegante palazzina neoclassica che venne eretta nel 1923 nei giardini della villa comunale.

Dulcis in fundo ritroviamo il Castello Della Monica che ha ospitato parte del press tour. Trattasi di uno tra gli edifici storici che più mi è rimasto nel cuore: unicum architettonico, nell’intero panorama nazionale, soprattutto in tema di specificità progettuale. Venne prima progettato e poi realizzato come dimora personale dall’artista teramano Gennaro della Monica, da qui il nome, vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento.

Questa incantevole dimora gode di un evidente rapporto di continuità visiva con la città, elemento che la rende ancor più unica ed affascinante. Dal 21 gennaio al 7 maggio, corrente anno, è possibile visitare una mostra – che consiglio vivamente – dal titolo “La Camera delle Meraviglie” allestita presso il secondo piano dell’edificio.

Andrea Li Calzi

 

Andrea Li Calzi

Sommelier Ais dal 2011, in tandem con Danila Atzeni, fotografa professionista e sua compagna, autrice, tra l’altro, degli scatti dei suoi articoli, è un grande appassionato per la materia tanto cara a Dio Bacco ed ama la purezza delle materie prime in cucina: proprio l’attività tra i fornelli l’ha fatto avvicinare al mondo del vino attorno al 2000. Dopo svariati master di approfondimento sui più importanti territori vitivinicoli al mondo, nel 2021  ha ricevuto il 33° Premio Giornalistico del Roero. Scorre il nebbiolo nelle sue vene, vitigno che ha approfondito in maniera maniacale, ma ciò che ama di più in assoluto è scardinare i luoghi comuni che gravitano attorno al mondo del vino. Collabora, altresì, anche con altre note riviste di settore.

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