Travel Wine Magazine

Cerca

MANI, PELOPONNESO DELLE MERAVIGLIE

Definito uno dei luoghi meno ospitali della Grecia, il Mani è un posto che regala emozioni forti. Non è la solita Grecia, quella turistica delle masse distratte e frettolose ma è la Grecia autentica, quella rimasta immutata nel corso dei secoli. La Grecia per intenditori. Una regione per spiriti forti, per chi non teme i silenzi ed è capace di dominare tanto lo sgomento quanto la bellezza, qui struggente e imperiosa, come non mai.

Aspro, roccioso, impervio. Il Mani, territorio che origina dal massiccio del Monte Taigeto, è la regione greca, selvaggia e poco turistica, del Peloponneso, famosa per la struggente bellezza del mare, delle sue calette, dei paesaggi sereni e per i caratteristici villaggi con le case – torri di pietra.

A meno di due ore da Atene, dall’Istmo di Corinto, stretta lingua azzurra che, dal 1893, unisce Egeo e Ionio, la nuovissima e veloce autostrada Olimpia attraversa tutto il Peloponneso fino a Kalamata, attraversando immensi siti archeologici, scorci mozzafiato, borghi addormentati, pergolati straripanti di spettacolari bouganvillee, muretti a secco oltre i quali debordano vigneti e kafeneion dove, all’ombra degli alberi, gli anziani amano chiacchierare per ore davanti ad un caffè. Ovunque profumi inebrianti di salsedine, di resina e di erbe aromatiche, ove regnano la vite, il fico e l’ulivo ed una lussureggiante macchia mediterranea.

Tornerò per tre anni consecutivi, proprio come le tre “dita”, ognuna con la sua Storia, con i suoi miti e la sua struggente Bellezza.

Porto di Githio, Mani, credit@Guerriero-TWM

Dalla graziosa cittadina costiera di Githio, l’antico porto di Sparta, il Mani si dipana tra scorci di terra arida e vegetazione brulla, con la pietra a dominare ogni cosa, definendo i contorni di un paesaggio unico.

Il Mani è una regione per spiriti forti, per chi non teme i silenzi ed è capace di dominare lo sgomento che assale, a volte, di fronte alla vastità di un territorio impervio, racchiuso tra gole strettissime e dirupi vertiginosi che corrono verso il mare che spunta, all’improvviso, dietro una curva od un colle. E’ la patria dei Manioti, fieri combattenti dai lunghi baffi neri, alti stivali di pelle scura e sguardo diretto, diretti discendenti degli antichi spartani e guerrieri mai sottomessi agli Ottomani, come ricorda il motto sulla bandiera del Mani “Vittoria o morte”.

LEGGI ANCHE : PELOPONNESO, SULLE ORME DI OMERO.

Lungo la strada verso la capitale Aeropoli, la spiaggia di Skoutari merita una sosta per il suo mare cristallino, la tranquillità della chiesetta sul mare con annessa psarotaverna – ouzeri, dove servono pescato fresco e specialità tipiche locali, come una gustosa variante della horiatiki, la famosa insalata greca o greek salad, solitamente con la feta (tipico formaggio greco preparato con latte di pecora) che nel Mani, però, è un formaggio più sapido e gustoso del solito.

Skoutari, psarotaverna, credit@Guerriero-TWM

Man mano che si scende lungo la costa, la strada si fa più stretta e moltiplica le curve, fino a diventare sterrata. Porto Kagio è l’ultimo avamposto di civiltà, se così si può definire una località che offre tre taverne affacciate su una graziosa piccola baia. Non è posto di movida, ma solo di tranquillità e pace.

Porto Kagio,credit@Guerriero-TWM

A pochi chilometri Capo Tànaro o capo Matapàn, non è solo la punta più estrema della Grecia continentale, ma anche il luogo dove la leggenda pone l’ingresso dell’Ade, ove Orfeo entrò per cercare la sua Euridice. Si parcheggia la macchina dove termina la strada e si cammina per 55 minuti circa, tra calette di acqua cristallina, resti di un antico sito archeologico Tempio di Posidone, che serba ancora, ben conservati, alcuni dei pavimenti a mosaico riccamente decorati con richiami del mondo marino, tra pietre di quarzo verde ed azzurro, sterpi e terra argillosa e panorami mozzafiato, su uno stretto, lunghissimo ed assolato sentiero fino alla punta estrema.

Capo Màlatan, credit@Guerriero-TWM

Qui il Faro , come una sentinella, presidia la costa, fronteggiando quella libica. Il vento è sferzante e carico di intensi profumi salmastri e di erbe tipiche delle macchia mediterranea, come timo e rosmarino selvatico. Lo sguardo, avido, assapora l’infinito!

capo Màpatan, Faro, credit@Guerriero-TWM

Riprendendo la strada, fra speroni di roccia e alte colline si giunge alla sabbiosa spiaggia di Marmari, stretta in una lunga insenatura dominata da una piccola chiesetta di pietra, dove sventola la bandiera greca. E’ molto graziosa, ma … troppo attrezzata per i miei gusti.

Spiaggia Marmari, credit@Guerriero-TWM

Volgendo lo sguardo al dorso delle colline, si intravedono le alti torri di pietra di Vathia che, alte ed austere, dominano il panorama. Poco più di mezzora e sono nel borgo fantasma che un progetto, rimasto purtroppo sulla carta, prevedeva recuperare con il sistema dell’albergo diffuso. Da qui il panorama lascia senza parole ed il tempo sembra dipanarsi tra le pieghe di un passato in cui questi borghi di pietra dominavano tutta l’area fino al mare con le loro alte torri, le case fortificate a tre o quattro piani, gli archi che, ancora oggi, resistono in mezzo alle macerie, muti testimoni di una storia dissoltasi, lentamente, sotto il sole ed il peso dei secoli.

Vathia, credit@Guerriero-TWM

Proseguendo verso Aeropoli, la “capitale” del Mani, si incontrano Gerolimenas e, poco oltre, Limeni, due graziose località che offrono baie tranquille, come la ciottolosa spiaggia di Neo Itilo, con mare cristallino ed ottimi ristoranti di pesce locale, come la psarotaverna Takis, tutta in pietra e a gestione familiare, che offre pescato del giorno e specialità locali, con pavese di tentacoli di octopus stesi al sole a seccare, come da tradizione, per squisiti piatti di polpo all’insalata, da gustare al tramonto, ammirando il mare calmo Qui, il pesce viene pulito davanti ai clienti, nell’acqua di mare…

Neo Itilo, Mani, Peloponneso, credit@Guerriero-TWM

Areopolis è una cittadina decisamente vivace, molto animata nelle sere d’estate e piena di localini di artigianato locale, di taberne e kafeneion, dove i pochi turisti amano confondersi con la gente del posto. All’ombra di alberi secolari, le piazzette affollate sono sovrastate da torri altissime, segno inconfondibile dell’architettura maniota votata alla difesa.Questo è l’ultimo avamposto del Mani, quello autentico che ancora resiste, strenuamente, alla modernità ed alle tentazioni di un mondo che ha bisogno di sostegno economico per conservarsi e continuare a vivere.

Più avanti, la strada corre tranquilla tra psarotaberne e piccole località marine, come la graziosa Kardamili, dove soggiornò fino alla morte il grande scrittore e viaggiatore inglese Patrick Leigh Fermor, il primo a far scoprire ed amare la regione del Mani al mondo.

Un vento più mite e pacato anticipa la dolcezza del golfo di Messinia, alimentando, man mano, il piacere della scoperta di nuove terre e nuovi miti. Kalamata è a meno di un’ora, con le sue superbe olive nere e l’inimmaginabile maestosità dell’antica Messene…. ma questa è un’altra storia.

@Riproduzione riservata

Carmen Guerriero

 

Carmen Guerriero

News

Attualità

I nostri sponsor

I nostri partner