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PALAZZO BELVEDERE: A NAPOLI, VINI ICONICI DEI MIGLIORI TERROIR

“World Wine Experience”, evento di nicchia con la prima edizione a Napoli, nel sontuoso Palazzo Belvedere dell'elegante quartiere Vomero. In scena le produzioni vitivinicole delle aziende italiane ed estere.

di CG

PALAZZO BELVEDERE

Villa Carafa di Belvedere, oggi semplicemente villa Belvedere, è un’antica residenza nobiliare del ‘600, nel quartiere collinare del Vomero, oggi come allora, con ampie logge affacciate sullo splendido golfo di Napoli.

Circa cinque secoli di stratificazioni hanno plasmato questa splendida residenza che, ancora oggi, costituisce un esempio architettonico straordinario  per eleganza, sontuosità e dialogo con la natura, raccontando la storia più antica del suo quartiere, sviluppatosi nel corso dei secoli, dall’antico “Villaggio del Vomero”.

panorama del Golfo di Napoli dalle terrazze di Villa Belvedere, Napoli@C.Guerriero-TWM

Nato come palazzo Vandeneynden, diventa villa Carafa di Belvedere nel 1688 a seguito del matrimonio di Elisabetta, figlia del marchese Vandeneynden, con Carlo Carafa IV principe di Belvedere. Tra i luoghi preferiti da Gioacchino Murat e buen ritiro estivo della regina Maria Carolina d’Asburgo, moglie di Ferdinando IV di Borbone, la Villa fu frequentata dall’alta società napoletana, richiamata da magnificenti feste nei saloni scintillanti di cristalli e di ori, con pregiate opere d’arte ed affreschi di pittori illustri, tra cui Luca Giordano. Nei mesi di maggio ed ottobre, poi, la villa era aperta al pubblico ed offriva concerti musicali giostre e tornei.

L’EVENTO

Palazzo Belvedere è stata la location d’eccezione per la I edizione di World Wine Eperience, evento sartoriale organizzato da Lu.IS.E. rappresentanze, con degustazione libera “walk around tasting”, di presentazione delle produzioni vitivinicole di aziende di nicchia, espressione identitaria dei diversi territori di origine.

evento a Villa Belvedere, interni@C.Guerriero-TWM

Tra queste CARPINETO Grandi Vini di Toscana, consolidata azienda vitivinicola toscana in Chianti Classico fondata nel 1967 da Antonio Mario Zaccheo e Giovanni Carlo Sacchet e ancora oggi gestita dai loro discendenti, con la stessa filosofia “La tradizione ci spinge in avanti, l’innovazione ci tiene al passo coi tempi“. L’azienda ha oltre 30 etichette e coltiva in modo sostenibile ben 500 ettari di terreni suddivisi tra 5 tenute nelle zone storiche della Toscana vitivinicola: Chianti Classico, Vino Nobile di Montepulciano, Brunello di Montalcino, Alto Valdarno e Maremma.

vini az. Carpineto, evento a Villa Belvedere, Napoli@C.Guerriero-TWM

Gran parte della produzione è data da vini delle più prestigiose DOCG della Toscana. Rossi per lo più, Riserve di grande struttura ed estratto, vini estremamente longevi e alcuni bianchi molto apprezzati, più quattro etichette di spumanti, un vinsanto dal lungo affinamento e un’acquavite. Tra i vini più contemporanei e versatili della Carpineto, c’è il Dogajolo rosa da uve Sangiovese e una piccola dose di Malvasia, un vino in piacevole abbinamento con l’iconico must della tradizione partenopea: la pizza.

Piera Martellozzo e Franco de Luca, villa Belvedere@TWM

Tra le aziende anche PIERA 1899, nota realtà produttiva nelle Grave friulane, tra le province di Pordenone e Udine, territorio ricco di grande biodiversità ai piedi delle Dolomiti, tra le prime a credere nel biologico.

Fondata da nonno Giovanni nel 1899 nei poderi del padovano, dagli anni ’90 l’azienda è condotta da Piera Martellozzo, con uno stile deciso e personale, perpetuando l’impegno di rivalutazione dei vitigni autoctoni.

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Con una superficie di circa 7.500 ettari, a cavallo del fiume Tagliamento, con territori stepposi di origine alluvionale, i Magredi, aree sassose definiscono un paesaggio unico per il particolare microclima e per la composizione porosa del terreno.

Dal 2001 l’azienda estende oltre il 50% dell’intera produzione nelle grave friulane, DOC Friuli Grave, con la produzione di vini molto profumati e aromatici: i bianchi freschi, fruttati ed eleganti; i rossi armonici e profumati, pieni e di buona struttura, con una predilezione per i vitigni autoctoni recuperati alla tradizione, come Ribolla Gialla, Refosco, Friulano e Schiopettino, che si distinguono per originalità, gradevolezza e personalità.

Milena Pepe@TWM

Il volto della verde e fertile Irpinia, con il suolo argilloso e vulcanico, ha brillato nella luce dei suoi vini da antichi vitigni autoctoni , Greco di Tufo docg, Fiano docg, Taurasi docg, Falanghina e coda di Volpe doc di TENUTA CAVALIER PEPE, nota azienda vitivinicola di Luogosano, in provincia di Avellino.

Forte dell’esperienza di un’antica famiglia irpina di viticoltori, l’azienda è stata fondata dall’imprenditore Angelo Pepe in un complesso  sistema produttivo e turistico di straordinaria qualità strutturato in Cantina, Azienda vitivinicola, Ristorante e accoglienza. Per siffatto lavoro e lungimiranza, nel 1998, Angelo Pepe è stato insignito, dall’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, del titolo di “Cavaliere della Repubblica”. Appellativo che, oggi, sigla il prodotto più iconico dell’azienda, la Loggia del Cavaliere, Taurasi Riserva docg, espressione autentica delle migliori caratteristiche gustative del territorio irpino.

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Oggi l’azienda è condotta da Milena Pepe, seconda generazione dell’azienda ed enologa appassionata, laureata in viticoltura ed enologia in Francia e in marketing in Belgio, forte delle sue competenze e del suo irresistibile carisma, con una produzione di vini di altissima qualità fortemente identitari.

LE DEGUSTAZIONI

Non sono mancate le occasioni di approfondimento con diverse Masterclass, tra cui  “Bianco & Bianco” condotta dal Sommelier AIS Gabriele Pollio, un viaggio sensoriale nei bianchi da vari territori italiani nonchè dalla regione Alsazia-Mosella, area storicamente contesa tra Germania e Francia, a cura della Sommelier, brand Ambassador Romina Romano.

In posa per TWM: da sx, Franco De Luca, Romina Romano, Milena Pepe e Gabriele Pollio@Guerriero-TWM

La Masterclass dei vini bianchi ha percorso in lungo e largo lo “Stivale”: FVG, con l’iconica Ribolla gialla Igt dell’az. Piera 1899, naso di fiori dolci di tiglio, pietra bianca, mineralita’, bella persistenza; Lazio, Latina, Casale del Giglio, con lo storico Bellona, vitigno già riferito da Plinio il Vecchio, da vigna 60 anni, a piede franco, vicino al mare, terreno sabbioso, annata 2023. Acciaio, si presta ad invecchiare. Ginestra, sapidità e iodio, buon equilibrio, coerenza naso e bocca, rotondità, pienezza in bocca, pastosità. Campania: Carinola(CE), Az. Nugnes, Vitematta,  blend falanghina e 10%coda di volpe,  naso di fiori bianchi , note agrumate,  leggero appassimento di un mese in cassetta a temperatura controllata. Irpinia, Luogosano(AV),Tenuta Cavalier Pepe, Brancato 2022, Fiano 100%, riserva, cru vigna di Lapio, vinificazione in bianco, con piccola parte di affinamento in botte. Al naso fiori bianchi, erica, leggere note aromatiche e balsamiche, bocca piena, sapida, bella persistenza. L’azienda Tenuta Cavalier Pepe, propone, della stessa linea, anche l’annata 2020, per comparare l’evoluzione del Fiano nel tempo: qui, infatti, fermentazione e affinamento in legno più lungo esaltano la struttura, l’eleganza e la longevità del vino che ha assunto profumi più complessi, con note di miele, frutta secca e camomilla ed una “cremosita’”accentuata. Dal Cilento, Az. Terra di Zoe’, Asterias 2022, Fiano 100%, breve passaggio in botte grande, con rimandi di nocciola tostata.

Dalla regione della Mosella, Margaux, Château Dauzac, tra i più grandi vini del Médoc, sulla sponda sinistra di Bordeaux, Riesiling 2022, grand Cru, secco, gessoso, agrume, elegante, fresco, leggera astringenza.

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Dall’Alsazia, Florimont, Alsace Grand Cru, Riesiling 2020, morbido e con note di affumicatura.

Con “Profondo Rosso” a cura del Sommelier AIS Franco De Luca, si è indagati il complesso mondo dei vini rossi, partendo dall’Alto Adige, con Lagrein 2022 dell’Az. Kornell Greif, ciliegia croccante, fresco, acidità, tannino leggero, molto versatile negli abbinamenti culinari. Poi, in Toscana, con l’az. Carpineto, Chianti classico riserva docg 2018, da vitigni Sangiovese, Canaiolo ed altre varietà a bacca rossa, maturazione di due anni in botti e affinamento in bottiglia. Riflessi granati, futta rossa, lampone, note complesse, quasi sulfuree. Lungo, persistente. Sempre Carpineto, Brunello di Montalcino 2018, cannella, cioccolato, setoso, secco, di corpo, tannino in equilibrio con acidità, persistente. In Abbruzzo, con Coste di Moro, Bio cantina, Montepulciano d’Abruzzo, meno fruttato dei precedenti, purezza olfattiva, morbidezza al gusto e rotondità finale.
Carpineto, Chianti classico riserva docg 2018@TWM

In Campania, l’azienda irpina Tenuta Cavalier Pepe ha presentato La Loggia del Cavaliere, Taurasi docg 2015, riserva, rosso rubino, tendente al granato, lampone, eleganti sentori floreali di viola, muschio, terziari speziati di noce moscata, legno tostato e un tocco di liquirizia, finale di incenso, acidità e mineralita’ da terreni vulcanici e argillosi, di corpo, tannico, lunga persistenza. In comparazione, la riserva 2011, ha note terrose, fungine, pienezza, corpo definito, secco, equilibrato, complesso, persistenza. avvolgente, di grande equilibrio con tannini setosi e ottimo il finale molto persistente e intenso di frutta rossa di bosco.

Loggia del Cavaliere, Taurasi riserva, 2011@TWM

 

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Da oltralpe, in Borgogna, a Beaune, Pinot noir 2018, spezie, note sottobosco e resinose, evoluzione del vino già compiuto e, ancora da Bordeaux, Château Dauzac, Margeau 2016, semplicemente un modello di equilibrio, ricchezza di esuberante frutta rossa e struttura tannica. Chapeaux!

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