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COLLINE TERAMANE, ANTEPRIMA 2023. I MIGLIORI ASSAGGI

Trentanove vini raccontano la storia di un territorio. Una carrellata dei migliori Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane DOCG, e Riserva, degustati all’interno della Sala Ipogea del comune di Teramo

Prima di dare il mio punto di vista sui migliori assaggi dell’Anteprima Colline Teramane DOCG, mi preme ringraziare Enrico Cerulli Irelli, presidente del Consorzio Colline Teramane, e tutti coloro che hanno reso possibile questo evento, senza dimenticare l’incredibile lavoro svolto dai sommelier Ais che hanno hanno accompagnato la degustazione dei 39 Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane DOCG; in realtà 38 perché un campione non era disponibile.

Enrico Cerulli Irelli presidente del Consorzio Colline Teramane, credit@Danila Atzeni

Durante l’intero press tour, durato tre giorni, ho respirato dal primo all’ultimo istante: spirito di squadra/associazionismo, grinta, caparbietà tipica abruzzese e tanta voglia di gridare al mondo intero le peculiarità di una terra ospitale, che ha sofferto tanto ma che si è sempre rialzata a testa alta. La città di Teramo è tra le sue perle, un diamante da preservare con estrema cura.

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Di seguito l’elenco della Cantine del Consorzio in degustazione: Abbazia di Propezzano, Ausonia, Barba, Barone Cornacchia, Biagi, Bossanova, Centorame, Cerulli Spinozzi, Colonnella, De Angelis Corvi, Fantini, Faraone, Fattoria Nicodemi, Fosso Corno, Illuminati, La Quercia, Lepore, Mazzarosa, Monti, Montori, Orlandi Contucci Ponno, Podere Colle San Massimo, San Lorenzo, Strappelli, Tenute Barone di Valforte, Tenuta Terraviva, Velenosi. Il colore di questi vini è solitamente rubino intenso con riflessi porpora, soprattutto nelle giovani annate, i riflessi granata arrivano con l’affinamento ma in questa batteria ne ho riscontrati ben pochi.

Sala Ipogea di Teramo, credit@Danila Atzeni

Iniziamo dal Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane DOCG 2021. Si è distinta l’Azienda Tenuta Terraviva: profilo austero e al contempo slanciato, frutti rossi e spezie orientali, buon equilibrio nonostante la giovane età.

Riguardo l’annata 2020 sono ben quattro le Cantine che ho apprezzato di più: Bossanova, Barone di Valforte, Cerulli Spinozzi e De Angelis Corvi. Vini che, nonostante l’annata piovosa e soprattutto torrida durante la stagione estiva, ho apprezzato per via del profilo: arioso, dal frutto integro, contornato di spezie e rimandi legati al terreno. Al palato buon equilibrio tra tenore alcolico, freschezza e vibrante sapidità.

Veniamo all’annata 2019, che ha portato a casa più aziende “premiate”: San Lorenzo, Montori, Ausonia con ben due vini – il “base” e il Riserva – quest’ultima categoria riguarda anche Fosso Corno e Barone Cornacchia. Annata indubbiamente più generosa della 2020, dodici mesi aggiuntivi di ulteriore affinamento hanno giovato non poco. Ho apprezzato la schiettezza di questi vini, il finale di bocca pulito e coerente a quanto percepito al naso: un trionfo di spezie dolci e frutti neri/rossi di rovo, cui fa eco una coltre floreale di tutto rispetto unita a suggestioni nettamente legate al terreno che dà vita a queste uve.

degustazioni e sommelier AIS, credit@Danila Atzeni

Siamo giunti all’annata 2018, qualitativamente media senza picchi di eccellenza né tantomeno elementi troppo negativi. Ho apprezzato il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane DOCG della Cantina Illuminati e la Riserva di Centorame. Entrambi piuttosto didattici nell’esecuzione, ancora parzialmente coperti da un velo di legno, indubbiamente più interessanti al palato dove il tannino già piuttosto coeso incontra un finale sapido, vibrante, che a mio avviso trova la sua massima espressività mediante l’abbinamento gastronomico.

Riguardo l’annata 2017, torrida e siccitosa in gran parte del bel Paese, si è distinta una sola azienda, Monti, il motivo è molto semplice: la totale assenza di alcol percepito, una silhouette da vero fuori classe e un profilo arioso, slanciato e in bocca succoso più che mai.

Concludiamo con l’annata 2016, è la volta dell’Azienda Faraone, tra i migliori assaggi della batteria. Al naso frutti di bosco maturi, garofano selvatico, grafite e lieve pellame, gran bella evoluzione a sette anni dalla vendemmia. Stupisce anche al palato per un andirivieni di sensazioni acide/sapide ben allineate ad un corpo notevole tuttavia mai adombrante.

(In copertina, degustazione, credit@Danila Atzeni)

Andrea Li Calzi

Andrea Li Calzi
Sommelier Ais dal 2011, in tandem con Danila Atzeni, fotografa professionista e sua compagna, autrice, tra l’altro, degli scatti dei suoi articoli, è un grande appassionato per la materia tanto cara a Dio Bacco ed ama la purezza delle materie prime in cucina: proprio l’attività tra i fornelli l’ha fatto avvicinare al mondo del vino attorno al 2000. Dopo svariati master di approfondimento sui più importanti territori vitivinicoli al mondo, nel 2021  ha ricevuto il 33° Premio Giornalistico del Roero. Scorre il nebbiolo nelle sue vene, vitigno che ha approfondito in maniera maniacale, ma ciò che ama di più in assoluto è scardinare i luoghi comuni che gravitano attorno al mondo del vino. Collabora, altresì, anche con altre note riviste di settore.
(In foto, Andrea Li Calzi durante la degustazione, credit@Danila Atzeni)

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