Lo spirito aziendale
“Noi non possiamo non parlare di Sangiovese – afferma il CEO di Piccini 1882 – Il cuore della nostra azienda è in Toscana, regione dove ci destreggiamo quotidianamente con la versatilità del Sangiovese. Con questo vitigno il produttore indossa le vesti di un padre che accompagna il figlio lungo il suo percorso di crescita. Il ragazzo può lasciarsi allettare dai divertimenti e dalle passioni sportive per sprigionare, nell’immediato, la propria forza ed energia, oppure può impegnarsi in obiettivi a lungo termine, perfezionando la propria formazione attraverso un percorso accademico, che richiede tempo, pazienza e dedizione. Sta al genitore indicare la strada al proprio figlio, aiutandolo a delineare il percorso migliore. Così, il produttore può esaltare il vigore del Sangiovese, oppure esprimere in bottiglia la sua raffinatezza che si rivela col passare degli anni”.
Questo è il pensiero di Mario Piccini sul Sangiovese. Presidente della Piccini Wines 1882 una realtà industriale, ma dall’anima di famiglia.
I numeri
Girano più di 100 milioni di Euro all’anno, producono più di 25 milioni di bottiglie all’anno, hanno una linea di imbottigliamento pazzesca che sforna 15 mila bottiglie all’ora, eppure … la famiglia prima di tutto. Mario, tutti chiamano il Sig. Piccini così, è sempre presente o se non c’è lui ci sono i 2 figli Michelangelo e Ginevra. Credevo che chiamare per nome il “Capo” fosse un atto di democraticità invece ho scoperto che è esattamente il contrario in quel della Toscana.
Pensate che quando parlano dell’immenso pittore quattrocentesco, che ha sconvolto la pittura con le sue prospettive e ombre, Piero della Francesca tutti, ma dico tutti, lo chiamano Piero. Anzi Pieero.
Quando si parla di Pieero in ambito pittorico si sa che si parla del della Francesca così quando si parla di vini e si nomina Mario si sa che si parla di Piccini.
Assodato questo sono a raccontarvi una tre giorni intensa alla scoperta di questo benedetto Sangiovese. Come dice Mario è un ragazzo capriccioso, difficile da gestire, che si palesa in mille maniere, che cambia in continuazione, che si accoppia volentieri con tutti. Insomma ne combina di tutti i colori.
Ve lo dico chiaramente, faccio tanta ma tanta fatica a capirlo. Devo essergli poco simpatica anche io, infatti non mi parla. Anzi lui cerca di parlarmi ma io faccio fatica a capire ciò che mi dice.
La degustazione
Un grande enologo mi disse “quando vai a visitare una cantina assaggia sempre i vini base, sono quelli che ti danno il polso. E’ facile fare bene le grandi riserve, mooolto più difficile creare dei base di alta qualità”
Questo insegnamento lo seguo sempre e anche da Piccini sono partita dai base e vi devo dire che sono vini onesti, puliti, fatti bene, capibili da tutti. Anche in considerazione del fatto che ben il 68% del fatturato proviene da vendite all’estero. Ma vi voglio parlare di un nuovo progetto dell’azienda.
I Terzieri.
Un cofanetto contenente 3 bottiglie di Chianti Classico. Provenienti dal progetto Geografico, la cooperativa nata negli anni 60 e acquisita dai Piccini negli ultimi anni, che mira a esaltare le preziose sfumature di questo ragazzaccio birbante nelle sue espressioni più classiche. Quelle di Radda, Gaiole e Castellina. 100% Sangiovese, annata 2020 in anteprima.
Ed ecco allora nascere Tramontano per la zona di Radda che con le sue nebbie, la sua argilla con forte presenza di albarese ci dona un vino brusco, fresco, pulito, di grande impatto e con grandi estrazioni e una verticalità importante. A Gaiole si esprime il Levante che ha Vertine al centro (un micro borgo che val la pena di visitare) che con i suoi terreni sassosi e un’ottima ventilazione dona un vino con sentori di tabacco e cassis, intensamente aromatico con una eleganza proverbiale unita a un equilibrio difficilmente riscontrabile in altri Sangiovese in purezza.
Per ultimo, ma non per questo meno apprezzato, il Ponente di Castellina con esposizioni calde e presenza di argilla pilocenica con forte presenza di scheletro. Qui si gioca tutto sui toni delle violette, ciliegie, fragole, ribes rosso, agrumi e tabacco. Freschissimo, lungo con una grandissima personalità.
Direi proprio che questo cofanetto, messo in vendita a 70,00 Euro, rappresenta perfettamente il Chianti Classico con grande godibilità, pronto ora ma sicuramente anche nel proseguo. Con loro tre ho avuto dei discorsi importanti, mi hanno raccontato molte cose, e pian pianino sto iniziando a capire questo mondo nuovo e diverso dal mio, sicuramente anche per le letture che ci ha dato Andrea Gori che ce li ha presentati perfettamente.
Liliana Savioli
Liliana Savioli
Giornalista, Padovana DOC, Sommelier, esperto degustatore internazionale e docente, fa parte dell’Associazione ACAUD in qualità di sensorialista. Partecipa regolarmente alle commissioni per la determinazione delle DOC E DOCG del FVG. Collaborazione con Riviste di settore anche come delegata regionale del FVG.