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RECANTINA, COSÌ LA PASSIONE DÀ NUOVA VITA ALLA CULTIVAR DIMENTICATA

In Veneto, tra le colline di Asolo e del Montello, Giusti Wine è l’azienda vitivinicola che è riuscita ad attuare un lento recupero della recantina, antica cultivar autoctona già nota nel rinascimento e a rischio di estinzione. Il risultato ? Una produzione in purezza di grande personalità e una strabiliante cantina a 5 piani.

Giusti Wine è una nota Cantina veneta situata a Nervesa della Battaglia (TV), ridente località inserita nel contesto vitivinicolo delle colline di Asolo e del Montello. Dal 2000 è guidata da un personaggio iconico per il territorio: l’imprenditore italo canadese Ermenegildo Giusti. Il nostro protagonista è originario di queste terre e le ama a tal punto da promuovere non soltanto i cavalli di razza dell’enologia veneta. Oltre all’uva glera e ai vitigni internazionali, grande impegno è riservato alla valorizzazione, e riscoperta, di alcune cultivar autoctone dimenticate quali ad esempio la recantina. Che le colline sopracitate fossero degne di nota lo intuì già Napoleone secoli fa. Ermenegildo non ha fatto altro che seguire questa vocazione, ad oggi è senza dubbio uno tra gli imprenditori vinicoli che più ha investito nel Prosecco Superiore e nei vini rossi del Montello. Da ormai quasi tra anni si avvale della preziosa collaborazione della stimata enologa toscana Graziana Grassini, considerata a tutti gli effetti l’erede di Giacomo Tachis.

Ermenegildo Giusti, credit@Giusto Wine

Un traguardo di marketing territoriale

Impossibile citare Giusti Wine senza menzionare l’enorme valore attribuito alla cantina, in gran parte ipogea, emblema stesso del Gruppo. Inaugurata nel luglio 2020 si sviluppa su 5 piani e raggiunge gli otto metri sottoterra. Ammirandone la maestosità ciò che convince appieno è il fatto che la stessa risulti inserita perfettamente nel paesaggio di Nervesa della Battaglia, rassomiglia ad un’onda che si infrange sulle colline del Montello.

Vigneti, credit@Giusto Wine

Dal belvedere è possibile ammirare lo splendore dei vigneti e dei tanti colori che variano con l’alternarsi delle stagioni, oltre alfascino austero della vicina Abbazia di Sant’Eustachio. Ermenegildo insegue un vero e proprio traguardo di marketing territoriale basato non soltanto sulla modernità, desidera fortemente valorizzare le bellezze artistiche del suo territorio. Un piano che ha previsto anche il restauro, con fondi privati, della famosa Abbazia sopracitata dove nel 1500, soltanto per citare un esempio, Monsignor Della Casa scrisse il Galateo. la famiglia Giusti è molto legata a questo storico edificio, ha acquistato inoltre 100 ettari di vigneto circostante.
Un territorio noto nella Grande Guerra per la caduta di Francesco Baracca, il cui simbolo, il cavallino rampante, fu donato a Enzo Ferrari, che lo fece conoscere nel mondo
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Abazia Sant’Eustacchio, credit@Giusto Wine

Montello-Colli Asolani DOC Recantina 2018

La Recantina è un’uva autoctona presente sin dai tempi antichi esclusivamente nel Montello e nei Colli Asolani.
Ogni nome ha il proprio destino, in questo caso il significato è inequivocabile: re della cantina. Partendo da questo presupposto è inammissibile che una cultivar, già citata già nel periodo rinascimentale mediante documenti scritti, fosse caduta nel dimenticatoio. Non solo: fino a qualche anno fa era a rischio d’estinzione, si contavano appena dieci ettari vitati. Ermenegildo Giusti col passare del tempo, coadiuvato dall’impegno di altre importanti realtà del territorio, è riuscito ad attuare un lento recupero che oggi vede la produzione di vini recantina in purezza dotati di grande personalità.

credit @Danila Atzeni

Augusto” 2018 deriva da vigneti ubicati a Nervesa della Battaglia nelle tenute denominate “Aria Valentina” ed “Emily”, su terreni rossi ricchi di argilla e ferro. La fermentazione avviene in acciaio con macerazione di 15 giorni, malolattica svolta e affinamento in botti di rovere di Slavonia da 2,5 t per 12-24 mesi, più un periodo in bottiglia prima della vendita. Rubino intenso, tonalità profonda. Il respiro è lungo e penetrante, registro olfattivo complesso e sfaccettato: in primo piano mirtillo, mora, susina nera ad uno stadio di piena maturità. Toni boschivi si alternano a suggestioni balsamiche in un crescendo di freschezza, ariosità; la spezia è suadente e richiama il chiodo di garofano, il ginepro, con incursioni di liquirizia e cacao. In bocca la morbidezza del sorso è ben presto vivacizzata da lampi di acidità che rimandano ai frutti sopradescritti, vi è un crescendo di sapidità che mostra la stoffa del terreno dove vengono allevate le uve. Un vino che a mio avviso regge bene l’affinamento, entro un periodo ragionevole s’intende. Abbinato ad uno spezzatino di vitello alla veneta, ovvero accompagnato con polenta, sa il fatto suo.

Credit@ Danila Atzeni

Veneto IGT Sauvignon Nepis 2021

I vitigni internazionali in gran parte del Veneto hanno una storicità che supera i 200 anni, non è un affare degli ultimi giorni o peggio l’ennesima trovata di qualche viticoltore virtuoso in cerca di attenzione mediatica. Anche un’uva d’origine francese come il sauvignon, nel Montello, ha saputo adattarsi grazie a terreni di medio impasto tendente all’argilloso, con buona presenza di scheletro, e un microclima ideale. Le vigne si trovano nei pressi della tenuta dell’Abbazia. La fermentazione primaria avviene a temperatura controllata ad opera di lieviti selezionati, il vinorimane a contatto con gli stessi ed agitato periodicamente sino all’imbottigliamento. Veste paglierino chiaro con riflessi beige/verdolini, mostra buona consistenza. Al naso squaderna sentori legati a frutti spigliati e freschi che richiamano l’ananas, il melone d’inverno e la scorza di pompelmo; delicato il tocco floreale (sambuco e glicine) seguito da un ricordo di peperone verde abbrustolito. Con lenta ossigenazione effluvi di calcare epercezioni salmastre. In bocca prevale nettamente la freschezza in sinergia con buone doti di sapidità, il tutto inserito in un corpo medio. L’eleganza, la bevibilità e la pulizia, soprattutto in chiusura, rappresentano l’arma vincente di questo buon vino che non teme l’affinamento in cantina.
L’ho abbinato ad un piatto di ravioli di magro spadellati con abbondante burro d’alpeggio, Parmigiano e salvia: un rigore a porta vuota.

( In copertina, Recantina, credit@Giusto Wine)

Andrea Li Calzi

 

Andrea Li Calzi

Sommelier Ais dal 2011, in tandem con Danila Atzeni, fotografa professionista e sua compagna, autrice, tra l’altro, degli scatti dei suoi articoli, è un grande appassionato per la materia tanto cara a Dio Bacco ed ama la purezza delle materie prime in cucina: proprio l’attività tra i fornelli l’ha fatto avvicinare al mondo del vino attorno al 2000. Dopo svariati master di approfondimento sui più importanti territori vitivinicoli al mondo, nel 2021  ha ricevuto il 33° Premio Giornalistico del Roero. Scorre il nebbiolo nelle sue vene, vitigno che ha approfondito in maniera maniacale, ma ciò che ama di più in assoluto è scardinare i luoghi comuni che gravitano attorno al mondo del vino. Collabora, altresì, anche con altre note riviste di settore.

 

 

 

 

 

 

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