L’azienda
Con 80 ettari di vigneto in proprietà, di cui 35 ettari disposti ad anfiteatro naturale intorno alla cantina, Tenuta Carretta è, probabilmente, l’unica azienda a poter vantare vigneti di nebbiolo di proprietà in ciascuna area vocata DOC e DOCG di Langa e Roero. Un patrimonio vitivinicolo ingente e significativo che regala all’azienda l’opportunità di valorizzare i territori di origine e le produzioni di uve e di vini, espressione dei diversi terroir.
Barolo, Barbaresco e Roero, le tre denominazioni di punta dell’eccellenza vitivinicola del territorio, sono espresse in “Grandi vigne”, sigla che indica le produzioni più rappresentative dell’azienda: da Cascina Bordino, Treiso, l’omonimo Cascina Bordino Barbaresco Riserva DOCG; dal vigneto Bric Paradiso, che domina la Tenuta, il Roero Riserva DOCG Bric Paradiso; da Cannubi, a Barolo, la parte più distintiva della Menzione Geografica Aggiuntiva, Barolo Riserva DOCG Cannubi – collezione Franco Miroglio e il Barolo DOCG Cannubi.
Una storia iniziata nel 1467
E’ quanto attesta un antico documento in cartapecora di oltre 555 anni fa in bella mostra all’ingresso della cantina, riferendo di una “cassina Caréta”, proprietà acquistata da una ricca nobildonna dell’epoca, ubicata proprio sui luoghi in cui, oggi, si trova l’odierna cantina.
Nel 1985 Franco Miroglio, noto imprenditore nel campo manifatturiero e della moda, acquistò Tenuta Carretta, traghettando, così, la storia della famiglia in una nuova esperienza professionale e di vita. Oggi l’azienda è condotta da Ivana Brignolo Miroglio, a capo del gruppo Terre Miroglio di cui fa parte Tenuta Carretta, insieme al marito Edoardo e ai figli Marta e Franco, imprenditori nel settore tessile, ma con una particolare vocazione al valore della contaminazione delle arti.
Barolo Cannubi, stile ed eleganza.
Cannubi è una collina protetta naturalmente dai venti e dal freddo, circondata su tre lati dai rilievi di Novello, La Morra, Monforte e Castiglione Falletto, punto d’incontro tra le due principali zone geologiche del Barolo, con suoli profondi e compatti del versante elveziano, composti da stratificazioni di marne grigie, argilla, sabbia e calcare, che regalano stile e profilo di grande equilibrio, struttura dalla potenza riservata, mai troppo esuberante e suoli più giovani e soffici (La Morra e Verduno) per profili di eleganza e profumi floreali di rosa canina e note di scorza di agrumi candita, confettura di more, fave di cacao, stecca di cannella.
Su questa collina, quattro vigneti di 2,6 ettari, danno origine a due diverse etichette: il Barolo Docg Cannubi e il Barolo Riserva Docg Cannubi- Collezione Rag. Franco Miroglio, una bottiglia importante e dal design elegante e sofisticato che, ogni anno, viene “vestita” con un’etichetta ispirata ad una trama di tessuto firmato Miroglio, per richiamare le radici storiche dell’azienda e celebrare il capostipite imprenditore lungimirante.
Quattro Quarti, la vocazione artistica della Tenuta.
Nell’araldica, i quarti rappresentano il sistema di misura della nobiltà, raffigurati sui blasoni di famiglia che, suddivisi in quattro quarti, contenevano i simboli dinastici. Durante la mia visita in azienda, era in corso “Quattro Quarti”, una mostra fotogratica curata dagli artisti Aarón Gómez Figueroa, Sylvia Tomcsak, Laura Vaelimaeki e Jesse Dart per celebrare, attraverso le opere, le origini nobiliari della Tenuta, insieme ai quarti di nobiltà della cantina contemporanea: “vini, vigne, tenuta e persone”.
Quattro sguardi diversi, quattro stili diversi per un caleidoscopio di colori e di letture delle diverse sfumature prospettiche della tenuta. Quarti di nobiltà che sviluppano la valorizzazione della tradizione anche nella veste grafica della speciale linea “etichette d’autore di alcune bottiglie, come Langhe Riesling Campofranco, nuovo progetto viticolo di Tenuta Carretta a Cissone, in Alta Langa, dai tratti opulenti ed originali che evocano l’essenza femminile, a firma di Rosetta Avalle, pittrice e scultrice piemontese.
21.9, contaminazioni d’autore di Flavio Costa
Intimità, calore, immediatezza i tratti salienti della cucina di Flavio Costa, resident chef del ristorante 21,9, dal 2003 stella Michelin, circondato dai vigneti di Tenuta Carretta a Piobesi d’Alba. Location elegante e raffinata, Costa punta alla massima valorizzazione di ogni singolo sapore, grazie ad una cucina di grande ricerca, “asciutta ed essenziale”, basata su prodotti della terra rigorosamente di stagione e coltivati in campo aperto, con piatti costruiti su tre ingredienti principali e giocati sempre su tradizione, freschezza e leggerezza.
Cucina ricercata e creativa, tecniche e lunga esperienza professionale che mixa sapori, consistenza e profumi, riflesso dello stile di contaminazione artistica amato dall’azienda, con proposte studiate utilizzando materie prime diverse, sia della tradizione ligure, regione di origine di Costa, che di quelle piemontesi locali, dosate con sapienza di erbe aromatiche in piatti creativi, declinati dal pesce ai crostacei, dalla selvaggina agli ortaggi, dai formaggi alle pregiate nocciole piemontesi, per valorizzare tipicità locali ed una speciale selezione di etichette esclusive di Tenuta Carretta.
Carmen Guerriero