di Carmen Guerriero
E’ suggestivo il mare d’inverno. Specie in Costiera Sorrentina, quel tratto di costa campana di impareggiabile bellezza, stagliato tra cielo e mare, baciato dal Sole e dagli Dei, vergato da estesi terrazzamenti di viti, ulivi e limoni degradanti sul mare. E già che qui i limoni, dolci e succosi, sono in piena maturazione e l’aria è inebriante!
TERRITORIO, SAPORI E TRADIZIONI. L’ECCELLENZA HA PIU’ GUSTO
Circondato da colline verdeggianti e torri di pietra che ancora oggi conservano la suggestione di avanposto strategico- difensivo sul mare,Vico Equense è una piana (come suggerisce l’antico nome latino “aequa”) aperta a ventaglio, distesa nel tratto della Penisola sorrentina da Scrajo a Punta Scutolo. “Vico”, invece, è il termine che deriva da “vicus”, con cui i romani indicavano un borgo con piena autonomia. Distrutta da Silla nell’89 a.C., Vico Equense rifiorì sotto l’impero di Augusto, divendo una delle mete preferite dai nobili romani per esercitare l’otium , tra mare, clima dolce e natura.
Qui, la Torre del Saracino è il ristorante bistellato di Gennaro Esposito, cuoco di fama internazionale, di simpatia naturale e di appassionata vocazione alla cultura delle tradizioni e dei sapori della sua terra. Grazie alla sua poliedrica esperienza, tra cucine stellate di Parigi, del Plaza Athénée e del Le Louis XV a Montecarlo di Franck Cerutti, ha esercitato la perfetta organizzazione del lavoro e l’attenzione maniacale ai dettagli. I suoi piatti inneggiano sempre alla tradizione, ma elaborati in un modo personalissimo e creativo, segno di una costante “ricerca del nuovo”, come egli stesso ama dire.
Annesso ad un’antica torre di guardia, da cui prende il nome, il ristorante Torre del Saracino nasce nel 1991 con l’obiettivo preciso di proporre una cucina fedele al territorio, alle tradizioni , alla cultura ed ai prodotti, contemperata, però, dalla summa delle esperienze maturate durante i viaggi e gli stage formativi. Appassionato, curioso ed innovativo, sia in cucina che in sala, Gennaro Esposito è sostenuto da una brigata coesa ed affiatata di professionisti, in cui ogni membro apporta il proprio contributo unico e speciale, garantendo un servizio di altissima qualità.
CANTINA TERLANO, INTRECCI DI TERRITORIO E DI STORIA
Tra Merano e Bolzano, nel cuore della regione vinicola più settentrionale d’Italia, Cantina Terlano è una cooperativa sociale nel comune di Terlano (Bolzano), con 143 soci che coltivano un totale di circa 190 ettari, uno dei più importanti produttori di grandi vini bianchi d’Italia. Qui la viticoltura ha radici molto profonde che risalgono alla tarda età del ferro, come dimostra il ritrovamento dei cosiddetti coltelli da vite “Siebeneicher”, dall’estremità della lama fortemente curva, ancora oggi utilizzati come coltello da potatura e, dunque, considerati una prova affidabile dell’industria vinicola preistorica.
Posta all’interno di un cratere vulcanico millenario, i suoi vigneti sono caratterizzati da una conformazione geologica di suoli unici, porfido quarzifero rosso ricco di minerali che, insieme all’orientamento dei vigneti, l’eccellenza delle condizioni climatiche, la natura del suolo, le particolari condizioni micro e macroclimatiche regala una straordinaria longevità e mineralità ai vini.
LONGEVITA’, FILOSOFIA DI LAVORO
In controtendenza alla moda di fine dell’800 in Alto Adige che prediligeva un rapporto tra vino rosso e vino bianco di 80 a 20, la viticoltura eroica di Terlano si è basata sempre su vini bianchi, con uve tra i 250 e i 900 metri sul livello del mare, con pendii in pendenza fino al 70 per cento, condizioni di coltivazione, speciali anche per l’Alto Adige e che si riflettono anche nei vini.
Intorno alla metà dell’Ottocento giunsero in Alto Adige le tre varietà tutt’ora fondamentali nella produzione del vino bianco Terlaner, ossia Pinot Bianco, Sauvignon Blanc e Chardonnay, su diverse altitudini con orientamento delle vigne a sud–sudovest: Pinot Bianco 550 – 600 m s. l. m. Chardonnay 300 -350 m s. l. m. Sauvignon Blanc 300 – 350 m s. l. m. Ancora oggi, la cuvée ottenuta da questi tre vitigni esprime con raffinata eleganza la vera anima del terroir di Terlano, con vini in cui spiccano sapidità, tensione e profondità. “Nel mondo i grandi vini sono sempre caratterizzati da longevità, complessità e anima. Questo è esattamente lo stile che Cantina Terlano ha sempre cercato. Ecco perché siamo di tendenza senza seguire la tendenza”. Klaus Gasser – Direttore Vendite di Cantina Terlano. I vini vengono volutamente lasciati affinare per acquisire ancora più sostanza e sostenere la longevità data dalla natura.
L’ARCHIVIO STORICO, UN VERO TESORO
Uno dei segreti della Cantina Terlano è l’ampio archivio dei vini. Circa 100.000 bottiglie di tutte le annate, dal 1955 ed alcune bottiglie ancora più antiche, ad oggi sono conservate qui a una profondità di circa 13 metri, alcune anche più antiche. La bottiglia più antica risale al 1893, anno di fondazione della Cantina. Uno dei capisaldi della Cantina Terlano è la vinificazione in botti grandi dei vini bianchi dal grande potenziale evolutivo dove la maturazione lenta “sur lies” gioca un ruolo fondamentale. I vini acquistano carattere e complessità, corpo e struttura.
L’esperimento dell’ex kellermeister Sebastian Stocker, che nascondeva segretamente 500 bottiglie di ogni annata a sostegno della sua teoria sulla longevità dei vini di Terlano, è ora un tesoro per Terlano, con vini bianchi, che anche dopo 50 anni, riescono a stupire gli esperti per freschezza, fine acidità e aroma perfetto. Il primo Pinot Bianco che la cantina imbottigliò in purezza risale al 1927, seguito nel 1957 dal Sauvignon Blanc e nel 1985 dallo Chardonnay.
Nell’occasione de qua, Cantina Terlano ha presentato la decima annata di Terlaner Primo I Grande Cuvée 2021, annata 2021, la più alta espressione dei tre vitigni identitari di Terlano: 70% Pinot Bianco, 28% Chardonnay, 2% Sauvignon Blanc.
Anch’esso, come Rarity “Metodo Stocker”, in edizione limitata, viene prodotto solo in 3000 bottiglie selezionate. Al vertice della gamma di vino bianco più prezioso dell’intera collezione, Terlaner I Grande Cuvée è ambasciatore dei grandi vini bianchi italiani nel mondo e portavoce della filosofia lavorativa di Cantina Terlano. L’annata 2021 è reputata molto fortunata, insieme alla 2016 e 2019, tra le migliori degli ultimi anni. “Eleganza ed equilibrio in ogni accento aromatico poggiano su una struttura fine e importante, arricchita da una tessitura raffinata che gli conferisce un carattere distintivo. Klaus Gasser La sua eccezionale persistenza non descrive solo una semplice piacevolezza, ma rappresenta soprattutto l’espressione più pura di un terroir minerale unico al mondo”
DEGUSTAZIONE
Un approfondimento della storica Cuvée Terlaner è stato condotto dall’enologo Rudi Kofler e dal Direttore commerciale Klaus Gasser attraverso una speciale verticale di annate direttamente dall’archivio storico (partendo, però, dalla 1956) per scoprirne l’evoluzione e il potenziale nel tempo di questi straordinari vini bianchi. Comuni denominatori di tutte le annate in degustazione sono stati: eleganza, complessità, varietà di aromi e freschezza. L’alta concentrazione di mineralità del suolo (terreni con 55% silicio) di Terlano gioca un ruolo essenziale nelle caratteristiche qualitative delle uve per vini complessi, di carattere, longevi e di una freschezza impressionante. E’ esempio Terlaner 1956, evoluto al naso, con piacevole leggera ossidazione e ancora bella acidità e salinità finale, buona persistenza, palato straordinariamente fresco, malgrado i suoi 68 anni!
Terlaner Rarity 1991, vino estremo, intrigante nella sua elegantissima austerità statica, tanta sosta affinamento sui lieviti, malìa di freschezza floreale di fiori bianchi di Neroli e mielati di Tiglio, sorso pieno, fresco, rotondo, armonico. E’ sorprendente notare come il tempo ed i lieviti riescano ad armonizzare il vino anche dopo tanti anni. A seguire, Terlaner Nova Domus Cuvee Riserva 1998, secco, al naso, frutta più evoluta, gialla, albicocca, datteri freschi, sorso sapido, fresco, minerale, lungo. Terlaner Nova Domus cuvée Riserva 2010, annata molto bella, resa bassa, grande finezza e concentrazione, complessità molto importante. Bouquet di frutta bianca, banana e pera, lieve pungenza aromatica di pepe rosa, sorso pulito, verticale, lungo. Terlaner Nova Domus cuvée Riserva 2019, fresco, floreale, minerale, sapidità, sorso pienissimo, sapido, secco, lungo, lunghissimo.
Terlaner Nova Domus cuvée Riserva 2021, frutta bianca e croccante, mela, sorso secco, sapido, lieve astringenza, fresco, lungo. Leggero passaggio in legno, ma botte più piccola, 1200 lt, vino compatto, minerale, austero, di grande importanza. A seguire, in pairing ai piatti (foto), altre espressioni della gamma dei vini di Cantina Terlano.
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