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E-ARCHEO, TRA REALE E DIGITALE, 10 SECOLI DI STORIA DI OTTO SITI ITALICI

Reale e digitale, storytelling e fonti, paesaggio attuale e rendering si coniugano in e-Archeo, il viaggio esperienziale integrato in 8 siti archeologici italiani che ripercorre da Nord a Sud le diverse civiltà e più di dieci secoli di storia del territorio italico

Le villae d’otium di Desenzano e di Sirmione, Kainua “la città nuova” fondata dagli Etruschi, le tombe a camera di Cerveteri, la colonia di diritto latino Alba Fucens, il Municipium di Elea, la trasformazione di Egnazia dall’età messapica a quella romana, l’evoluzione nei secoli di Sibari, lo sviluppo di Nora da antico emporio fenicio a colonia punica di Cartagine: è lo straordinario “viaggio” illustrato da e-Archeo, il grande progetto nazionale per la valorizzazione multimediale e tecnologica commissionato ad ALES spa dal Ministero della Cultura e realizzato in collaborazione con diverse università italiane e con il CNR ISPC con l’intento di offrire una modalità di lettura e fruizione di alcuni siti archeologici con un notevole potenziale narrativo ancora non pienamente espresso.

Presentato questa mattina alla XXIV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, e-Archeo è un progetto complesso che coniuga reale e digitale per illustrare otto siti, da nord a sud, raccontando, secondo un modello esperienziale integrato e multicanale, più di dieci secoli di storia del territorio italico durante i quali la penisola è divenuta il luogo dell’integrazione di civiltà in cui tradizioni diverse si sono riconosciute in una cultura unitaria. Sono stati scelti 8 siti del Patrimonio Culturale di fondazione etrusca, greca, fenicio-punica, indigena e romana: Egnazia (Puglia), Sibari (Calabria), Velia (Campania), Nora (Sardegna), Alba Fucens (Abruzzo), Cerveteri (Lazio), Marzabotto (Emilia Romagna) e le Ville di Sirmione e Desenzano (Lombardia). Di ciascuno di essi si è raccontata la storia e il divenire attraverso l’illustrazione dei monumenti meglio conservati, che sono stati presentati nella loro realtà attuale e in una visione ricostruttiva, finalizzata a restituire loro quella terza dimensione perduta nel corso dei secoli.

“Una buona pratica sia per il modello operativo che per il metodo di lavoro sotteso – ha evidenziato Eva Pietroni Primo ricercatore CNR ISPC coordinatore del progetto multimediale e della produzione esecutiva – con cui abbiamo voluto mostrare la varietà del museo diffuso Italia. Le ricostruzioni virtuali sono protagoniste del progetto, soprattutto per restituire la terza dimensione dei siti prescelti che si è persa nei secoli, con una strategia immersiva volta al miglioramento dell’accessibilità cognitiva”.

Storytelling emozionale per il grande pubblico mantenendo fede al patrimonio informativo scientifico che le università mettono a disposizione: gli 8 siti archeologici sono così promossi in maniera sia scientifica che emozionale, per più tipologie di pubblico. L’uso del 3D consente una visione diacronica del paesaggio: attuale archeologico, potenziale antico, paesaggio interpretato. Il paesaggio archeologico attuale è rappresentato e narrato come è oggi, attraverso modelli digitali e riprese cinematografiche; il paesaggio potenziale antico è rappresentato attraverso le ricostruzioni virtuali, accompagnate da un doppio livello di contenuti: narrativi e scientifici. Ai rendering foto-realistici a cui è associato lo storytelling, si affiancano infatti i rendering del “back end” scientifico, che mostrano i diversi livelli di affidabilità delle ricostruzioni e le fonti e i processi interpretativi seguiti. “Tutti esperibili”, ha sottolineato la Pieroni, ricordando che “essendo stato sviluppato in fase di pandemia per lo sviluppo del progetto si è prediletta soprattutto la fruizione online, disponibile anche da remoto al sito dedicato https://e-archeo.it/”.

Per la narrazione sono stati scelti i luoghi della vita pubblica (fori, basiliche, templi) e privata (abitazioni urbane e ville), senza trascurare le necropoli con le tombe e i corredi, specchio delle credenze nell’aldilà.

“Le ricostruzioni tridimensionali, i metadati scientifici ad essi associati, i contenuti narrativi sono confluiti in varie applicazioni multimediali, finalizzate alla valorizzazione delle 8 aree archeologiche, così da arrivare al pubblico in modi diversi, sia in situ che online – ha spiegato Eva Pietroni – per declinare l’accessibilità in senso ampio, ossia sia per favorire la fruizione di utenti con bisogni speciali sia per rendere i contenuti godibili e appropriati per tipologie di utenti diversi, inclusi gli addetti ai lavori”.

Soluzioni trasversali da cui si attivano singole applicazioni per vari usi e tipologie di pubblico, promuovendo questo patrimonio in modalità sia scientifica che narrativa ed emozionale.

“Un risultato ottenuto in tempi straordinari – ha rimarcato Costanza Miliani Direttore CNR ISPC – una grande sfida nel trasferimento di conoscenza di 8 siti archeologici con grande varietà di contenuti per trasformare questo contenuto immenso e prezioso in qualcosa che possa essere visto vissuto e apprezzato con la multidimensionalità, sfruttando alcune applicazioni come la ATON, un framework liquido ossia che si adatta sia a un data center che a uno smartphone. Puntiamo a una scienza aperta, per rendere quello che produciamo accessibile a tutti: dopo averlo già messo a disposizione sulla piattaforma Zenodo, ora lavoriamo a una nuova avventura: costruire un cloud per i dati scientifici per i beni culturali”.

Ad assicurare il supporto del Ministero in questa e nelle prossime scommesse future il Dirigente Servizio VIII del Segretariato Generale del MiC Luigi Scaroina in collegamento; alla presentazione sono, inoltre, intervenuti docenti, ricercatori e architetti esperti di tecnologie applicate, che hanno lavorato allo sviluppo del progetto.

www.bmta.com

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